"Childfree" e "childless" non sono sinonimi, anche se in italiano si traducono entrambi con "senza figli".
"Childfree" si riferisce infatti a quelle persone che scelgono di non avere figli, per numerosissime ragioni che vanno dall'amore per la propria carriera alla semplice non voglia di genitorialità. "Childless", invece, indica coloro che non hanno figli pur desiderandoli, o coloro che non ne hanno al momento, per quanto tuttavia aperti ad averne in futuro.
Conoscere la terminologia e la distinzione è importante perché è proprio grazie ai nomi dei concetti che la società può guardare avanti includendo davvero tutti con rispetto, sia le persone che non possono avere figli, sia quelle che decidono di non farne. Che, purtroppo, sono ancora viste come egoiste, monche o sbagliate.
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La differenza tra childfree e childless, spiegata bene
Per capire bene la differenza tra i termini "childfree" e "childless" è utile concentrarsi sui suffissi "free" e "less".
- Free, come dice la parola stessa, indica la libertà.
- Less vuol dire "meno", e significa quindi "mancanza".
"Childfree" si riferisce dunque a persone o coppie che scelgono volontariamente di non avere figli. Questa decisione può essere motivata da una varietà di ragioni personali: le carriere impegnative, le preoccupazioni per i cambiamenti climatici e il futuro delle prossime generazioni, ma anche la mancanza di desiderio di genitorialità, senza tanti giri di parole.
Il concetto di "childless" si riferisce invece a chi non ha figli per questioni che vanno oltre alla volontà. E quindi, a chi non ha avuto figli biologici o adottati nonostante i tentativi. Ma anche a chi temporaneamente non ne ha, pur lasciandosi aperta la possibilità.
Perché è importante la terminologia
In Italia non esiste ancora una parola per definire chi non ha figli per scelta. Si dice solo "non ha figli", lasciando non detto il motivo. Fermo restando che le ragioni di una persona o di una coppia dietro alla condizione dell'essere senza figli sono legittimamente riservate e personali, chi voglia specificare il perché della situazione non avrebbe una parola immediata per dire che la sua è una scelta consapevole e serena. Come invece permette la definizione "childfree".
Dire "childfree" è quindi importante anche perché negli anni Venti del Duemila chi non ha figli è ancora visto istintivamente come persona da compatire: nell'immaginario comune non procreare resta conseguenza esclusiva dell'impossibilità biologica di farlo. Eppure sono moltissime le persone che scelgono volontariamente di non avere bambini.
Secondo l'Istat, come riportato da Repubblica nel 2022, le coppie con figli costituiscono il 31,2% delle famiglie, continuando a diminuire. Tanto che nel 2045 le coppie senza figli supereranno quelle con i figli. S'intuisce che non è solo una questione biologica e di infertilità, ma anche di tendenza sociale e di scelta consapevole. Anche la Gen Z non ne fa mistero: i giovanissimi per ora non sentono l'urgenza di fare figli, tanto che il 34% di loro dichiara di non volerne proprio, per paura o semplicemente perché non amano i bambini.
Un altro acronimo da ricordare: DINK
In questo senso sta emergendo un altro concetto, indicato da un acronimo per coppie senza bambini: DINK. Che sta per "Double income, no kids". "Doppio stipendio, niente bambini".
È una situazione tipicamente da millennial, ovvero di quella generazione nata tra il 1980 e il 1996, oggi adulta. Anche se in realtà fu coniato negli anni Ottanta nell'ambito della cultura yuppies. Un altro acronimo che indicava la comunità delle persone considerate young urban professional.
I social network stanno dando loro una vetrina per mostrare quanto la scelta sia ragionata, e soprattutto quanto non avere figli non significhi vivere miseramente. Allo stesso tempo, permette a questa generazione di dimostrare come i DINK non siano solo egoisti e pigri opportunisti che scelgono di non fare bambini perché odiano le responsabilità. Perché di fatto è questa l'assurdità che aleggia attorno alle persone senza figli: la società le vede sì come miserabili e potenzialmente sole, ma allo stesso tempo egoiste ed egocentriche.
Tutto sta nel rispetto delle scelte altrui. Imporre un figlio solo perché rientra nei canoni sociali non è certamente corretto. Ma nemmeno compatire senza conoscere a fondo la vita delle persone e delle coppie.