Gomiti sul tavolo, mani sulle tempie, sguardo assorto puntato sulla scacchiera. Nella testolina di Leonardo si intrecciano, come su una tela immaginaria di scacchi bianchi e neri, calcoli, ragionamenti, regole. Fino a quando la mossa finale arriva. È scacco macco, ha battuto il suo avversario a Budapest, e a 10 anni è Maestro di scacchi.
Leonardo Vincenti, classe 2012, vive con mamma Daniela, papà Francesco e Lorenzo, il fratellino di 7 anni, a Mozzo, un piccolo comune in provincia di Bergamo. Nel 2020, durante la pandemia, ad appena 8 anni, inizia ad appassionarsi al gioco degli scacchi. «Prima giocava a calcio, andava a nuoto e ad arrampicata, – racconta papà Francesco a Wamily – ma con il Covid le attività si sono interrotte, è rimasto a casa, e per non annoiarsi ha iniziato a giocare a scacchi online». La passione cresce giorno per giorno insieme al proficuo allenamento, anche se il suo attuale istruttore, Giulio Borgo, assicura che, quando poco più di un anno fa l’ha conosciuto, «sembrava che giocasse a scacchi da una vita».
Nel gennaio 2021 i genitori lo iscrivono a un circolo scacchistico di Milano. Alla prima lezione conoscitiva, Leonardo batte uno degli istruttori. Impressionati dalla sua performance, gli allenatori lo inseriscono nel gruppo dei ragazzini agonisti e Leonardo inizia a frequentare con continuità il corso. Dopo appena tre mesi, arriva la prima inaspettata vittoria. «Ad aprile 2021 ha partecipato al torneo provinciale di Milano, consapevole di avere poca esperienza, anche perché fino a quel momento aveva sempre e solo giocato online, senza mai sedersi a tavolino – continua il papà – , e invece contro ogni pronostico ha vinto».
Fresco di vittoria, il piccolo inizia ad allenarsi con continuità. A febbraio 2022 subentra, ad affiancarlo nelle lezioni, Giulio Borgo, scacchista italiano Maestro Internazionale, che lo segue un’ora e mezza settimana nell’affinamento delle tecniche e delle regole teoriche di gioco. Cinque mesi più tardi, a luglio, si aggiunge Alessio Valsecchi, Grande Maestro e allenatore Fide, che cura la parte dinamica del gioco, scontrandosi con il piccolo allievo in avvincenti testa a testa a tavolino. «Alla prima lezione con Leonardo son partito con calma perché sapevo che aveva un’esperienza limitata, – racconta a Wamily Giulio Borgo – ma lui mi veniva dietro con una facilità spiazzante, rimasti totalmente sorpreso da come già masticasse teorie sofisticate… Non avevo mai visto nulla del genere prima».
Inizia la vertiginosa escalation di Leonardo, che brucia rapidamente le tappe, mossa dopo mossa, viaggiando tra Italia, Germania, Francia, Svizzera. A novembre 2022 stabilisce un record italiano, a giugno 2023 ottiene la norma di Maestro e tra il 21 e il 27 agosto partecipa al torneo internazionale di Budapest, dove sfonda il muro dei 2200 punti elo (il sistema che quantifica la forza di un giocatore), aggiudicandosi il prestigioso titolo di Maestro nazionale. Ora è nella top 20 al mondo nella categoria Under 12.
«Fin da piccolo gli abbiamo proposto giochi di potenziamento cognitivo, – racconta il papà – di sera giocavamo a giochi da tavola, di strategia, con la tv spenta». «Il telefono non ce l’ha e guarda quasi mai i cartoni animati, – risponde Francesco – però utilizza pc e tablet per studiare e per giocare perché le lezioni e le partite di scacchi a volte sono online».
Anche se è già stato ribattezzato il «piccolo principe della scacchiera», «enfant prodige», «piccolo genio», Leonardo è un ragazzino di 10 anni come gli altri con una passione e una dedizione sconfinate per gli scacchi. «È un bambino normalissimo e tranquillo, – commenta il papà – non ha grandi pretese, a scuola è bravo in matematica e in scienze, ed è innamorato degli scacchi e in generale dello sport: adora guardare in tv le partite di calcio, i tornei di tennis, le Olimpiadi. Non è vero che è questione di talento: il talento ti porta fino a un certo punto, per il resto è disciplina, sacrificio, allenamento».
In effetti, Leonardo si esercita duramente, dedicando gran parte delle sue giornate allo studio degli scacchi. «Quando va a scuola si allena 2-3 ore al giorno, mentre quando è in vacanza di più» risponde Francesco.
All’aria i pregiudizi: il gioco degli scacchi non è noioso, e aiuta a sviluppare competenze cognitive che, nell’era degli schermi digitali e della velocità, sono merce rara che inizia a scarseggiare. «Leonardo è umile e adora giocare, – spiega l’istruttore Giulio Borgo – . La gente tende erroneamente a credere che chi gioca a scacchi fin da piccolo venga obbligato, senza rendersi conto che a giocare a scacchi ti diverti, e tanto: ragioni, giochi, vinci, perdi, sudi, approfondisci. I ragazzini hanno un piacere enorme a giocare a scacchi, che è un gioco con potenziale educativo e cognitivo notevole». Ne ha avuto prova sul campo Giulio Borgo, che per cinque anni ha tenuto dei corsi di scacchi ai bambini di cinque scuole primarie nel Lecchese. «Gli scacchi aiutano a concentrarsi in maniera prolungata e profonda su un singolo soggetto, un’abilità che si sta andando perdendo oggi con l’avvento del digitale – spiega l’esperto -. Gli scacchi insegnano anche l’autocontrollo ai piccoli, a gestire le loro emozioni durante la partita: anziché scoppiare in un pianto isterico, devi capire quale mossa hai sbagliato… È una palestra di crescita personale». Un’abilità, quella della concentrazione, che Leonardo esercita a lungo, dato che le partite agonistiche durano fino a cinque ore l’una.
Da grande Leonardo sogna di diventare uno scacchista professionista. Non è un sogno campato in aria, anzi, secondo il suo istruttore Borgo il piccolo bergamasco ha la stoffa per diventare un grande campione. «Secondo me Leonardo diventerà un giocatore della nazionale nel giro di circa tre anni». Se il pronostico del Maestro si rivelerà azzeccato, Leonardo si ritroverebbe a 14 anni a giocare con colleghi di 25-30 anni.
«Sono contento che a 10 anni abbia una passione, – ammette il papà – a volte parlo con ragazzi di 20-25 anni che purtroppo non hanno le idee chiare e non sanno cosa fare… Non importa se un giorno cambierà idea e non vorrà più giocare a scacchi, adesso Leonardo è felice, e lo siamo anche noi».