Quello dei troppi stranieri che rallentano l'apprendimento e mettono in difficoltà gli insegnanti è un vecchio cavallo di battaglia della Lega e stavolta è stato lo stesso segretario di partito a riproporre pubblicamente la questione. Il vicepremier e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini è tornato infatti a parlare d'immigrazione e istruzione a Porta a Porta nel corso della puntata del 27 marzo 2024 in cui si stava discutendo dell'ormai celebre scuola di Pioltello, rimasta chiusa per la fine del Ramadan.
«È un segnale di cedimento e arretramento chiudere per il Ramadan» ha commentato il Ministro, mostrando una certa divergenza d'opinioni con quanto recentemente espresso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattearella, il quale ha invece elogiato pubblicamente l'iniziativa della scuola lombarda.
Ed è proprio a margine di questa dissertazione che Salvini ha ribadito la propria posizione in merito all'integrazione scolastica. Per il leader leghista infatti, una concentrazione troppo elevata di ragazzi stranieri potrebbe porre un'ostacolo al percorso d'apprendimento della classe.
«Bisogna mettere un tetto agli alunni stranieri in ogni classe, per tutela loro e per tutela anche di tutti gli altri bambini– ha affermato Salvini – Un 20% di bambini stranieri in una classe è anche stimolante perché conosci lingue e culture. Ma quando gli italiani sono il 20% dei bambini in classe, come fa una maestra a spiegare? Altrimenti chi ha i soldi sposta il bimbo e lo manda a scuola privata, chi non ha i soldi è costretto a rallentare il proprio bambino».
Insomma, per il Ministro dei Trasporti la scuola deve attrezzarsi per diluire i bimbi non italiani all'interno delle singole classi e anche il Ministro dell'Iistruzione e del Merito, Giuseppe Valditara ha fornito una sponda al collega leghista
«Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani» ha chiosato Valditara.
Un'idea che però non appare così nuova, anche perché il limite invocato dai due ministri esiste già da più di 10 anni.
Un circolare del 2010 firmata dall'allora ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini del PDL (il partito di Berlusconi che all'epoca governava proprio con la Lega di Salvini) aveva infatti imposto il già citato "tetto" per i minori non-italiani ad un massimo del 30% degli iscritti, con una possibilità di deroga in base ai casi e all'utenza del singolo istituto, o, al contrario la facoltà di ridurre ulteriormente il limite in presenza di un consistente numero di alunni con poca padronanza della lingua italiana.
Insomma, la scuola italiana sembra già avere gli strumenti per scongiurare le insidie ipotizzate dal Ministro Salvini, senza parlare poi del fatto che la grande maggioranza degli studenti che al momento vengono istituzionalmente riconosciuti come "stranieri" sono nati e cresciuti nel nostro Paese.
Ma questo è un altro (non) problema.