La prima campanella è suonata la seconda settimana di settembre, eppure solo il 50% delle cattedre è stato assegnato. Su un totale di 81.023 cattedre vuote e disponibili, ad ottenere l’incarico di ruolo per l’anno scolastico 2023/2024 sono stati 40.462 insegnanti, secondo quanto riporta il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Nel frattempo, i posti orfani vengono temporaneamente affidati ai supplenti, mentre si attende il bando di concorso della fase straordinaria Pnrr, che prevede oltre 30mila nuovi contratti a tempo indeterminato.
Il caos settembrino non è una novità. Puntualmente, all’inizio di un nuovo anno scolastico, la scuola si ritrova a fare i conti con cattedre vuote, docenti precari, un esercito di supplenti, insegnanti di sostegno introvabili e a volte impreparati. Uno scenario raccapricciante di cui, a pagare lo scotto più duro, sono le famiglie. Ma perché non si riesce a risolverlo?
Il nodo sta nel modo in cui è strutturato il sistema di assegnazione delle cattedre in Italia, che è farraginoso e presenta evidenti criticità che nel tempo si sono accumulate senza essere mai risolte. Secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Istruzione in una nota del 13 settembre, la scuola è iniziata con 40.561 cattedre vacanti e disponibili. Si tratta cioè di posti di ruolo, a tempo indeterminato, che non sono stati assegnati e, quindi, vengono coperti con supplenze annuali. Ma perché quei posti non vengono occupati, visto l’alto tasso di insegnanti precari e di neolaureati che vogliono entrare nel mondo della scuola?
La risposta sta nell'iter di assegnazione dei docenti, che è estremamente complicato. Si fonda su tre diversi livelli di graduatoria:
- Graduatorie a Esaurimento (GaE), che comprendono i docenti abilitati vincitori di un concorso pubblico, divisi in prima fascia (docenti abilitati e in ruolo) e in seconda fascia (docenti abilitati ma non in ruolo). Sono chiamate “ad esaurimento” perché si tratta di graduatorie chiuse nel 2008 e destinate ad esaurirsi
- Graduatorie Provinciali Per le Supplenze (GPS)
- Graduatorie di istituto
La piramide delle graduatorie è destinata ad ampliarsi ulteriormente con i due bandi di concorso previsti per l’assunzione di circa 70.000 nuovi docenti nel 2024, secondo quanto previsto dalla riforma Pnrr. La pubblicazione del primo bando, secondo le dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, uscirà a breve e prevede 30.216 posti liberi (che forse diventeranno 40mila con l’aggiunta delle cattedre avanzate), riservati agli insegnanti che hanno maturato 36 mesi di servizio o che sono in possesso dei 24 crediti formativi universitari.
Diversi insegnanti rinunciano per la lontananza del lavoro da casa. «È prevedibile che avremo anche in futuro una certa incidenza del fenomeno delle rinunce (dei posti di ruolo, ndr) a causa delle spese insostenibili per gli interessa fuori regione e fuori provincia di residenza» si legge nel comunicato del Ministero. Una realtà aggravata dal vincolo, per i neoimmessi in ruolo, di rimanere tre anni nella prima sede di assegnazione.
Rispetto allo scorso anno, tuttavia, i numeri delle assunzioni in ruolo sono leggermente migliorati. Nel 2022/2023 su 94.130 posti autorizzati per le assunzioni degli insegnanti, erano stati nominati in ruolo solo 37.806 docenti, con un vuoto di 56.324 cattedre (a fronte delle 40.561 di quest’anno). Il Molise, in particolare, ad oggi ha effettuato il 100% delle immissioni in ruolo su quelle autorizzate. Un tiepido risultato, che tuttavia è decisamente lontano dal colmare l’enorme gap di assegnazioni di ruolo, che continua a lasciare scoperte la metà delle cattedre in Italia e a costringere al precariato decine di migliaia di insegnanti e neolaureati.
Le prime vittime della caotica gestione della scuola sono gli studenti e le loro famiglie, capaci di veder cambiare gli insegnanti più volte non solo in un ciclo di studi, ma anche nel corso di un unico anno scolastico. Un problema, quello della provvisorietà dei docenti nelle classi, che è ancora più spinoso nel caso degli insegnanti di sostegno, chiamati a seguire studenti con disabilità certificata. Nel 2021/2022 gli insegnanti di sostegno qualificati, in possesso di una formazione adeguata e specifica per il loro ruolo, erano appena il 68% del totale. Ciò significa che il restante 32% non aveva in realtà le competenze per educare alunni che richiedono delle attenzioni particolari. Si tratta dell’ennesima conseguenza del malfunzionamento delle graduatorie e dei percorsi di assunzione, oltre che della scarsa accessibilità della formazione.