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27 Ottobre 2023
13:00

ISTAT e il “mito” della famiglia tradizionale: in Italia un figlio su tre nasce fuori dal matrimonio

Secondo l'istituto di statistica nazionale, nel 2022 il 41,5% dei nuovi nati è stato concepito al di fuori del contesto matrimoniale. Si tratta di un'ulteriore conferma del profondo cambiamento che sta attraversando la nostra società, eppure una buona parte della politica finge di ignorare il fenomeno e continua a battere il tasto di una tradizione sempre meno rappresentativa.

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ISTAT e il “mito” della famiglia tradizionale: in Italia un figlio su tre nasce fuori dal matrimonio
in Italia un figlio su tre nasce fuori dal matrimonio

I tempo cambiano, le società si trasformano e anche la famiglia – piaccia o meno – muta la propria struttura secolare, diventando sempre più multiforme e sfaccettata.

A dirlo non è chissà quale studio antropologico, ma la fredda e razionale realtà dei numeri riportati dall'ISTAT nell'ultimo report Natalità e fecondità della popolazione residente – anno 2022: in Italia ormai, un figlio su tre nasce fuori dal matrimonio, ossia esterno ad un vincolo che per molto tempo ha rappresentato l'unico modello di famiglia concepibile.

«Nel 2022, in un contesto di natalità decrescente, prosegue l’aumento dei figli nati fuori dal matrimonio – si legge del documento –  Sono 163.317 (+3,5mila sul 2021, quasi 50mila in più sul 2008), pari al 41,5% del totale, di cui il 35,0% con genitori che non sono mai stati coniugati e il 6,5% da coppie in cui almeno un genitore proviene da una precedente esperienza matrimoniale. Dall’inizio del millennio la quota di nati fuori dal matrimonio sul totale dei nati è sistematicamente aumentata, guadagnando 33 punti percentuali».

Insomma, per quanto una buona fetta delle politica – tra cui naturalmente gli attuali partiti di maggioranza – si ostini a voler identificare nella cosiddetta "famiglia tradizionale" l'unico modello aureo al quale aspirare per stabilire tutte le strategie di supporto e sostegno alla genitorialità, tale tipologia di nucleo sociale non appare più così rappresentativa come un tempo, soprattutto per le nuove generazioni.

Prendiamo sempre come esempio gli ultimi dati riguardanti i figli nati in contesti extra-matrimoniali.

La tendenza ad avere figli fuori dal matrimonio, riporta ISTAT, è INFATTI diffusa soprattutto tra i giovani, con i figli nati fuori dal matrimonio che costituiscono il 59,5% delle nascite tra le giovani fino a 24 anni e il 41,9% tra i 25 e i 34 anni. Se poi si prendono in considerazione solo le coppie con entrambi i genitori italiani, si arriva rispettivamente al 73,2% e 45,7%.

Ciò si deve al fatto che, soprattutto tra le coppie più giovani, aumenta l’adesione a un sistema valoriale per il quale il matrimonio rappresenta meno che in passato il passaggio obbligato prima di avere dei figli. (ISTAT; rapporto "Natalità e fecondità della popolazione residente – anno 2022")

Simili numeri dunque mostrano con chiarezza un cambiamento già in atto e ignorarne l'esistenza – così come accade con i tanti genitori single e le famiglie arcobaleno – significa non volere guardare in faccia la realtà delle cose.

Una miopia che potrebbe costare caro in termini di mancate tutele e strategie sociali e che, soprattutto, appare quantomai curiosa, visto che solo tra gli esponenti di spicco dell'attuale Governo – più volte schieratosi in difesa della sacralità del modello tradizionale – compaiono uomini e donne con diversi matrimoni alle spalle e figli avuti nel corso di differenti relazioni.

Questo ovviamente non significa che la politica debba rigettare la famiglia "consuetudinaria" in favore di una rivoluzione sociale e di valori che nessuno auspica, ma palesa la necessità di svestirsi delle corazze dell'ideologia e aprirsi al mondo reale, smettendo di escludere e iniziando ad includere con manovre socio-economiche di maggiore respiro (non esistono solo le famiglie con più di due figli) e riconoscendo finalmente tutti i tipi di coppie e famiglie che stanno già componendo la società in cui viviamo.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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