Come mai in un certo periodo dell'anno alcuni compagni di classe smettono di mangiare insieme agli altri? Si tratta di una domanda molto comune per i bambini che, durante la merenda o l'ora della mensa, si accorgono come alcuni dei loro amici smettano di toccare cibo per diverse settimane. È il momento allora di parlare loro del Ramadan, il mese più sacro per i musulmani.
Perché si digiuna?
Moltissime religioni prevedono ciclici momenti dell'anno in cui i fedeli vengono chiamato a purificarsi l'anima per prepararsi al meglio ad una festività importante.
Questa purificazione spesso avviene tramite l'astensione dal cibo, considerato un po' come l'emblema della materialità della natura umana e che quindi viene ridotto (o addirittura escluso) in modo da far soffrire un po' il corpo e alleggerire lo spirito.
Pensiamo ad esempio alla Quaresima cattolica, il periodo di quaranta giorni di avvicinamento alla Pasqua in cui – almeno in teoria – i credenti dovrebbero astenersi dai peccati di gola e osservare il digiuno durante il venerdì. Un tempo quest'ultimo precetto era molto praticato, anche se oggi l'usanza si è un po' mitigata e i cattolici praticanti si limitano perlopiù a mangiare di magro (niente dolci o carne rossa).
Anche il Ramadan dei musulmani dunque, rientra in questa tipologia di rituali dove digiuno diventa il protagonista del rapporto tra la comunità di fedeli e la divinità.
Che cos'è il Ramadan?
Il Ramadan in realtà non è una festa, ma il nome del nono mese del calendario lunare islamico. Secondo la tradizione, durante questo periodo il profeta Maometto ricevette da Allah i primi versetti (sure) del Corano, il libro sacro dell'Islam.
Si tratta dunque di un periodo importantissimo per i musulmani, i quali infatti lo celebrano con pregando, astenendosi dai peccati del corpo e, soprattutto, digiunando durante il giorno.
Il digiuno rituale (Sawm) è infatti l'elemento più conosciuto (e, a suo modo, affascinante) del Ramadan. Questa astensione dal cibo dura per tutto il mese e viene praticata dall'alba al tramonto. Solo dopo il calar del Sole – quando, come recita un versetto coranico, un filo bianco non è più distinguibile da un filo nero – i musulmani possono riunirsi a tavola e rifocillarsi con cibi e bevande.
Questo divieto di mangiare e bere durante il giorno vale per tutta la Umma, la comunità dei musulmani, tranne che per i malati, gli anziani, i bambini troppo piccoli, chi è in viaggio per lavoro e le donne incinte.
Il ramadan non è pero solo digiuno. In questo periodo si prega molto, si compiono opere di bene e ci ritrova con amici e parenti. Alla fine del mese poi, si festeggia l'ingresso nel nuovo mese, lo Shawwal, con celebrazioni e ricchi banchetti.
Perché il Ramadan cade ogni anno in date diverse?
A differenza del "nostro" Natale, il Ramadan non ha date fisse. Questo perché il calendario lunare usato dai musulmani ha meno giorni di quello solare (10/11 in meno) e dunque ogni anno il mese di digiuno cade in un momento diverso dell'anno solare, andando "a ritroso" nel calendario.
Nel 2023, ad esempio, il Ramadan inizia il 23 marzo, ma nel 2026 cadrà a metà febbraio.
Come spiegare il Ramadan a scuola?
La scuola è forse il luogo principale in cui i bambini entrano in contatto con culture diverse e alcune abitudini – come appunto l'astensione dal cibo per motivi religiosi – possono diventare oggetto di curiosità per gli altri compagni. Perché allora non approfittarne per trasformare l'occasione in un momento d'apprendimento?
Parlare di religione in classe non è sempre facile, tuttavia ci si potrebbe soffermare sugli aspetti culturali dietro al rito. Andare alla scoperta dei racconti, delle tradizioni e, perché no, dei cibi tipici consumati durante questo periodo può aprire gli orizzonti di un bambino e mostrargli altri modi di vivere la comunità e, soprattutto, la propria spiritualità.