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4 Marzo 2024
12:55

In Corea del Sud le neomamme scelgono i centri per il post parto: per loro ore di sonno, pasti serviti in camera e biancheria pulita

I joriwon rinominati "alberghi per la maternità" sono dei centri di cura post-partum che in Corea del Sud vengono scelti da 8 mamme su 10. Qui le donne trascorrono i primi 20 giorni dopo il parto, dormendo quante ore desiderano, partecipando a corsi di primo soccorso, di pilates o yoga. Tra i benefit anche pasti serviti in camera e biancheria sempre lavata, mentre i neonati sono sotto l'occhio vigile del personale specializzato.

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In Corea del Sud le neomamme scelgono i centri per il post parto: per loro ore di sonno, pasti serviti in camera e biancheria pulita
maternità

A Seoul in Corea del Sud esistono, e spopolano, i centri di assistenza post partum che garantiscono alle neo-mamme il lusso di un sonno tranquillo e rigenerante dopo aver dato alla luce un bimbo.

Nell’aspetto e nel prezzo, questi centri di cura post parto non hanno nulla di meno che degli alberghi a 5 stelle, vengono infatti rinominati "gli alberghi della maternità". All’interno ci sono solamente stanze dedicate alle neo-mamme e ai loro bambini che, per due o tre settimane, ricevono cure dal personale specializzato.

A sembrare strana è forse la collocazione, la Corea del Sud, infatti, registra da anni un drastico crollo delle nascite, con tassi medi di nascite per le donne in età fertile, inferiori allo 0.8. I motivi delle tantissime culle vuote e delle intere aule senza studenti sono i più disparati, ma sicuramente l’alto costo della vita, degli appartamenti, le poche risorse investite dal governo in politiche a favore dell'infanzia e le poche opportunità di lavoro stabile per i giovani adulti fanno la loro parte nella decisione delle giovani coppie di rimandare oppure evitare la genitorialità.

I centri pubblici sono pochissimi e quelli privati hanno prezzi vertiginosi

Questi joriwon, così si chiamano i centri di cura e relax per le neomamme, ambitissimi in Corea del Sud e con liste d'attesa chilometriche, non sono certo per tutti. Le strutture pubbliche sul territorio, in cui le prenotazioni avrebbero anche costi abbordabili, sono pochissime, appena 19. A questo punto le mamme possono dirottare i loro interessi sulle strutture private ma i prezzi sono vertiginosi, si stima che il centro il più costoso, che si trova a Gangnam, preveda un costo 38 milioni di won, quasi 27.000 euro, per due settimane di pernottamento. Nonostante ciò la richiesta è altissima: l’81.2% delle madri coreane sceglie di trascorrere i suoi primi giorni dopo il parto in queste strutture.

Come biasimarle, sono innumerevoli i servizi proposti da questi centri per coccolare le donne post partum. Una giornata tipo inizia innanzitutto con le giuste ore di sonno. I neonati, infatti, sono costantemente nella nursery, sotto l’occhio vigile del personale specializzato, è la mamma a decidere quando e per quanto tempo desidera tenere la culla accanto a sé nella sua stanza privata.

mamme coreane

Le giovani mamme non devono occuparsi neppure del proprio sostentamento, i pasti vengono serviti in camera tre volte al giorno e sono ben diversi dal cibo proposto dagli ospedali. Pietanze fresche vengono sfornate quotidianamente per soddisfare i palati delle neo-mamme. Tra i piatti che le donne ricevono ce n’è uno, in particolare, della tradizione coreana, una zuppa a base di alghe, miyeokguk, che viene servita tradizionalmente nel post parto per l’alto contenuto di iodio e calcio.

Per quanto riguarda invece il nutrimento dei bambini, le mamme possono allattarli al seno nella sala comune, così da scambiare anche qualche chiacchiera con le altre genitrici e con le ostetriche che si occupano di controllare l’attaccamento al seno del piccolo. Ma non sono certo indotte o obbligate ad allattare al seno, le mamme che scelgono il nutrimento in polvere per i loro piccoli, possono decidere se allattarli comunque nella sala di allattamento o lasciare che a farlo sia il personale specializzato.

Nessun problema di lavatrici continue per tutine sporche, bavaglini, e qualsiasi tipo di indumento, il personale del centro post-partum ogni sera alla stessa ora passa a ritirare nelle stanze ciò che deve essere lavato e lo riconsegna l’indomani pulito e profumato.

Durante il giorno le mamme assistono a corsi sul primo soccorso pediatrico, su come far fare il ruttino al loro bimbo, come prenderlo in braccio senza arrecargli alcun tipo di danno, come cambiargli il pannolino o abituarlo alla nanna.

A scegliere le strutture di cura post partum sono 8 neomamme coreane su 10

Nella struttura ci sono specialisti di qualsiasi tipo: ostetriche, infermieri e medici specializzati, ma anche nutrizionisti, istruttori di pilates, ad esperti del benessere post partum. Le mamme possono essere coccolate da rilassanti massaggi, accedere alle lezioni di yoga o pilates, fare pediluvi e trattamenti al corpo quando desiderano.

I giudizi su queste strutture sono i più disparati, c’è chi pensa che i neonati abbiano costante bisogno della madre fin dai primi giorni dopo il parto e trova incommentabile che non sia lei ad occuparsi di lui. E chi invece, un po' più illuminato, ritiene che questi centri, diano alla donna il giusto tempo per riprendersi, per pensare a sé e soprattutto per farlo insieme ad altre donne, con le quali condividere i disagi del post partum.

La verità è che le difficoltà che le donne vivono nel post partum, compresa la solitudine e il cambio della propria routine che spesso vivono senza il supporto del compagno o della compagna che ha già ripreso a lavorare, non tardano comunque a farsi sentire. Una donna intervista dal New York Times ha infatti affermato "La vita vera inizia dopo quei 20 giorni che ci concediamo nella struttura, per prenderci cura di noi". L'affluenza altissima delle mamme coreane però fa pensare a quanto sia importante aiutare le donne nella ripresa dopo il parto, smettendo di farle sentire sbagliate perché hanno bisogno di prendersi cura di sé, oltre che del loro bimbo.

Riprendere a vivere la propria vita da donne serene è sempre un gesto d'amore per il proprio bambino e se per farlo si ha bisogno di 20 giorni di riposo, che male c'è?

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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