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10 Settembre 2023
14:00

La fiaba 5 in un baccello: trama, curiosità e cosa ci insegna

La fiaba "5 in un baccello" fa parte della raccolta di Andersen, un noto scrittore di racconti, ma non è molto conosciuta, nonostante trasmetta ai bimbi valori importanti. Ad avere la meglio è il pisellino che lascia che la vita faccia il suo corso senza sognare in grande, ma trovando la sua strada nelle avversità.

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La fiaba 5 in un baccello: trama, curiosità e cosa ci insegna
5 in un baccello

La fiaba "5 in un baccello" non è molto conosciuta, nonostante trasmetta importanti valori ai bimbi. Racconta di 5 pisellini, nati nello stesso baccello e lanciati da un bambino in giro per il mondo. Nonostante la stessa provenienza, ognuno di loro si trova a vivere vite diverse, solo quello che rimane più umile, però, fa grandi cose.

Storia della Fiaba

La fiaba "5 in un baccello" venne scritta tra il 1852 e il 1853 da Hans Christian Andersen un appassionato scrittore, che inserì il racconto nella sua raccolta "Fiabe e storie". Non è molto conosciuta nonostante si trovi nella stessa raccolta di racconti diventati ben più famosi come "la principessa sul pisello" o "la sirenetta".

Trama

C'erano una volta 5 pisellini che se ne stavano stretti stretti nello stesso baccello. Il mondo per loro era tutto verde, poiché non avevano mai visto altro che il loro baccello. Un giorno sentirono uno scossone e si ritrovarono in una tasca insieme ad altri baccelli. Ad averli presi tra le mani era stato un bambino che voleva utilizzarli come cartucce per la sua cerbottana.

I pisellini erano agitati ma anche molto curiosi e si lasciarono gettare per il mondo dal bimbo. Ognuno sperava di essere lanciato lontano, chi fino al sole, chi nel vasto mondo, chi fino alla luna, solo l'ultimo non aveva aspettative, convinto che il bimbo lo avrebbe lanciato proprio dove doveva andare. Infatti finì in una fessura sotto la finestra di una mansarda e fu in breve ricoperto di muschio.

Il piccolo pisellino pianse, convinto che a differenza dei fratellini fosse finito in un posto isolato e nascosto. Invece col passare dei giorni potè osservare gli abitanti della casa, una donna sempre affaccendata che di giorno stava fuori casa per guadagnare ciò che le serviva per mantenere la sua figlia gracile e malata.

La bimba non riusciva da tempo ad alzarsi dal letto, finchè non vide il germoglio del piccolo pisello alla finestra e chiese alla mamma cosa fosse. La madre visto il gracile virgulto, lo piantà nel terriccio lasciandolo al sole. La bimba lo osservò crescere forte e se ne prese cura esclamando alla mamma: «Credo proprio che guarirò». Giorno dopo giorno il pisellino cresceva, si trasformava in una pianta dai fiori rossi e bianchi e mentre fioriva la bambina a poco a poco guariva. Prendersi cura del fiore e vederlo fiorire le aveva ridato l'appetito, la gioia, il desiderio di vivere e la salute.

I fratellini se la passarono molto peggio, le loro smanie di gloria li portarono chi nella pancia di un piccione, chi mangiato da altri animali, chi in una fogna. Solo l'ultimo pisellino che non aveva desiderato nulla in particolare era riuscito a ridare vita a una bambina che ora ne baciava il fiore tutta contenta.

Cosa ci insegna?

La fiaba insegna ai bimbi a non arrendersi davanti alle avversità e anche a non sognare troppo in grande. Non serve toccare il sole o visitare tutto il mondo per individuare la propria strada. E proprio il pisellino che si trova nella situazione più difficile, contro ogni aspettativa, riesce a svolgere la missione più importante.

Curiosità

Esiste un detto inglese che ha come protagonisti proprio i pisellini nel baccello: «Two peas in a pod» si utilizza quando due persone sono così amiche da sembrare identiche, anime gemelle, quindi provenienti dallo stesso baccello.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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