Il Consiglio regionale del Veneto ha inviato al Parlamento una proposta di legge per permettere ai genitori di rimanere a casa dal lavoro per badare ai figli ammalati fino ai 14 anni d'età.
Benché presentata da un'istituzione regionale dunque, l' idea presentata in aula dal vicepresidente del Consiglio Nicola Finco (in quota Lega – Liga Veneta) punta a modificare la legge nazionale 53/2000 sui congedi parentali, consentendo a tutti i genitori italiani di estendere la possibilità di astenersi dalle mansioni lavorative anche in caso di malattia di figli in età preadolescenziale, quando cioè si presume abbiano già raggiunto un certo livello di autosufficienza.
Al momento infatti la normativa in vigore consente ai lavoratori dipendenti ottenere permessi retribuiti per tutta la durata della malattia dei minori fino ai 3 anni, mentre dal quarto all'ottavo anno di vita del minore un genitore può assentarsi dal proprio impiego per un massimo di cinque giorni all'anno e senza alcuna retribuzione.
Si tratterebbe dunque di un deciso cambio di rotta, con un costo complessivo che secondo le stime si aggirerebbe poco più di 2,3 milioni di euro a livello nazionale. Un prezzo che la maggioranza giustifica con la necessità di rendere più semplice la conciliazione lavoro-famiglia per i genitori.
«L'iniziativa legislativa del Consiglio veneto parte dal presupposto che sino ai 14 anni di età i ragazzi non sono ancora autosufficienti, e hanno ancora bisogno delle cure e dell'assistenza dei genitori – ha affermato Finco in una nota riportata dal sito del Consiglio del Veneto – Pertanto, in caso di malattia, i genitori devono essere aiutati a coniugare il rispetto del contratto di lavoro con l'obbligo parentale di continuare a offrire cura e assistenza domestica ai propri figli, senza dover consumare giorni di ferie».
Dall'eventuale modifica della legge rimarranno però escluse le famiglia omogenitoriali.
La consigliera pentastellata Erika Baldin aveva infatti proposto di allinearsi con le sentenze della recente giurisprudenza e permettere anche alle coppi omosessuali con figli di beneficiare dell'eventuale estensione del congedo, ma l'emendamento è stato respinto dalla votazione in aula.