Essendo tendenzialmente ben tollerato da tutti, anche dai più piccoli, il paracetamolo è uno tra i farmaci più diffusi, spesso somministrato anche alle donne in gravidanza e soprattutto ai bambini e alle bambine, allo scopo di abbassare la febbre e di combattere determinati dolori.
Se il bambino vomita il paracetamolo? Ci sono alcune cose importanti da tenere a mente.
Paracetamolo: meglio conoscerlo
Come spiegano anche da Federfarma, "prima di dare qualunque tipo di medicinale è necessario consultare un operatore sanitario (medico/pediatra/farmacista), anche se si tratta di un farmaco di automedicazione che non richiede prescrizione. Molte delle malattie dei bambini guariscono spontaneamente senza bisogno di medicinali ed è importante ricordare che i bambini possono avere effetti collaterali, assorbire od eliminare i farmaci in maniera differente dagli adulti".
Ciò detto, è altrettanto opportuno e consigliato conoscere a fondo i farmaci che si danno ai propri bambini e alle proprie bambine, per assicurare un corretto uso e per evitare errori di somministrazione.
Nel caso del paracetamolo, si tratta di un farmaco antipiretico che viene utilizzato principalmente allo scopo di fare scendere la febbre, ma anche per alleviare dolori come il mal di denti o il mal di testa. A seconda dell'età e del peso vi sono diverse formulazioni: supposte, gocce orali, sciroppo, compresse orodispersibili e bustine.
Come somministrare il paracetamolo
La somministrazione del paracetamolo in tutte le forme (e nomi commerciali) disponibili deve essere stabilita dal pediatra che ha in cura il bimbo o la bimba che deve assumere questo farmaco.
Oltre al dosaggio (che varia a seconda dell'età e soprattutto del peso del bambino, ma anche della situazione stessa – dolore o febbre potrebbero necessitare di dosi diverse), la persona curante stabilirà gli orari a cui il bambino deve assumere il farmaco, ovvero suggerirà gli intervalli necessari tra le dosi.
Cosa fare se il bambino vomita il paracetamolo
Ma cosa succede se il bambino o la bambina vomita il medicinale? Il paracetamolo non ha effetto perché l'hanno rigettato tutto? Come fare per saperlo?
La prima cosa da sapere è che il paracetamolo solitamente fa effetto dopo almeno trenta minuti dalla sua assunzione per bocca.
- Se quindi il bambino lo vomita entro trenta minuti (e fino a un'ora dall'assunzione) è bene somministrare nuovamente la dose, come spiegano anche dall'Ospedale Bambino Gesù.
- Se tra l'assunzione e il vomito è passata più di un'ora, è bene attendere le classiche quattro ore che dovrebbero trascorrere tra un dosaggio e l'altro (o quelle indicate dal pediatra o dalla pediatra), senza somministrare paracetamolo aggiuntivo.
Nel caso di sovraddosaggio
Al contrario, potrebbe anche capitare di somministrare troppo paracetamolo, magari in seguito a un vomito che però è avvenuto dopo un'ora dalla somministrazione. Ecco perché è fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni di medici, mediche e farmacisti.
Il pericolo, in questo caso, è quello di incorrere in una intossicazione da paracetamolo, più frequente nei bambini e nelle bambine con malattie epatiche. I sintomi sono la perdita di appetito, la nausea e il vomito, e compaiono nel giro di ventiquattr'ore.
Se dovesse quindi succedere di somministrare troppo paracetamolo, è essenziale contattare immediatamente il proprio pediatra o rivolgersi al Pronto Soccorso, riferendo con precisione le dosi di paracetamolo somministrate e il peso del bambino.
«Come ricordano le linee guida della Società Italiana di Pediatria, la somministrazione di paracetamolo per via orale è preferibile in quanto l'assorbimento è più costante rispetto a quella endorettale ed è possibile una maggior precisione della dose da somministrare calcolata in base al peso del bambino – ribadisce Elena Bozzola, pediatra e Segretario Nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP) – La via rettale è da considerare in caso di vomito o di altre condizioni che possano ostacolare l'assunzione per bocca delle medicine»