All’inizio dell’anno scolastico 2022-23, come tutti gli anni, la scuola per l’infanzia Florinda alla Migliarina di Viareggio ha consegnato ai genitori dei suoi piccoli alunni i programmi per i laboratori che la scuola organizza in occasione di alcune festività, come il Carnevale, il Natale e la festa del papà.
I laboratori sono un momento davvero speciale per bimbi e genitori. In queste occasioni, infatti, per qualche ora, le porte dell’asilo si aprono non solo per accogliere i bimbi, ma anche i loro genitori. Il sogno di tutti i bambini insomma, non dover salutare davanti al portone chi li ha accompagnati a scuola, trattenendo i lacrimoni, ma poterli avere al loro fianco tra i banchi, per far vedere loro cosa fanno durante il giorno o semplicemente per non dover sentire la mancanza che crea il distacco.
A una settimana dalla festa del papà, però, la scuola che aveva appunto organizzato un laboratorio al quale avrebbero dovuto partecipare i bambini e i loro papà, ha fatto dietrofront e la direttrice dell’istituto Barbara Caterini comunica che il laboratorio della festa del papà non si farà. La decisione non ha lasciato indifferenti i genitori dei bimbi, alcuni avevano preso dei permessi dal lavoro, altri non si spiegano il cambio di programma all’ultimo.
Di sicuro, però, l’assetto delle famiglie italiane è molto cambiato, la famiglia tradizionale esiste, le figure che la compongono anche e devono essere valorizzate, ma non è più la sola, anzi non lo è mai stata.
L’intento della scuola di Viareggio è nobile e fa riferimento a una tematica che si dibatte da molto tempo: come rendere anche festività così specifiche inclusive per tutti, senza che i bimbi che non hanno un papà siano obbligati a fare un lavoretto ad hoc, che non sanno nemmeno a chi regalare.
La festa del papà lascia il posto alla festa della famiglia
Essere inclusivi in una data che celebra una figura genitoriale che, per svariati motivi, non è presente in tutti i nuclei familiari, è molto difficile. Nel caso specifico dell'istituto di Viareggio, il 19 marzo sarebbero entrati nella scuola tutti i bambini mano nella mano con i loro papà. Tutti tranne i piccoli che, causa un lutto, una separazione, impegni di lavoro improrogabili del papà, una famiglia composta da due mamme, un papà non lo hanno.
I bimbi non sarebbero stati con le mani in mano, per loro ci sarebbero state attività alternative, ma questa idea di separare i bimbi o proporre attività diverse non è piaciuta ad alcuni genitori che si sono lamentati con la direttrice dell’istituto. Lei ha subito accolto le loro perplessità, capendo il malessere di chi in questo modo non si sarebbe sentito incluso, e decidendo così di cancellare dal calendario i laboratori col papà.
La notizia non è stata accolta benissimo da tutti i genitori, ma è spesso così quando si tocca un argomento sensibile per tutti noi come la famiglia. Chi aveva già preso il permesso al lavoro, chi non ne capisce il perché, chi invece non sa come spiegare al suo bambino, che già aveva iniziato a contare i giorni che mancano alla festa del papà, che il suo papà non potrà più venire a scuola.
La direttrice dell’istituto in realtà non ha abolito la festa, semplicemente ha indetto una riunione con tutti gli insegnanti in nome di un nuovo laboratorio, che coinvolga questa volta chiunque il piccolo voglia e possa portare con sé, nonni, zii, mamma o papà che sia. La scelta è stata presa in nome dell’inclusività, le famiglie sono tante e diverse e i bimbi non devono sentirsi in alcun modo in difficoltà se non possono far venire il papà a scuola, qualsiasi sia il motivo, né tanto meno devono svolgere attività divisi dai compagni per questo. Per l'istituto di Viareggio, il 19 marzo sarà un'occasione per celebrare non solo il papà ma la famiglia, comunque sia formata.
La festa del papà non va abolita ma rivista
Il caso dell’asilo di Viareggio non è il né primo, né un caso isolato, nel 2016 era stata la città di Milano a sollevare la questione, un asilo del quartiere Isola aveva sostituito i tradizionali lavoretti incentrati sulla figura del papà con una giornata a tema inclusione ed etnia. Nel 2018 era stato un asilo della Capitale a modificare la festa in nome dell’inclusività.
La festa del papà, in ognuno di questi casi, non è stata abolita, come per tutte le giornate a tema, può essere un'occasione per spiegare che in ogni famiglia genitori e bambini si dividono i compiti, si danno dei ruoli, che non dipendono però dal sesso. Oppure per raccontare con i giusti modi e tempi che in alcuni casi il papà non c’è, ma che questo non compromette la felicità e l’amore che sono gli unici due elementi fondamentali per una famiglia.
A volte siamo così legati a certe realtà e tradizioni che dimentichiamo la bellezza del mondo variegato nel quale abitiamo. Temiamo infatti che cambiare qualcosa che per noi “è sempre stato così” possa far vacillare le nostre certezze e privarci di qualcosa.
Celebrare la diversità, però, non è una privazione ma un’opportunità. I bimbi di oggi saranno gli adulti di domani, faranno le loro scelte, saranno liberi di amare chi desiderano e non ameranno meno noi genitori se sapranno che i loro coetanei hanno una famiglia diversa dalla loro.
I nostri bimbi con la bocca sporca della crema dalla zeppola che hanno appena addentato potranno correre ad abbracciare il loro papà il 19 marzo oppure potranno sapere di non poterlo fare ma essere comunque felici, ed è la loro serenità l'unica cosa che conta. Questo tutti i giorni, che sia la festa della mamma, del papà o un qualsiasi giorno in cui si sentano liberi di celebrare la loro famiglia, comunque sia composta.