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5 Giugno 2023
12:00

I nostri bambini sono culturalmente poveri: lo dicono i dati

Purtroppo, i risultati del report "Ricerca sulla povertà educativa in Italia" sono abbastanza disarmanti: non solo moltissimi bimbi e bimbe non hanno mai visto un teatro, ma non vanno nemmeno al cinema e non hanno a disposizione libri da leggere. Meglio correre ai ripari.

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I nostri bambini sono culturalmente poveri: lo dicono i dati
povertà educativa italia

Non vanno al cinema, non visitano mostre, non leggono, non hanno mai messo piede in un teatro: si tratta di una grossa fetta di bambini e bambine italiani, che a quanto pare sono poveri. Materialmente, ma non solo. Sono educativamente poveri.

Non si tratta di una riflessione elitaria o spocchiosa: i dati parlano chiaro. Il problema? Educazione, istruzione e cultura sono alla base di una società democratica, ma sono anche i mattoni che costruiscono il futuro di cittadini e cittadine, gli strumenti per navigare la vita più equipaggiati. E quando questi mancano, a rischio è il futuro delle singole persone e delle comunità intere.

È quindi utile analizzare i dati recentemente pubblicati: lo studio Ricerca sulla povertà in Italia fa luce su una situazione diffusa, che è bene osservare per cambiare rotta.

La povertà educativa in Italia

"In Italia, sono 1 milione e 292mila i minori che vivono in povertà assoluta": sembra un'affermazione assurda, esagerata, eppure è così. Lo conferma Save The Children, che oltre a sottolineare la povertà assoluta dei bambini e delle bambine italiani pone il focus su come questa povertà abbia conseguenze negative sulla crescita e sullo sviluppo, venendo a mancare le possibilità e gli strumenti educativi.

Una delle dimensioni più gravi e inesplorate della povertà minorile è quella che si può definire “povertà educativa”, ovvero la privazione, per i bambini e gli adolescenti, della opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni.

Secondo lo stesso studio, la povertà educativa (ovvero l'impossibilità di crescere dal punto di vista culturale) si riflette concretamente su quattro aspetti della vita di un bambino o di una bambina:

  • Sull'acquisizione di competenze necessarie per vivere nel mondo di oggi.
  • Sul rafforzamento di motivazione, stima in sé stessi e nelle proprie capacità, "coltivando aspirazioni per il futuro e maturando, allo stesso tempo, la capacità di controllare i propri sentimenti anche nelle situazioni di difficoltà e di stress".
  • Sulla capacità di relazione interpersonale e sociale, di cooperazione, comunicazione, empatia, negoziazione.
  • Sull'acquisizione di competenze per condurre una vita autonoma e attiva.

Gli ultimi dati: musei, libri, cinema

A rafforzare il quadro dipinto da Save The Children ci ha pensato negli ultimi tempi anche la Fondazione Albero della Vita, che ha pubblicato – con la supervisione scientifica dell’Università degli studi di Palermo – il report Ricerca sulla povertà in Italia, concentrando un capitolo esattamente sulla povertà educativa.

I dati sono chiari:

  • Il 76% dei bambini e delle bambine prese in considerazione dalla ricerca non svolge attività ricreative e sportive quotidianamente.
  • Il 43% non ha a disposizione in casa libri adatti alla propria età e al proprio livello.
  • Il 53% non è mai stato al cinema nell’ultimo anno.
  • Il 37% ci è stato uno volta sola.
  • L’89% del campione non è stato a teatro nell’ultimo anno.
  • Il 78% non ha partecipato a visite guidate.

L'allarme di Valditara

Anche se il campione analizzato dall'Albero della Vita riguarda persone – di cittadinanza italiana o straniera – beneficiarie del programma nazionale di contrasto alla povertà Varcare la soglia, anche lo stesso ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara lo conferma.

Lo ha fatto proprio in occasione della pubblicazione di questo report, sottolineando come "in Italia sono circa 1 milione e 200mila i bambini che vivono in una condizione di significativa debolezza economica e si trovano quindi a rischio di povertà educativa, con le conseguenze che ne derivano. Questi bambini non possono permettersi la possibilità di partecipare a un evento, di visitare una mostra, di andare al cinema, più in generale di godere di consumi culturali che contribuiscono notevolmente allo sviluppo educativo complessivo dell’individuo".

La conseguenza, secondo il ministro, la si vede concretamente nel fatto che in Italia 1 minore su 7 lascia prematuramente gli studi, quasi la metà non ha mai letto un libro, quasi 1 su 5 non fa sport. "Troppi sono i ragazzi che, in tutto il Paese, sono privati delle opportunità educative e dei luoghi dove svolgere attività artistiche, culturali e ricreative che potrebbero di fatto aumentare notevolmente le loro opportunità di sviluppare adeguate competenze e di costruirsi un futuro migliore".

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