Viviamo in Paesi industrializzati, sviluppati, progrediti, eppure l’aria che respiriamo in Europa uccide più di un migliaio di fanciulli all’anno. Oltre 1.200 bambini e adolescenti che vivono nel nostro continente sono ogni anno le vittime silenziose di uno dei morbi del ventunesimo secolo, l’inquinamento. A stimarlo è l’Agenzia Europea dell’Ambiente, che nel suo ultimo rapporto, sciorina numeri e informazioni allarmanti sulla salute dei più piccoli in Europa, minata dagli effetti nocivi dello smog, seppure riconosca un miglioramento generale della qualità dell’aria. Tra le cause principali dell’aria contaminata che uccide i nostri figli, troviamo il traffico, il riscaldamento e l’industria. Il rapporto invita, quindi, i governi a intervenire con politiche mirate a ridurre l’esposizione dei più giovani all’inquinamento, per esempio attraverso l’inverdimento delle aree limitrofe alle scuole.
I minori sono più suscettibili degli adulti all’inquinamento
I più piccoli sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento atmosferico, fin da quando sono nel grembo materno. Come spiega il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, la frequenza respiratoria dei più piccoli è superiore a quella degli adulti, e i fanciulli, a causa della loro altezza fisica, respirano aria più vicino al suolo, dove sono concentrati gli scarichi del traffico. I loro polmoni sono ancora in fase di sviluppo, così come i loro sistemi immunitari, che sono più deboli di quelli dei genitori. Trascorrono in media più tempo all’aria aperta dei grandi, fuori di casa o nel giardino dell’asilo, svolgono più attività fisica e si spostano regolarmente fra casa e scuola, respirando aria contaminata.
Gerardo Sanchez Martinez, esperto di ambiente e salute presso l'AEA, ha dichiarato: «Non si può pensare ai bambini come a piccoli adulti, quando si parla di inquinamento atmosferico. Sono colpiti dall'inquinamento già nel grembo materno, e continuano a esserlo all'asilo e oltre. Stiamo deludendo i nostri figli per l'inquinamento atmosferico».
L’Italia è il Paese europeo che ha registrato le concentrazioni più elevate di particellato nel 2021 e 2022 e la Pianura Padana rimane fra le zone più colpite del continente dall’inquinamento atmosferico. Per valutarne i danni sulla fascia d’età più tenera, lo scorso autunno l’associazione “Cittadini per l’aria” aveva creato una cartina di Milano per misurare l’inquinamento da No2 quasi strada per strada, inserendo all’interno le oltre mille scuole della città, dagli asili ai licei. L’analisi aveva messo in luce un quadro allarmante: sono 110.000 i bambini e gli studenti che solo a Milano respirano quotidianamente aria nociva.
Tra l’altro, in Italia, così come nel resto d’Europa, le scuole scarseggiano di aree verdi. Secondo il rapporto, è verde poco più del 10% dell'area entro un raggio di 300m dalle scuole e solo il 6% è coperto da alberi. Fanno eccezione i Paesi del Nord, gli unici nel continente ad ospitare una vegetazione più fiorente intono alle strutture educative. Alberi, parchi e giardini che, oltre a rinverdire il paesaggio, giocano un ruolo di primo piano nel miglioramento della qualità dell'aria.
Conseguenze dell'inquinamento su bambini e adolescenti
La bassa qualità dell’aria comporta basso peso alla nascita, asma, ridotta funzionalità polmonare, infezioni respiratorie e allergie nei bambini e negli adolescenti, oltre che un aumento del rischio di malattie croniche una volta adulti. Secondo il rapporto, l’aria nociva causa oltre 1.200 morti di bambini e adolescenti all’anno e la perdita di oltre 110.000 anni di vita fra i minori di 18 anni. Studi recenti hanno dimostrato che l'inquinamento atmosferico influisce addirittura sullo sviluppo cerebrale dei bambini, contribuendo al deterioramento cognitivo.
Di fronte a rischi tanto devastanti, pediatri e neonatologi italiani di recente sono insorti proprio per lanciare un allarme nazionale sugli effetti nocivi dell’inquinamento fra i più piccoli e reclamare un intervento immediato delle istituzioni. Nello specifico, 14.000 medici – inclusi gli specialisti dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e della Società Italiana Pediatria (SIP) – hanno indirizzato ai Comuni d’Italia una lettera per chiedere di predisporre strategie efficaci per fronteggiare l’emergenza della pessima qualità dell’aria, che danneggia i giovani.
Politiche per combattere le morti infantili da smog
In Europa scarseggiano gli spazi verdi intorno alle scuole, e l’aria sporca gioca a nascondino con i più piccoli, celandosi, infida e invisibile, nelle aule, nei giardinetti degli asili, nei cortili degli istituti, nei parchi giochi e lungo il percorso casa-scuola-casa. Aree che fungono da punto di raccolta di smog e aria nociva, sorgendo nelle vicinanze delle strade più trafficate della città. A questo proposito, il rapporto dell’AEA ha elencato una serie di buone pratiche e misure adottabili nei Paesi europei per limitare le concentrazioni di inquinamento nelle zone limitrofe alle scuole e ai luoghi frequentati da bambini e ragazzi. Vediamole:
- Creare “zone di aria pulita” intorno alle scuole attraverso restrizioni al traffico (come divieti di sosta o di circolazione all’inizio e alla fine delle lezioni)
- Ubicare le scuole (quelle non ancora realizzate, in fase di progettazione) lontano da fonti di inquinamento o dai punti più problematici per la concentrazione di particolato
- Informare i pedoni pendolari dell’inquinamento lungo il tragitto casa-scuola-casa, invitandoli a percorrere, per esempio, una strada alternativa con una minore esposizione all’aria inquinata e lontano dalle code di traffico
- Nella progettazione degli edifici scolastici considerare l’esposizione dei bambini all’inquinamento, localizzando, per esempio, le stanze più frequentate lontano dal traffico stradale, consentendo modelli di ventilazione naturale che puntano alla dispersione degli inquinanti e/o realizzando i parchi giochi al riparo di muri o piante
- Piantare alberi e realizzare infrastrutture verdi nei pressi delle scuole, che offrono numerosi benefici, dal raffreddamento della temperatura, alla protezione solare, dalle opportunità più ampie di attività fisica, alla conservazione dell’habitat
«È urgente continuare a intensificare le misure a livello dell'UE, a livello nazionale e locale, per proteggere i nostri bambini – ha commentato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'AEA – che non possono proteggersi da soli. Il modo più sicuro per tenerli al sicuro è rendere più pulita l'aria che respiriamo tutti».