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12 Marzo 2024
15:00

Il 66% delle bambine non esprime le proprie idee per paura di non essere perfetta: lo studio sulla creatività delle bimbe

La nota marca di mattoncini da costruzione LEGO, lo scorso 5 marzo ha pubblicato un report riguardo l'importanza delle modalità e delle parole utilizzate per sostenere la creatività delle bambine. Secondo lo studio, già a 5 anni le piccole perdono fiducia in sé e si sentono da meno rispetto ai coetanei maschi.

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Il 66% delle bambine non esprime le proprie idee per paura di non essere perfetta: lo studio sulla creatività delle bimbe
bambine giocano con i mattoncin

Le parole nell’educazione dei bambini sono estremamente importanti, se alcune contribuiscono a creare persone forti e sicure di sé, altre sono in grado di distruggere completamente la loro autostima.

A proposito di questo l’azienda danese produttrice di mattoncini da costruzione di ogni forma e dimensione, LEGO, ha svolto un’indagine in 36 paesi, raccogliendo le risposte di 61.500 genitori e altrettanti bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni. Lo studio si è concentrato sull’importanza di alimentare la creatività delle bambine, che dai dati sembra le piccole lascino da parte già attorno ai 5 anni, per sottostare a standard di perfezionismo che le soffocano.

I risultati dell’indagine

L'indagine ha rivelato che il 76% delle bambine crede nelle proprie abilità creative fino ai 5 anni, ma passata questa età il dato cala a picco. I motivi sembrano essere per 3 bambine su 5, una forte insicurezza dettata dalle pressioni sociali che le vogliono perfette, molto più che capaci, e dall’attenzione che gli adulti rivolgono maggiormente alle idee creative dei loro coetanei maschi.

il 66% delle bimbe tra i 5 e i 12 anni ha dichiarato di avere spesso paura ad esprimere le proprie idee, il 72% di loro ha paura di commettere errori e il 71% talvolta non prova neanche a concretizzare un’idea per il terrore che le parole dei giudizi esterni le incutono.

bimba gioca con i mattoncini

2 bimbe su tre delle piccole intervistate hanno ammesso di non provare nemmeno ad esprimere la propria idea per paura delle parole e dei giudizi esterni. I genitori delle piccole hanno confermato una particolare tendenza nel giudizio delle creazioni delle bambine, rispetto a quelle dei bambini. Con una probabilità di 7 volte maggiore gli adulti utilizzeranno parole come “dolce”, “carina”, “bellissima” per parlare della creatività delle bimbe, mentre dedicheranno termini come “coraggioso”, “figo”, “geniale” ai ragazzi e nel 68% dei casi prenderanno molto più seriamente il loro lavoro rispetto a quello delle bimbe.

Per evitare tutto questo la ricerca invita a superare quei baias legati al gender presenti in ciascuno di noi, evitando di parlare di "attività da femmine" e "attività da maschio" promuovendo in bambini e bambine l’impegno, i piccoli risultati e cercando di usare sempre parole cariche di empatia più che di giudizio.

I 10 consigli rivolti ai genitori per migliorare la creatività delle proprie figlie

  1. Premiare i progressi più che la perfezione: per farlo è importante cercare di valorizzare i lati positivi di ogni creazione delle piccole e di rispondere con interesse a tutti i loro perché, stimolando a loro volta a rispondere alle nostre domande. Le bambine supportate in questi termini dai genitori si sono delle nell’89% dei casi propense  a raccontare ciò che avevano fatto o pensato e nell’88% dei casi consapevoli che errare è umano.
  2. Celebrare i fallimenti: è importante che i bimbi sappiano che gli sbagli sono occasioni di miglioramento e crescita, per farlo bisogna invitarli a riflettere sulle loro piccole vittorie e sul valore dei loro errori. Un'altra cosa che va valorizzata è l'impegno, a prescindere dal risultato.
  3. Giocare con le parole: o meglio imparare a dedicare le stesse parole a bambine e bambini, le bimbe sono intelligenti, ciò che creano geniale, le avventure che iniziano dimostrano tutto il loro coraggio. Qualificarle sempre e solo dal punto di vista estetico non fa che svalutarle
  4. Costruire una forte tolleranza alla frustrazione: il modo migliore per vincere la frustrazione del fallimento è giocare il più possibile con i bambini, sbagliando, provando a costruire ad occhi chiusi o a divertirsi con giochi sempre nuovi.
  5. Coltivare una mentalità di crescita: per farlo bisogna allenare i bambini a modificare il loro approccio dicendo al posto di "non sono brava a fare questo", può essere sostituito con "non sono ancora abbastanza brava a farlo, ma migliorerò", "è troppo difficile per me" si può trasformare in "è molto stimolante".
  6. Ridurre la pressione: per farlo è bene essere presenti con i bimbi ma mai spazientirsi o volersi a tutti i costi sostituire a loro. I bimbi riusciranno in ciò che hanno iniziato nelle modalità che preferiscono.
  7. Far giocare i bambini: il gioco permette ai piccoli di stringere un forte legame con noi o con chi gioca con loro e di esperire diverse situazioni sociali.
  8. Essere di ispirazione per i bambini: dimostrarsi fallibili o gioire con i bimbi dei propri e dei loro successi ispirerà loro.
  9. Uscire dalla propria zona di comfort
  10. Guardare al percorso fatto e valutare i risultati

Il video con le bambine protagoniste

Oltre alla ricerca LEGO ha fatto uscire uno spot dal titolo "Più che perfetta". Nel video una serie di bambine con i loro genitori devono costruire con i mattoncini prima un parco giochi "che deve essere perfetto" e poi "il parco giochi che preferiscono, dando libero sfogo alla loro immaginazione".

Tutte le bimbe hanno trovato difficoltoso partecipare alla prima sfida: «Avrei voluto chiedere cosa intendessero per perfetto» ha detto una di loro: «Sapevo di non poterlo fare, sono umana non un robot» ha concluso un'altra. Per tutte le bimbe è stato molto più semplice e naturale esprimere loro stesse grazie alla seconda consegna che non prevedeva che fossero perfette, solo creative. Alle bimbe infine è stato chiesto con quali parole avrebbero voluto che venissero raccontati i loro lavori creativi, e questi sono gli aggettivi più gettonati:

  • fantasioso
  • ingegnoso
  • geniale
  • coraggioso

La lettera alla stampa

A contribuire a questa ricerca svolta dall'azienda danese è stata anche la psicoterapeuta Stefania Andreoli che ha scritto una lettera, mettendosi nei panni di una bambina, partendo dai dati del report, alle maggiori testate italiane perché ragionassero su come si sentono le bambine oggi.

lettera bambina

Cari genitori,
come state? L’altra sera eravate contenti per il mio voto in matematica. Ho preso il massimo perché ho fatto come dite sempre voi: mi sono impegnata e ho studiato per la verifica senza distrazioni. Anche la maestra era contenta, mi ha fatto i complimenti davanti a tutta la classe, ma io mi sono sentita un po’ strana. Prendere il voto più alto di tutti (più alto anche di Carlo) è stato bello, però io sono più orgogliosa del disegno che ho fatto la settimana scorsa.
Quello che ho colorato con tutti i puntini, ve lo ricordate? Quello dove c’era una bambina che si arrampicava sull’albero senza scarpe, quando mamma l’ha visto ha riso perché le avevo disegnato le calze tutte sporche di marrone (era la terra). Mamma ha detto anche che la bambina mi somigliava, ma per fortuna lei mi manda in giro con le calze pulite. Ve l’ho regalato ma poi in casa non l’ho più visto.
Ecco, vi scrivo per dirvi che se l’avete perso non fa niente, posso rifarvelo. Io sono tanto felice quando disegno, non penso più a niente e posso solo immaginare. Non lo faccio per prendere un bel voto in arte con la maestra Federica, anche perché quando succede non mi sembra che siete contenti come per i voti nelle altre materie.
Per la verifica ho studiato tanto, ma anche per finire quel disegno ci ho messo tempo e impegno, i puntini mi hanno fatto venire male alla mano ma alla fine è venuto benissimo (magari per voi Andre è più bravo, ma lui è anche più grande quindi non vale).
Se faccio un disegno ancora più bello, lo appendiamo in cucina?
Sì – No

Vi voglio tanto beneeeeeee e i disegni intorno li ho fatto ioooo!!!
Sofia

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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