«Esci a prendere una boccata d'aria» il rimedio della nonna a qualsiasi malessere, non potrà più essere messo in pratica dai nostri figli. L'aria che i bambini respirano è inquinata, peggio, tossica. Secondo l'OMS l'81.9% dei minori italiani respira aria ricca di smog, dato che arriva a toccare il 100% in 8 regioni italiane tra cui Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Davanti a questi dati allarmanti 14.000 esperti tra pediatri e neonatologi appartenenti a diverse associazioni tra cui l'Associazione Culturale Pediatri (ACP) e Società Italiana Pediatria (SIP), hanno scritto un accorato appello ai comuni italiani, chiedendo di applicarsi con strategie efficaci per migliorare la qualità dell'aria outdoor.
I pediatri hanno sottolineato che l'eccessivo inquinamento dell'aria è un pericolo per la salute pubblica e a esserne più coinvolti sono i bambini, il nostro futuro. Non possiamo più voltarci dall'altra parte, specificano i medici che quindi hanno chiesto misure risolutive ai comuni. Serve che la politica agisca in modo da sensibilizzare le persone all'utilizzo della bicicletta, o dei mezzi pubblici, rinunciando alla comodità della macchina, molto inquinante. Ma per fare questo servono aree pedonali, piste ciclabili, zone a bassa velocità vicino alle abitazioni e alle scuole, un limite di velocità attorno ai 30 km/h in città, la creazione di parchi e aree verdi.
I danni dell’inquinamento ambientale sui bambini
Il problema dell'aria sul suolo italiano è la sua ricchezza di polveri sottili di grandezza variabile tra i 2.5 e i 10 μm. Queste particelle entrano nei polmoni e raggiungono il sangue, aumentando drasticamente il rischio di ammalarsi. Le sostanze chimiche presenti nel suolo, invece, arrecano danni al neurosviluppo e il rumore prodotto dall'inquinamento acustico incide negativamente sulle capacità del nostro cervello.
«La popolazione in età pediatrica risulta essere maggiormente suscettibile agli effetti legati all’esposizione a inquinanti atmosferici» scrivono i medici nella lettera ai comuni.
Per i bambini, infatti, il rischio è raddoppiato perché essendo piccoli, e in crescita hanno bisogno di più cibo, più acqua ma anche più aria. Poi il loro metabolismo non è perfettamente in grado di espellere i composti tossici e, allo stesso tempo, i bimbi hanno un'aspettativa di vita più alta rispetto agli adulti e quindi hanno più tempo per sviluppare malattie croniche che possono nascere dall'esposizione precoce agli agenti inquinanti. I rischi maggiori per i bimbi sono:
- Asma e malattie respiratorie: in Italia secondo i dati dell'OMS l'8.4% dei bambini tra i 6 e i 7 anni soffre d'asma a causa dell'inquinamento del comune in cui abita
- Disturbi del neurosviluppo: tra 2008 e 2018 è stato svolto uno studio su 1120 bambini di età compresa tra i 6 e i 19 anni ed è emerso che i bimbi esposti a particolato di 10 μm di diametro avevano un più alto numero di possibilità di sviluppare deficit dell’attenzione.
- Minori capacità cognitive: non a caso il rendimento nelle scuole che si trovano nei comuni con livelli più bassi di polveri sottili nell’aria, migliora del 13%.
- Obesità: sembrerebbe esserci una correlazione tra l'esposizione agli agenti inquinanti e una più alta percentuale di grasso corporeo a discapito della massa magra.
- Ansia e depressione: a risentire dell'inquinamento dell'aria sono anche le zone del cervello dei bambini coinvolte nel rischio di sviluppare una patologia psichiatrica.
I danni delle polveri sottili sul feto
Uno studio del 2022 svolto dall’Università Statale di Milano ha registrato i livelli di colesterolo, importantissimo per la crescita del feto, nel sangue di 134 future mamme alla 12esima settimana di gravidanza.
Le polveri sottili, in particolare il particolato PM 2.5, aumentavano i livelli di una proteina PCSK9 responsabile della regolazione del colesterolo cattivo, determinando dunque riduzione dell’età gestazionale alla nascita, aumento del rischio di ricorrere a parto cesareo d’urgenza.
Inoltre spesso, correlate all'inquinamento sono anche ridotte capacità motorie dei bimbi alla nascita e difficoltà nella comunicazione. Dunque l'aria inquinata che respiriamo mina alla vita dei nostri bimbi, prima ancora che vengano al mondo.
Il parere della pediatra
La pediatra del comitato socio-scientifico di Wamily, Elena Bozzola, ci ha spiegato che dovremmo curarci, oltre che della piaga dell'inquinamento outdoor, anche dell'aria che i bambini respirano tra le mura di casa: «La comunità pediatrica si sta mobilitando per riuscire ad avere un ambiente più salubre, inoltre è importante avere un ambiente più sano anche indoor, con attenzione all’esposizione dei più piccoli agli inquinanti, evitando il fumo ma stando attenti anche ai gas che escono dai nostri fornelli».