Era il 2010 quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità divulgava le linee guida relative alla commercializzazione e divulgazione di alimenti e bevande analcoliche ai bambini. Siamo nel 2023 e l'OMS è dovuta tornare sull'argomento: i minori continuano infatti a essere bombardati da un marketing che li induce a consumare sempre più cibo spazzatura, ma la rotta deve cambiare.
Ora anche la Società Italiana di Pediatria ha preso la parola, chiedendo al Governo di adempiere alle linee guida mondiali per preservare il diritto alla salute di tutti i bambini e di tutte le bambine.
Bambini e cibo spazzatura
Un diritto inalienabile dei bambini e delle bambine – oltre a quello sacrosanto alla famiglia e alla felicità – è quello alla salute e al raggiungimento del loro pieno potenziale di sviluppo. Salute che, di fatto, sono gli adulti che li accudiscono a doverla garantire, non solo prendendosi cura nel momento del bisogno sanitario, ma anche attraverso le scelte e le abitudini quotidiane.
Il junk food, ovvero il cibo spazzatura eccessivamente processato e zeppo di grassi e zuccheri, è nemico di questo diritto e soprattutto è tra le principali cause di sovrappeso, obesità e altre patologie come il diabete. Anche infantile, e non solo in età adulta.
Le linee guida OMS
Negli ultimi tempi l'OMS è uscita quindi con nuove linee guida riguardo alle politiche per proteggere bambine e bambini dalle conseguenze del consumo di cibo spazzatura, intervenendo prima di tutto sul marketing. La Società Italiana di Pediatria ha deciso di inserirsi nella scia, chiedendo ufficialmente al Governo italiano di vietare la pubblicità di cibo spazzatura nei programmi tv e in streaming destinati a un pubblico di piccoli fruitori.
Annamaria Staiano, Presidente della Società Italiana di Pediatria, ha così commentato le linee guida:
Un documento che accogliamo con grande soddisfazione. Auspichiamo che anche il Governo italiano ne dia presto concreta applicazione nel nostro Paese, cominciando con il vietare o limitare la pubblicità di cibo spazzatura nei programmi televisivi destinati ai bambini e sui media digitali.
Queste linee guida, di fatto, suggeriscono ai Paesi di attuare politiche obbligatorie per tutelare i minori dalla pubblicità di alimenti e bevande analcoliche ad alto contenuto di grassi saturi, grassi trans, zuccheri e sale (Hfss).
La colpa è (anche) del marketing
Di base, a essere pericoloso è il marketing, tanto quanto gli alimenti in sé. Lo dice anche l'OMS e lo ribadisce Staiano: "Il marketing alimentare è una minaccia per la salute pubblica. (…) Le tecniche di commercializzazione di cibi malsani influiscono negativamente sulle scelte alimentari, sulle richieste di prodotti dei bambini agli adulti, ma anche sui comportamenti e le convinzioni legate al cibo. L'incremento dell'uso del marketing digitale, in particolare, è motivo di crescente preoccupazione perché amplifica questi messaggi e il coinvolgimento dei bambini".
Junk food: non solo hamburger
Uno dei problemi a cui si va incontro, tuttavia, è anche quello relativo alla percezione della salubrità degli alimenti. Quando si sentono le diciture "junk food" o "cibo spazzatura" si pensa subito a patatine fritte e hamburger pieni di salse, ma questi cibi rappresentano solo la punta dell'iceberg.
I genitori devono considerare che anche merendine processate, bevande zuccherate, biscotti e carne rossa (per esempio) sono cibi da limitare, inserendoli solo occasionalmente nella dieta dei bambini e delle bambine, preferendo sempre verdure, frutta di stagione e preparazioni casalinghe, con un utilizzo limitato di grassi e zuccheri.