Non è caldo estivo, è crisi climatica, un’emergenza che si ripercuote sulle famiglie e sui piccoli. A sottolinearlo è Save The Children, che lancia l’allarme sul caldo estremo perché la «crisi climatica è una vera e propria crisi dei diritti dell’infanzia», che riguarda da vicino circa 1 miliardo di bambini, quasi la metà della popolazione infantile a livello globale.
Il caldo africano che si abbatte sull’Italia da giorni non è un mistero. Alle temperature roventi si alternano disastri ambientali, come alluvioni, trombe d’aria, grandinate, tanto fugaci quanto catastrofici. Nei giorni in cui in Sicilia e a Roma sono stati toccati picchi di 47° C, Save The Children è tornata a discutere di caldo eccezionale e del suo impatto sulle nuove generazioni, che rischiano di subire le conseguenze più dure di anni di lassismo e inadempimenti in materia di lotta al riscaldamento globale.
L’Organizzazione internazionale, nello specifico, ha selezionato i cinque aspetti chiave su cui più sarà evidente e diretto l’impatto del caldo torrido su bambini e giovani:
- Salute: l’esposizione dei più piccoli al caldo estremo aumenta il rischio di malattie respiratorie e renali, febbre, problemi cardiaci e neurologici. Tra gli effetti del caldo, sono inclusi la disidratazione, l’esaurimento e i colpi di calore.
- Apprendimento scolastico: il caldo a scuola è associato a livelli inferiori di rendimento scolastico, compromettendo la concentrazione degli studenti
- Alimentazione: le alte temperature incidono negativamente su raccolti e benessere del bestiame. Negli Stati Uniti, ad esempio, le elevate temperature stanno minacciando i raccolti
- Salute mentale: le calde giornate d’estate aumentano il numero di soggetti che sperimentano un disagio psicologico, ed essere costantemente esposti a notizie sulla crisi climatica ha un impatto negativo sul benessere mentale dei più giovani
- Attività di gioco: gli inviti a non uscire di casa per il caldo estremo limita le possibilità di svolgere attività di gioco e fisica e di socialità nei più piccoli, i quali, durante i mesi di chiusura della scuola, rischiano di rimanere soli in casa per ore
La direzione da imboccare per attutire il colpo in previsione del futuro delle nuove generazioni? Implementare misure di adattamento alle ondate di calore per scuole e sistemi sanitari e includere l’educazione ambientale e al cambiamento climatico nei programmi scolastici di tutti i Paesi del mondo, come riporta Save The Children.
Ovviamente, a pagare lo scotto più pesante dell’emergenza climatica sono le fasce povere della popolazione e, in particolare, i Paesi sottosviluppati. La crisi ambientale costituisce una minaccia in primis per quelle famiglie che vivono in ambienti angusti, insalubri o sovraffollati, che non abitano con i pochi componenti della famiglia in case fornite di aria condizionata e comfort. Per coloro che vivono in Paesi segnati da povertà, disuguaglianze, conflitti e discriminazioni, le raccomandazioni di “mantenersi idratati” e “stare al fresco nelle ore calde” non sono compatibili con il loro stile e le loro condizioni di vita. Territori in cui la crisi climatica non è solo un’emergenza per i più piccoli: è un attentato alla vita.