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15 Marzo 2023
14:00

Il diritto ad esistere ed avere due mamme o due papà: la Presidente Crocini ci racconta Famiglie Arcobaleno

Abbiamo intervistato Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno che ci ha raccontato storia, vittorie e obiettivi di un associazione nata per difendere i diritti di tutti i genitori che lo Stato italiano continua ad ignorare.

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Il diritto ad esistere ed avere due mamme o due papà: la Presidente Crocini ci racconta Famiglie Arcobaleno
Intervista a Alessia Crocini
Presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno
Assemblea Famiglie Arcobaleno 2022

L’Italia è un Paese che pone le proprie fondamenta giuridiche e sociali sull’istituzione della famiglia. Eppure ancora oggi esistono migliaia di bambini e genitori che continuano a vivere in una zona d’ombra, invisibili alle più elementari forme di tutela. Per loro anche uscire insieme da scuola può diventare un problema. Sono le famiglie arcobaleno formate da uomini e donne della comunità LGBTQIA+ che sono diventati genitori – o che vorrebbero farlo – e a cui lo Stato continua a negare il diritto ad essere riconosciuti.

Ultimo in ordine cronologico è l'esempio di Milano, dove il sindaco Beppe Sala ha dovuto interrompere i riconoscimenti anagrafici dei figli delle coppie omosessuali per non innescare un'ondata di annullamenti da parte della Procura.

Le famiglie arcobaleno però sono una realtà che non può più essere ignorata e negli anni sono sempre di più i cittadini che hanno deciso di organizzarsi per combattere simili discriminazioni in ogni sede, portando la voce degli esclusi sia nei tribunali che nell’agone dibattito pubblico. Tra queste, dal 2005 l'associazione Famiglie Arcobaleno rappresenta una delle teste d’ariete più agguerrite nella lotta per scardinare le disuguaglianze e dissipare la coltre di pregiudizio che ancora oggi pone il nostro Paese tra i meno progrediti in fatto di diritti civili.

Ma di cosa si occupa questa associazione? Chi ne fa parte? E quali sono i suoi obbiettivi? Lo abbiamo chiesto ad Alessia Crocini, presidente dell’associazione che da anni si trova in prima fila nella battaglia per il riconoscimento legale di tutte le tipologie di famiglia.

«Famiglie Arcobaleno nasce 18 anni fa da un gruppo di donne lesbiche che erano già madri o aspiravano a diventarlo, a cui poi si sono aggiunti anche uomini gay con desiderio di genitorialità – racconta Crocini – Si trattava perlopiù di coppie di “prima formazione” composte da genitori dello stesso sesso. Specifico di prima formazione, perché ci sono anche famiglie di seconda formazione, ossia persone LGBTQ+ che hanno avuto figli da relazioni precedenti eterosessuali e hanno fatto coming out successivamente. Loro sono ben rappresentati in Rete Genitori Rainbow».

Da allora i numeri delle coppie omogenitoriali con figli sono cresciuti e le stesse Famiglie Arcobaleno hanno ormai oltre 5.000 soci, tra famiglie, amici e sostenitori eterosessuali che condividono le loro battaglie. Tuttavia al momento non esiste un censimento per conoscere esattamente quante famiglie omogenitoriali ci siano in Italia.

«Qualsiasi numero si legga in giro è sottostimato o falsato e questo alimenta una strana percezione della cosa. Nessuno infatti si aspetta che tutti gli omosessuali siano iscritti all’Associazione Arcigay, eppure si pensa di poter stimare il numero delle coppie omogenitoriali vedendo quanti sono gli iscritti alle Famiglie Arcobaleno. È assurdo…»

Quanto sarebbe importante avere questo numero?

In termini sociologici sarebbe importante, parliamo di un fenomeno in costante crescita da nord a sud, dalle grandi città ai piccoli paesi. Da attivista politica dico invece che se anche in Italia le famiglie omogenitoriali fossero solo due avrebbero comunque diritto ad essere riconosciute.

Non sono i numeri che contano, pensiamo alle donne che pur essendo più degli uomini vivono in uno stato di minor rappresentazione ai vertici del paese o delle aziende. Quindi potrebbe servire avere un numero ma con la consapevolezza che sottostimare un fenomeno vuol dire relegarlo all’inconsistenza, perché i numeri in politica si traducono anche in voti e consensi.

Quali sono le battaglie di Famiglie Arcobaleno?

L’associazione cerca di fare cultura e azione politica con il chiaro obiettivo del riconoscimento della doppia genitorialità per i nostri figli e della rimozione degli ostacoli che impediscono alle persone dello stesso sesso o single LGBTQ+ di diventare genitori.

Oggi in Italia infatti le persone single o le coppie gay e lesbiche non possono accedere all’adozione e inoltre la legge 40 impedisce la PMA (procreazione medicalmente assistita) alle donne single o in coppia e la GPA (gestazione per altri) è invece vietata per chiunque.

Tali propositi si traducono nel promuovere anche diverse azioni legali, supportate dall’associazione e dal nostro gruppo legale, che ci hanno regalato importanti successi.

Parlo ad esempio della prima sentenza di stepchild adoption, conclusasi positivamente in Cassazione a favore di una coppia di mamme romane che ha aperto la strada a centinaia di altre sentenze positive, o del sostegno che l’associazione ha fornito a una coppia di papà con cui abbiamo ottenuto che la stepchild avesse gli stessi effetti dell’adozione piena. Fino alla pronuncia del 2022 da parte della Corte Costituzionale, infatti, la stepchild creava un rapporto di parentale solo tra chi adottava e chi veniva adottato, dunque i nostri figli non avevano legalmente un legame con la famiglia del “genitore adottante”: niente zii, cugini, nonni.

Un’altra grande vittoria ha poi riguardato una sentenza emessa contro il decreto Salvini che impone la dicitura “madre e padre” sulle carte di identità dei minori. Decreto ritenuto illegittimo dal Tribunale di Roma perché nei casi di coppie omogenitoriali ciò non corrisponde alla realtà.

Sul caso scoppiarono polemiche feroci che ancora oggi accendono il dibattito sull’ormai celebre dicitura “Genitore 1”, “Genitore 2”…

Le diciture "madre" e "padre" sono sulle carte di identità dal 2019, non si tratta di tradizione intoccabile. Con quel decreto, l’allora Ministro degli Interni ha voluto solo attaccare le nostre famiglie in modo strumentale obbligando i cittadini ad andare in giro con carte che riportano il falso: la scritta “madre e padre” e magari sotto due nomi femminili o maschili.

La sentenza di Roma crea oggi un precedente importante ma la nostra richiesta è molto chiara ed è quella che il decreto Salvini sia annullato perché illegittimo. E ci tengo a sottolineare che nessuno ha mai preteso Genitore 1” o Genitore 2”, è solo propaganda.

Famiglia arcobaleno

Qual è il principale ostacolo al riconoscimento di un diritto che, nei fatti, non lede le libertà di nessuno?

Il Parlamento italiano non si vuole assumere la responsabilità istituzionale di mettere nero su bianco che in Italia esistono famiglie formate da coppie dello stesso sesso o single LGBT+ con figli, continuando così a promuovere un solo tipo di famiglia. Eppure i numeri dell’Istat dicono che il nucleo familiare più numeroso in Italia è formato da una sola persona e che le famiglie senza figli nei prossimi 5 anni supereranno quelle con figli.

Le famiglie quindi sono già cambiate, a prescindere da quelle omogenitoriali. Il Parlamento delga la questione ai tribunali, mentre la Corte Costituzionale ha più volte invocato un intervento legislativo, dal momento che la stepchild è stata dichiarata da tutte le corti un iter complicato, è lunga, costosa e stressante.

Nel quotidiano di un bambino di una famiglia arcobaleno, quali sono i diritti che oggi continuano a venir meno?

Premettendo che noi siamo famiglie, madri e padri nel momento stesso in cui decidiamo di diventarlo e non serve un certificato per farci diventare genitori, ci sono delle questioni legali che, quando ti scontri con la burocrazia, fanno ben comprendere quanto certe tutele siano sono necessarie.

Se per esempio un bambino deve andare in ospedale, viene meno il diritto alla salute, perché il genitore non legittimato non può assisterlo o dare il consenso per un suo ricovero immediato. Per non parlare di tutto ciò che si lega ad eventuali eredità: se tu per la legge non sei sposato e non hai figli, la tua eredità è ascendente per la quota legittima, dunque anche in caso di testamento non potrai lasciare il 100% dei tuoi beni a tuo figlio

Ma anche il diritto all’istruzione viene invalidato. Il genitore non riconosciuto non può essere rappresentante di classe o partecipare alle assemblee. E se la coppia si separa? Ci sono coppie separate con bambini che non hanno più visto il genitore non legale, il genitore a sua volta può sparire senza il dovere di mantenerlo. Succede di rado, ma succede. Per questo la stepchild è insufficiente: rimane un percorso pieno di ostacoli e il cui esito è lasciato all’interpretazione dei singoli tribunali e dei singoli giudici.

Dunque quali sono le vostre richieste?

Le uniche cose che vogliamo sono una legge nazionale chiara che consenta il riconoscimento dei figli e delle figlie alla nascita e la possibilità di adottare per coppie dello stesso sesso e per i single. Adozione classica, non in casi particolari, come la stepchild. E ovviamente il matrimonio egualitario, oltre a una modifica della legge 40 che permetta anche alle donne single e in coppia con un’altra donna di accedere alla procreazione medicalmente assistita.

Famiglie Arcobaleno non fornisce informazioni sulle cliniche per la PMA o sulle intermediazioni, perché questo violerebbe un principio etico e legale

Per questo abbiamo scritto un progetto di legge insieme all’associazione Rete Lenford.

Su alcune tematiche però la stessa associazione si pone dei confini. Quali?

Siamo una associazione sui generis. Non basta cliccare un tasto per diventare soci, ma abbiamo un filtro per valutare adesioni e richieste. Famiglie Arcobaleno non è un infopoint, non diamo informazioni sulle cliniche, sulle agenzie, sulle intermediazioni dei percorsi da fare, perché questo violerebbe un principio etico e, in un certo senso, anche legale.

Quali sono le implicazioni etiche nel passare informazioni riguardanti centri per la PMA?

Dietro alle pratiche di PMA vi è ovviamente anche un aspetto commerciale. In Italia la PMA è prevista solo per le coppie formate da uomo e donna, le coppie dello stesso sesso devono rivolgersi all’estero dove sono costrette a pagare per accedere ai percorsi.

Rimaniamo convinti che le informazioni sulle cliniche debbano passare attraverso le esperienze delle persone e non dall’Associazione. Gli aspiranti genitori arrivano da noi con tantissima confusione e parlare con altri che l’hanno già affrontato aiuta a chiarirsi le idee e a trovare la propria strada.

Quanto è importante allora comunicare e fare corretta informazione riguardo a temi così sensibili?

È fondamentale. Benché oggi ci siano Internet e i social, con tanti profili di genitori, coppie e persone LGBTQIA+, c’è un’ignoranza diffusa. La gente scrive senza sapere e ciò è pericoloso sia per le singole persone, sia per l’intera comunità.

In che modo?

Spesso le persone che desiderano diventare genitori vengono da noi per saperne di più e dobbiamo spiegare loro che, attualmente in Italia non è possibile adottare e che non esiste alcuna legge per il riconoscimento alla nascita. E può capitare che si facciano cause temerarie senza rendersi conto delle conseguenze per tutte e tutti.

Non tutte le battaglia possono essere combattute perché in certi casi una sconfitta si tradurrebbe con un passo indietro per tutta la comunità

Purtroppo non tutte le battaglie possono essere combattute perché conosciamo le ripercussioni che potrebbero portare. Eppure a volte una la coppia disperata – magari su consiglio di un avvocato senza scrupoli – ci prova lo stesso, perde, va a raccontare la sua storia sui social e poi tra i commenti ci si chiede perché Famiglie Arcobaleno non li abbia aiutati, quando invece avevamo detto loro che percorrere quella strada avrebbe potuto rivelarsi molto pericoloso».

Un appello al senso di comunità?

Per stare in un’associazione non bisogna pensare che il diritto al riconoscimento del proprio figlio venga prima di tutti gli altri.

È un pensare in modo collettivo e al bene comune, sapendo che a volte una vittoria può aiutare solo te ma una sconfitta può avere conseguenze su tutte le altre famiglie. Aderire a Famiglie Arcobaleno è una scelta e significa avere una visione a lungo termine e una prospettiva non solo nel qui e ora.

famiglia arcobaleno

In che modo siete riusciti a cementare un tale spirito di collettività?

Noi facciamo molte iniziative per le scuole, per gli insegnanti, convegni, congressi sociologici o psicologici, partecipiamo a ricerche, le validiamo con tesi, tutto su base volontaria. Le ricerche sono fondamentali. Non solo, ogni anno organizziamo due assemblee nazionali in cui tiriamo le somme sull’associazione, si fa il punto sui temi a noi più cari e aiutiamo le famiglie ad incontrarsi.

In questo modo i nostri figli possono fare esperienza diretta del fatto che non sono gli unici al mondo, ma esistono tanti altri bambini che vivono in famiglie come le loro. Poi i ritrovi servono anche a noi genitori per confrontarci, capire che le nostre battaglie sono anche quelle degli altri.

Esperienze diverse possono fornire spunti differenti e questo aumento il senso di comunità e di famiglia allargata.

Voi stessi non pretendete di rappresentare l’intera realtà delle famiglie omogenitoriali…

Ogni famiglia è diversa e questo è sempre un valore. Esistono anche molte persone che non vogliono far parte di questa comunità e pensano di aiutare i figli a “normalizzare” la loro situazione facendoli vivere esclusivamente tra famiglie eterogenitoriali. Io penso che prima di tutto dovremmo interrogarci su cosa sia “normale” e su come possa sentirsi un bambino o una bambina a crescere pensando di essere l’unica creatura al mondo con due genitori dello stesso sesso.

Mio figlio è un bambino come tutti gli altri? Sì, certo che lo è ma è anche differente perché ha due mamme. Se la normalizzazione vuol dire cancellare le differenze, diventa negativo prima di tutto per i più piccoli, comunque sia formata la sua famiglia.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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