Il Gatto con gli stivali è una fiaba popolare europea ripresa poi da diversi narratori, che più che sulla (dubbia) morale punta sulle entusiasmanti gesta del Gatto protagonista.
Attraverso la furbizia, questo buffo ma scaltro animale riesce a offrire denaro e potere al suo padrone squattrinato.
Storia della fiaba
Probabilmente (ma come spesso accade con le favole non è sicuro), il Gatto con gli stivali è una fiaba della tradizione orale che non può quindi essere attribuita a un solo autore o a una sola autrice, anche se il primo a trascriverla fu Giovanni Francesco Straparola, che la fece comparire tra gli altri racconti raccolti in Le piacevoli notti.
Le versioni esistenti sono però numerose e differenti. A interpretarla sono stati l'italiano Giambattista Basile, ma anche il tedesco Ludwig Tieck (in epoca romantica), Charles Perrault, i fratelli Grimm…
A proposito di Perrault, è proprio sua la versione ritenuta "classica" del Gatto con gli stivali. La scrisse alla fine del Seicento ed è contenuta in Les Contes de ma mère l'Oye (I racconti di mia madre l’oca).
Trama
La storia inizia con tre fratelli che ricevono in eredità dal padre rispettivamente un mulino, un asino e un gatto. Troppo magro per essere mangiato, il gatto convince il padrone a risparmiarlo e a dargli un sacco, un cappello e un paio di stivali.
Da quel momento, il gatto inizia a lavorare le persone attorno a lui per fare la fortuna del terzo fratello, ovvero il suo padrone. Inizialmente finge di essere il marchese di Carabas e offre al re animali cacciati nella foresta. Fa poi credere che il suo padrone sia in pericolo e lo fa salvare dalle guardie reali. Si dirige quindi verso un castello appartenente a un orco e, facendosi passare per il marchese di Carabas lo convince a trasformarsi in un topo, per poi divorarlo.
Il gatto ottiene così il castello e la sua proprietà e il re, rimanendo impressionato dalla ricchezza del marchese di Carabas, gli offre la mano della principessa, sua figlia.
Padrone e gatto ottengono così, grazie agli inganni di quest'ultimo, ricchezza, nobiltà e una vita più facile.
Cosa ci insegna?
Come accennato – e come si può percepire semplicemente leggendo la trama – la morale del Gatto con gli stivali non è così limpida e positiva. Questo gatto insegna che attraverso astuzia e inganno si può ottenere tutto, e non è quindi considerata una favola didattica o formativa.
Chi nei secoli ha voluto leggere oltre a questa ambiguità, ha individuato nelle azioni del gatto un tentativo di lotta alla borghesia e ai costumi dell'epoca, durante la quale imbroglio e inganno erano molto diffusi.
Curiosità
Ad aver riportato luce sul Gatto con gli stivali ci ha pensato negli ultimi anni un film d'animazione tra i più amati da grandi e bambini, Shrek, che tra i personaggi presentava appunto il Gatto con gli stivali, detto Gatto, doppiato in inglese, spagnolo e italiano da Antonio Banderas.
Questo felino ha fatto breccia in così tanti cuori da ottenere in poco tempo due film tutti suoi e un franchising ad hoc. L'ultimo prodotto in ordine di tempo è la serie Netflix a lui dedicata, Le avventure del gatto con gli stivali.