video suggerito
video suggerito
20 Febbraio 2024
18:00

Kevinismo, cos’è il il pregiudizio sociale nei confronti dei bambini con nomi esotici

Il Kevinismo, o Chantalismo (per le femmine), è il preconcetto sviluppato nei confronti di bambini che vengono considerati di basso livello sociale e culturale solo a causa del loro nome straniero o proveniente dai film americani.

30 condivisioni
Kevinismo, cos’è il il pregiudizio sociale nei confronti dei bambini con nomi esotici
In collaborazione con la Dott.ssa Elisabetta Lupi
Psicologa
kevinismo

Talvolta il nome che si porta può trasformarsi in uno stigma sociale. È il caso del "Kevinismo", termine nato in ambito sociologico e culturale per descrivere il fenomeno per cui alcuni bambini vengono giudicati negativamente a causa del proprio nome esotico o preveniente dalla cultura di massa americana.

Questa tendenza è stata osservata principalmente in Germania – dove il termine è stato coniato – ma sembra molto diffusa anche in altre parti d'Europa, e porta le persone ad etichettare chi si chiama "Kevin", "Micheal" o "Christopher" come bambini provenienti da famiglie di basso livello culturale.

Naturalmente anche le bambine e le ragazze non sono risparmiate da questa forma di preconcetto, ma in questo caso si parla di "Chantalismo" (dal nome "Chantal").

Cosa sono il Kevinismo e lo Chantalismo

Il fenomeno del Kevinismo (o Chantalismo) è stato osservato per la prima volta in uno studio condotto nel 2009 presso l'Università di Oldenburg. Qui i ricercatori notarono come alcuni professori tendessero a giudicare a priori i loro allievi tedeschi ma dai nomi esotici o smaccatamente ispirati alla cultura pop americana come studenti poco performanti e generalmente nati in contesti sociali inferiori e di scarsa cultura.

Nomi come "Justin", "Dustin" o, per l'appunto, "Kevin, risultavano infatti spesso associati a problemi comportamentali o voti più bassi della media.

Secondo i sociologi questo effetto si basa sull'assunzione che i genitori che scelgono per i propri figli nomi come "Kevin"  abbiano uno status socio-economico più basso, minori livelli d'istruzione, o siano influenzati da culture pop o mediatiche piuttosto che da quelle tradizionali nazionali o locali.

Di conseguenza, gli insegnanti e altri adulti possono avere aspettative più basse e atteggiamenti implicitamente pregiudizievoli nei confronti di bambini con questi nomi, condizionando negativamente l'interazione con loro.

Un simile atteggiamento che potrebbe quindi incidere sulle opportunità future di questi ragazzi e ragazze, precettandone lo sviluppo individuale e le relazioni sociali.

Il Kevinismo esiste anche in Italia?

Per il momento non vi sono molti studi italiani sull'argomento e lo stesso fenomeno è molto poco conosciuto.

La pediatra e content-creator Carla Tomasini – sui social conosciuta come Pediatra Carla – è stata una delle prime a parlarne al grande pubblico in un video pubblicato nell'ottobre del 2023, tuttavia il latente pregiudizio nei confronti dei bambini chiamati come cantanti o personaggi dei blockbuster americani non è stato certo una rarità nel Belpaese.

Negli anni '90 l'associazione mentale tra i nomi americani e soggetti di basso rango sociale e culturale appariva infatti ben evidente.

Prendiamo come esempio il film Viaggi di Nozze, realizzato nel 1995 da Carlo Verdone.

Nell'esilarante commedia – immediatamente diventata un cult – la storia si snoda su tre trame principali, una delle quali racconta le vicende di due sposini super-tamarri, Ivano e Jessica (interpretata da Claudia Gerini) che trascorrono la propria Luna di Miele tra eccessi, abiti sgargianti e cafonate di ogni genere.

Ad un certo punto, dopo improbabili corse in macchina e strafalcioni grammaticali di vario tipo, i due si fermano a bordo di una piscina e cominciano a parlare dei nomi che vorrebbero dare ai propri figli. Le scelte di Ivano? Ovviamente "Alan" o l'immancabile "Kevin!"

Kevinismo e Chantalismo non sembrano però inclinazioni relegate al passato. Anzi, con il passare del tempo soprattutto lo Chantalismo è andato ad arricchirsi di ulteriori attributi stereotipati, affibbiando alle adolescenti con nomi esotici un'ingiustificata aura di frivolezza e volgarità.

«L'utilizzo sempre maggiore di nomi non italiani per i propri figli è un fenomeno culturale che riflette il nostro tempo e le influenze dei media – conclude la psicologa Elisabetta Lupi del Comitato Socio-Scientifico di Wamily – Appare però necessario superare i pregiudizi che potrebbero portarci a pensare all'equazione Kevinismo uguale basso livello culturale e volgarità».

Avatar utente
Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
Sfondo autopromo
Famiglia significa NOI