Dopo il decreto dello scorso 31 maggio pubblicato dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, la scuola italiana si prepara a specializzare 29.061 nuovi insegnanti di sostegno entro l'anno scolastico 2024/2025 per venire incontro alle esigenze di migliaia di ragazzi e ragazze con disabilità che hanno bisogno di un aiuto quotidiano per poter completare e valorizzare il proprio percorso di studi.
Il procedimento è stato avviato con il cosiddetto Tirocinio Formativo Attivo (Tfa) VIII ciclo e cercherà di colmare l'annosa mancanza di docenti di sostegno che da tempo rende la scuola pubblica un sistema ancora non sufficientemente inclusivo e accessibile a tutti.
Le polemiche però non si sono certo fatte attendere: benché l'ingresso di nuovi insegnanti formati rappresenti sempre una risorsa, a preoccupare i critici della procedura è il criterio con cui questi specializzandi saranno distribuiti sul territorio.
Stando ai dati forniti dal MIUR, infatti, più della metà dei posti sarà destinata a specializzandi residenti nelle regioni meridionali (16.256 posti, circa il 56%), mentre al Nord verrà riservata solo una fetta decisamente minore (13% , 3.875 posti). Il restante 31% invece sarà destinato alle regioni del Centro
Il problema però è che le maggiori lacune in fatto d'insegnanti di sostegno si riscontri proprio nella parte settentrionale del Belpaese.
Come scritto da Repubblica in un articolo del 5 giugno, l'esempio più lampante di una simile incoerenza si registra in Lombardia, la regione più popolosa e, dunque, con maggiori studenti d'Italia.
Qui il prossimo settembre le scuole apriranno i battenti con oltre 9.000 richieste per insegnanti di sostegno che non troveranno risposta, anche perché le nuove assunzioni che dovrebbero attivarsi entro agosto non riusciranno certo a sopperire alla domanda, obbligando gli istituti a ricorrere ai docenti precari (che però spesso non sono adeguatamente preparati allo specifico compito) per tappare i buchi.
Si comprende bene quindi come il numero esiguo di nuove leve previste dal TFA VIII ciclo non possa pretendere di migliorare più di tanto la la situazione.
Come mai questa disparità?
A decretare il numero di posti assegnabili non è il Ministero in sé, ma sono le Università italiane che qualche mese prima del decreto avanzano le proprie candidature per organizzare i corsi di specializzazione.
Ciò significa che nelle aree dove gli Atenei risultano maggiormente attivi nell'offrire simili corsi si andrà a concnetrare il maggior numero di posti disponibili.
Le Università naturalmente ricavano un introito economico non indifferente per un simile servizio e vi sono Atenei che riescono a coprire diverse voci di spesa grazie a queste entrate.
Come si strutturerà il Tfa VIII ciclo?
Stando al decreto n. 694 formato dal Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, i corso seguiranno una fase di preselzione composte da due prove (una orale e una scritta) per decretare i partecipanti ai corsi.
Le date delle preselzioni per i vari indirizzi saranno:
- 4 luglio 2023: prova scuola dell’infanzia
- 5 luglio 2023: prova scuola primaria
- 6 luglio 2023: prova scuola secondaria di I grado7
- luglio 2023: prova scuola secondaria II grado
Tutti i percorsi di specializzazione dovranno essere terminati entro il 30 giugno 2024.