Quando si parla di bilinguismo, ci si chiede spesso come possa crescere un bambino che, ad esempio, ha i genitori che parlano lingue differenti o che vive in un Paese straniero e quindi parla la "sua" lingua e deve per forza imparare quella del luogo dove si trova. Uno dei tanti modi che esistono per crescere bambini bilingue è il metodo OPOL (One Parent One Language). Come suggerisce il nome stesso (in italiano «un genitore, una lingua») prevede che ciascuno dei due genitori parli la propria lingua madre al figlio. Si può usare anche in caso di genitori non madrelingua, che magari conoscono molto bene un'altra lingua e vogliono insegnarla ai loro figli. Scopriamo come funziona.
Cos'è il metodo OPOL
Il metodo OPOL è stato ideato dallo studioso francese Maurice Grammont, per educare al bilinguismo le famiglie miste, anche se si può adottare anche in assenza di genitori bilingui, in caso di conoscenza ad alto livello di una lingua che non è quella madre. OPOL è un acronimo che sta per "one parent, one language" e consiste nel fatto che i due genitori si rivolgono al bimbo nella propria lingua madre. In questo modo il piccolo è esposto fin dalla più tenera età a due lingue.
Prima si comincia con il bilinguismo, meglio è. Ci sono studi che svelano che il momento migliore per apprendere una nuova lingua è tra la nascita e l'inizio della scuola primaria.
Come funziona il metodo OPOL
Il metodo OPOL permette di insegnare due lingue ai bambini praticamente fin dalla nascita. Ogni genitore viene identificato con la sua lingua madre (o quella scelta, in caso solo di elevata conoscenza, però). In questo modo i bambini ascoltano i due codici linguistici con semplicità, senza fenomeni di code-mixing, in modo da non confondersi con parole, sintassi, fonetica.
Ogni genitore, però, deve sempre esprimersi nella lingua madre o quella che si conosce meglio. Questo aspetto è fondamentale: non bisogna mai passare da una lingua all'altra, ma essere sempre coerenti in presenza del piccolo, per non creare, appunto, confusione.
Quali sono i vantaggi
Secondo gli esperti, il metodo OPOL, se utilizzato bene, è il modo migliore per educare i bimbi al bilinguismo fin dalla più tenera età. Questo perché:
- l'unicivocità dell'esposizione alle lingue aiuta i bimbi a sviluppare la consapevolezza di parlare due lingue
- avere due genitori che parlano sempre una lingua diversa facilità ad apprendere meglio suoni, parole, regole
- il metodo consente di allenarsi continuamente anche nella lingua "minoritaria" e non solo in quella maggiormente parlata dove si vive
Quali sono gli svantaggi
Come ogni metodo, non ha solo vantaggi, ma anche svantaggi, anche se non sono molti. I limiti di questo sistema sono dati dal fatto che è molto rigido e non ammette sbagli: ognuno dei due genitori deve parlare solo la propria lingua madre o quella scelta. Può capitare di confondersi o di rispondere al bambino anche se ci parla nell'altra lingua, magari anche solo per distrazione. E questo non deve accadere, anche se non sempre è facile.
Inoltre, un altro limite è posto dal fatto che i due genitori dovrebbero essere presenti in maniera uguale nella vita del bambino. Se uno dei due è spesso fuori, magari per lavoro, viene meno uno dei vantaggi principali del metodo che espone contemporaneamente i piccoli a due lingue. In questo caso, quella parlata dal genitore più assente sarà fortemente penalizzata in quanto apprendimento della stessa.