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10 Maggio 2023
14:00

In Italia un adolescente su cinque ha difficoltà a leggere. Il rischio? L’analfabetismo funzionale

Nel nostro Paese uno studente di 15 anni su cinque non sa leggere in modo scorrevole e solo cinque studenti su cento sono in grado di comprendere testi lunghi. Una lettura fluente è il prerequisito fondamentale per la comprensione del testo e la lettura critica.

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In Italia un adolescente su cinque ha difficoltà a leggere. Il rischio? L’analfabetismo funzionale
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Un adolescente italiano su cinque non è in grado di leggere fluentemente un testo. Incespica, commette errori di grammatica, tartaglia, sgarra gli accenti, ignora la punteggiatura, rallenta o velocizza l’andamento della lettura. A puntare la luce sulla «reading fluency» (la fluidità di lettura) degli studenti di 15 anni è stata l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che periodicamente pubblica un’indagine internazionale per valutare le competenze nella lettura, in matematica e nelle scienze degli alunni dei Paesi membri (il Programma per la Valutazione Internazionale degli Studenti, PISA). Proprio alla lettura a fine aprile l’OCSE ha dedicato un approfondimento alla fluidità di lettura fra i banchi di scuola.

I quindicenni italiani hanno totalizzato nella lettura punteggi inferiori rispetto alla media OCSE. Quali sono i rischi di una lettura insoddisfacente, incerta e difficoltosa? L’analfabetismo funzionale e la dispersione scolastica implicita.

Il rapporto OCSE sulla fluidità di lettura

Essere lettori fluenti significa avere la «padronanza di diverse abilità fondamentali che vengono generalmente insegnate nelle cassi elementari – spiega il rapporto OCSE – come la decodifica dei caratteri per produrre suoni e parole, il riconoscimento delle parole o l’identificazione di parti di una frase per desumerne il significato». Skill e abilità imprescindibili per una lettura scorrevole.«Finché questi elementi costitutivi della lettura richiedono uno sforzo e un’attenzione consapevoli – proseguono da Parigi – le risorse cognitive disponibili per impegnarsi in processi di lettura più complessi rimangono ridotte. Al contrario, una volta che gli studenti leggono fluentemente, possono dedicare il loro sforzo e la loro attenzione ai compiti di comprensione di livello superiore».

Stando ai risultati Pisa (2018), in Italia il 77% degli studenti di 15 anni ha raggiunto almeno il livello 2 di competenza di lettura (contro il 77% della media Ocse): in pratica, quattro adolescenti su cinque sono in grado di comprendere l’idea principale in un testo di lunghezza moderata, di trovare informazioni e di riflettere sullo scopo e sulla forma del testo se vengono guidati. Abilità che, di conseguenza, non vengono raggiunte da uno studente su cinque.

Le eccellenze sono poche: ammonta al 5% il numero di studenti italiani che si sono collocati ai livelli più elevati nel test di lettura, contro il 9% della media Ocse. Solo cinque studenti su cento riescono a comprendere testi lunghi, a trarre concetti astratti o contro intuitivi e a stabilire distinzioni fra fatti e opinioni.

Nel resto dei Paesi

Nel 2018 l’Italia ha ottenuto un punteggio inferiore (476 punti) rispetto alla media OCSE in lettura (487). Anzi, le performance di lettura degli studenti stanno peggiorando: la prestazione media dell’Italia è diminuita dopo il 2012, in particolare fra le ragazze, mentre Paesi quali Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito hanno guadagnato risultati nettamente superiori nel test di lettura. Esistono, tuttavia, delle eccezioni positive: Trento e Bolzano hanno raggiunto punteggi superiori alla media nazionale e simili a quelli della Germania.

L’analfabetismo funzionale

Il tasso di alfabetizzazione della popolazione in Italia è al 99,16%. Un traguardo da non sottovalutare, raggiunto grazie a una sapiente operazione di scolarizzazione massiva: solo nei primi anni Sessanta, 78 italiani su 100 erano analfabeti e non sapevano né leggere né scrivere. Tuttavia, oggi nel nostro Paese siamo costretti a confrontarci con un altro tipo di analfabetismo, quello funzionale, uno dei più alti d’Europa: nella Penisola quasi il 30% della popolazione, nonostante abbia ricevuto una corretta educazione scolastica, è incapace di applicare in modo efficace le abilità di lettura apprese fra i banchi (oltre a quelle di scrittura e calcolo) alle situazioni di vita quotidiana.

Ecco perché i dati sulla capacità dei 15enni italiani di leggere senza intoppi sono preoccupanti: perché la fluidità di lettura è un fattore predittivo significativo della comprensione di quel che si legge. In sostanza, se non sai leggere fluentemente, ti concentri più sulla pronuncia delle parole tralasciando la comprensione e l’analisi del testo. «I lettori esperti usano e interagiscono con una varietà di testi, inclusi libri, articoli online e social media – dichiara il rapporto – possono trovare informazioni, capire sia il significato letterale che quello implicito, e riflettere criticamente sulla forma e sul contenuto. Ma prima che gli studenti possano diventare lettori abili, devono diventare lettori fluenti».

La dispersione scolastica implicita

In Italia abbiamo un problema di dispersione scolastica. Non solo di dispersione scolastica esplicita (cioè l’incompleta, la mancata o l’irregolare frequenza della scuola), ma anche di dispersione scolastica implicita o nascosta, che che consiste nel terminare il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali, tra cui la lettura. Quali sono le conseguenze di una dispersione scolastica implica? Il rischio è che, una volta usciti da scuola, gli studenti che non hanno acquisito in classe le abilità minime richieste siano condannati ad avere limitate prospettive di inserimento nel mercato del lavoro.

La dispersione scolastica implicita è un fenomeno in crescita che, secondo YouTrend, toccherebbe da vicino circa il 9,7% degli studenti (2022), più del 2% in più del 2019, quando erano il 7,5%. Le Regioni che soffrono di più di dispersione implicita sono quelle del Centro e del Mezzogiorno: Campania (19,8%), Sardegna (18,7%), Calabria (18,0%), Sicilia (16,0%), Basilicata (12,8%), Puglia (12,2%), Abruzzo (10,8%), Lazio (10,7%).

In pratica, non spaventa solo il numero di banchi vuoti, ma anche il numero di quei banchi occupati a vuoto. Anche se ha terminato il percorso di scolarizzazione, una fetta di studenti non è preparata, a livello di competenze, per affrontare le sfide lavorative e quotidiane fuori da scuola.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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