In che modo i genitori possono influenzare il malessere psicologico dei loro figli? Quanto lo stile educativo e di attaccamento che i piccoli ricevono può incidere sulla loro crescita?
Molti genitori si sono spesso interrogati sull’effetto dei loro comportamenti e delle loro emozioni sulla vita dei propri figli, ma non sempre è facile dare una risposta ad un quesito tanto complesso.
Senza dubbio, i genitori costituiscono per i figli il principale modello educativo, emotivo e relazionale. Tanto più i bambini sono piccoli tanto più i genitori incarnano per loro dei modelli da seguire e a cui fare riferimento per comprendere ed esplorare il mondo.
Nella mente dei piccoli tutto ciò che dice, mostra e racconta il genitore è di per sé verità assoluta e dogma incontrovertibile, e la sua esperienza del mondo è perlopiù mediata dall’esperienza del genitore.
Attaccamento (dis)organizzato
Avete mai notato che la maggior parte dei bambini al parco, se cadono, prima ancora di rendersi conto se si sono fatti male o meno guardano la faccia di mamma o papà? A quel punto decideranno se quella sensazione di dolore potrà o meno diventare tristezza e inizieranno a piangere.
È una sequenza che dipende da molti fattori, come per esempio l’entità della caduta, la fuoriuscita o meno del sangue, la presenza di altre persone, il temperamento del bambino. Ma soprattutto… dall'espressione dei genitori e dalla loro reazione di fronte a quella caduta.
Questo rispecchiamento si verifica anche in altri casi. Ad esempio, se un genitore mostra angoscia quando il proprio partner si allontana (in caso di lite, separazione o viaggio di lavoro) tale reazione emotiva verrà considerata come legittima, auspicabile e l’unica possibile da parte del bambino. Ciò vale per qualsiasi tipo di situazione, esperienza di apprendimento, emozione e relazione positiva o negativa.
La relazione tra genitore e figlio costituisce il primo legame di attaccamento su cui il piccolo avrà l’imprinting. Che cosa significa? Significa che il modello di attaccamento, che non è altro che lo stile relazionale e affettivo instaurato con il genitore, verrà riproposto nella relazione con gli altri significativi (maestre, compagni di classe, amici e partner).
Quando i genitori hanno un impatto negativo sui figli?
Quando le figure di attaccamento quali mamme e papà diventano fonte di ambivalenza e minaccia, i bambini svilupperanno un attaccamento disorganizzato. Questo stile affettivo-relazionale si caratterizza per la presenza di comportamenti contraddittori con ricerca di contatto con l’altro alternata da comportamenti di evitamento e blocco.
La qualità del legame di attaccamento ha un impatto importante su diversi processi evolutivi:
- Incide sull’autostima perché un bambino che non si sente amato, valorizzato e considerato “speciale” dal proprio caregiver è un bambino che non impara a percepirsi come una persona forte e competente, degna di cure e amore
- Fornisce i primi e importanti strumenti con cui il bambino può iniziare a costruire la sua indipendenza
- Favorisce la regolazione emotiva, il funzionamento sociale e le abilità cognitive
Un attaccamento disorganizzato porta ad avere nel tempo maggiori difficoltà nelle relazioni sociali, nelle capacità attentive e nell’empatia. È inoltre un fattore predisponente per l’insorgenza di alcuni disturbi psicopatologici, con esordio soprattutto in adolescenza, tra i quali l’ansia, la depressione, i disturbi alimentari e nei casi più gravi anche i disturbi psicotici. Inoltre, chi presenta uno stile di attaccamento disorganizzato può sviluppare sintomi dissociativi ed essere maggiormente predisposto alla comparsa del Disturbo da Stress Post-Traumatico.
I rischi di pratiche educative e relazionali sbagliate
Pratiche educative e relazionali sbagliate possono contribuire al malessere dei bambini. Un esempio? Quando un genitore vuole insegnare al figlio il comportamento corretto attraverso la paura o la violenza.
Ricordiamo che il genitore è una figura di attaccamento che rappresenta un modello educativo e di vita per il piccolo e, in quanto tale, è tenuto a garantirgli protezione e una base sicura. Tuttavia, se fa leva sulla paura o sulla violenza per educarlo, rischia di diventare una fonte di minaccia.
Esempi lampanti di pratiche educative sbagliate li si ritrovano purtroppo anche su TikTok, dove ultimamente circolano video in cui i genitori impartiscono insegnamenti ai figli mostrando il bastone e colpendo la bambola oppure il pupazzo, come a dire: “Se non ti comporti come ti dico, questa è la punizione che ti aspetta”. Filmati del genere destano preoccupazione e sconforto nell’opinione pubblica e nel modo dei servizi educativi e della salute mentale.
Nel cervello di un bambino piccolo educato con la paura, infatti, si instaura un meccanismo per cui il genitore è sia fonte di protezione (perché probabilmente in altre situazioni avrà fornito aiuto e cure, cullandolo, dandogli delle carezze prima di dormire) che, contemporaneamente, di minaccia.
Questo genera non poca confusione nello sviluppo dei modelli relazionali che il bimbo struttura proprio a questa età e influenzerà il suo stile relazionale con insegnanti, amici, partner e con i diversi protagonisti della sua vita.