I primi passi di un figlio coincidono con un cambiamento familiare: il piccolo sta diventando grande, autonomo, imprevedibile. Una novità che può essere accompagnata da sconvolgimenti emotivi, a volte stressanti. Ecco come comportarsi quando il bimbo inizia a camminare per evitare inutili ansie e frustrazioni e gestire i primi passi in serenità.
Quando i bimbi iniziano a muovere i primi passi?
Ci sono bimbi che già verso i 10 mesi si mostrano buoni camminatori, altri che aspettano verso i 13-14 mesi.
Prima di muovere i primi passi, provano lo spostamento orizzontale, prima strisciando e poi gattonando, fino a mettersi in stazione eretta arrampicandosi sulla gamba del genitore, appoggiandosi sul divano o alla gamba del tavolo.
Scoperta la postura eretta, possiamo osservare la cosiddetta “navigazione costiera”: il bimbo, rimanendo attaccato al divano con le manine, muove piccoli passetti a mo' di granchietto per spostarsi.
È fondamentale rispettare i tempi di ciascun bimbo, evitando paragoni con fratelli, amici e cugini! Se, tuttavia, il bambino non cammina prima dei 18 mesi, età definita “cancelletto” per lo sviluppo, è bene rivolgersi ad uno specialista.
Stimolare il cammino del bambino: sì o no?
Come detto, è fondamentale non accelerare le tappe né forzare il bambino a movimenti che non fa spontaneamente. È fisiologico infatti che il bambino manifesti il desiderio di scoprire da sé la postura eretta e provi a esplorare lo spazio intorno a sé camminando, fino a farla diventare poi la modalità di spostamento privilegiata.
Possiamo tuttavia avere piccoli accorgimenti facendo leva sulla loro curiosità e sul loro desiderio di autonomia che inizia a consolidarsi verso i 9-10 mesi, per esempio mettendo qualche giochino più in alto e più lontano, così il piccolo sarà motivato a fare qualche passo per raggiungerlo. Lasciamogli a disposizione appoggi differenti a cui si possa aggrappare da in piedi (sedie, puff, scatoloni) e mostriamoci disponibili ed incoraggianti verso ogni suo tentativo.
Nella fase dei primi passi:
- si consolida l’equilibrio statico e dinamico
- aumenta man mano la sicurezza e la velocità dello spostamento
- cresce l’armonia del gesto motorio
Muoversi in sicurezza
In questa fase è bene avere piccole accortezze che rendano lo spazio di casa un posto sicuro in cui si possa lasciare il bambino libero di provare e sperimentare. A questo proposito, è bene coprire gli spigoli e le prese di corrente, e spostare in alto detersivi e oggetti taglienti, che potrebbero tagliare il piccolo se si rompono.
Se si ha la possibilità (e quindi non è inverno o non si è all’aperto su sassi), è bene che il piccolo abbia i piedini nudi. Maggiore libertà di movimento e maggiore contatto sensoriale ha il piedino, maggiori sono le informazioni propriocettive che arrivano al bambino. Oppure, se il pavimento è inadatto a camminare a piedi nudi, è consigliabile privilegiare calzini o scarpine molto morbide.
Cosa evitare
È opportuno evitare di forzare il piccolo e, viceversa, di imporgli troppi limiti.
Sono sconsigliati, quindi:
- Girelli: in alcune nazioni ne è addirittura stata vietata la vendita poiché promuovono una statura e un movimento scorretti
- Carrellini: preciso che vanno benissimo se vengono utilizzati per momenti di gioco limitati, tuttavia sono da evitare se usati come deambulatori
- Mani di mamma e papà che, pur di mantenere in piedi il bimbo e farlo muovere, ne forzano l’avanzamento. Su questo propongo un piccolo trucchetto per gli adulti: è importanti fornire un appoggio al bimbo in alcuni passaggi e soprattutto far sentire la propria vicinanza, ma è bene evitare di far camminare il bambino tenendo la sua mano più in altro della sua testa. Inoltre, è opportuno fare caso a quanto peso sentiamo sul nostro braccio, quindi quanta forza stiamo esercitando per sorreggere il bambino: forse così noteremo che il piccolo non si sta reggendo in autonomia. Ovviamente, siamo flessibili: se questo viene fatto in occasioni e per tempi limitati, non allarmiamoci.
È raccomandabile, tuttavia, prestare attenzione anche all’atteggiamento opposto: mettere troppi “paletti” non giova al piccolo che sta muovendo i suoi primi passi. Eppure, l’adulto, di solito inconsapevolmente, tende a trasmettere al bimbo la propria preoccupazione circa eventuali cadute, ostacoli, eccetera. Vedendo camminare i bimbi in modo così instabile, soprattutto all’inizio, spesso si è tentati di intervenire e sorreggerli anche quando non è necessario, oppure si evita che stiano in piedi se non sono prettamente sorvegliati perché “non si sa mai che cada e non lo veda”.
Proprio per la serenità di bambini e genitori, è bene creare una casa il più possibile sicura. Immaginatevi infatti come potrebbe acquisire sicurezza il bambino se ad ogni passo mamma o papà gli dice: “attento, no aspetta dammi la mano, ti tengo…”.
Sicuramente i primi passi sono un gran cambiamento famigliare: il bambino diventa sempre più autonomo e imprevedibile. Accanto alle modifiche pratiche della casa sta avvenendo un gran passaggio emotivo e talvolta stressante. Ricordatevi che non siete soli e che per qualsiasi consulenza, che sia di tipo psicologico sul vissuto del genitore in questo momento di cambiamento o neuro psicomotoria sulla tappa di sviluppo del bambino, potete rivolgervi agli specialisti del settore.