I ragazzi e le ragazze italiane desiderano sapere di più su ciò che finisce sulle loro tavole e vorrebbe che anche la scuola si facesse carico d'insegnare loro le norme della corretta alimentazione.
A rivelare questo inatteso e per certi versi sorprendente aspetto della Gen Z italiana è stato un sondaggio effettuato da Webboh – sito di riferimento per i giovanissimi – nel periodo compreso tra il 30 dicembre 2023 e l'1 gennaio 2024. L'indagine ha infatti le abitudini alimentari e la consapevolezza nutrizionale dei ragazzi nella fascia d'età compresa tra i 13 e i 24 anni, la cosiddetta Generazione Zeta appunto.
I risultati di questo sondaggio – non si può parlare di ricerca vera e propria – sono stati poi commentati da Francesca Venturi, direttrice del master in "Scienze Sensoriali per un'alimentazione sana e consapevole" che sarà inaugurato il prossimo 18 gennaio all'Università di Pisa.
L'esperta ha quindi evidenziato un marcato interesse dei più giovani per le informazioni sulla corretta alimentazione, con l'89% degli utenti che ha espresso la necessità di saperne di più su cibo, diete equilibrate e principi alimentari. Non solo: il 34% dei partecipanti è andato ancora oltre, auspicando l'inclusione dell'educazione alimentare nei programmi scolastici.
Lo stereotipo del giovane attratto solo da panini luridi, fast food e bibite iper-gassate sembra dunque sempre meno valido per la Gen Z, anche perché la stessa indagine ha rilevato come i ragazzi italiani abbiano notevolmente ridotto l'insano utilizzo di bevande energetiche, dolcificanti e snack come sostituti dei pasti.
Questo però non significa che non vi sia ancora del lavoro da fare: il 32% dei giovani che hanno aderito al sondaggio si sono ad esempio dichiarati poco consapevoli riguardo alle caratteristiche della dieta mediterranea.
Anche Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori e segretario accademico dell'International Academy of Sensory Analysis, ha espresso il proprio parere sui risultati riportati Wabboh, vedendo nelle nuove generazioni un'opportunità sia per le imprese – la Gen Z comprende circa il 30% della popolazione mondiale – sia per la costruzione di una nuova cultura del cibo.