Uscita dalla prolifica penna di H. C. Andersen, la Piccola Fiammiferaia è una delle fiabe più note dello scrittore danese. È una storia drammatica e sofferente, che però insegna ad apprezzare il valore delle piccole cose.
Storia della fiaba
La Piccola Fiammiferaia è una delle storie più commoventi di Hans Christian Andersen e, in generale, dell’intera tradizione fiabesca. Pubblicata per la prima volta nel 1848 nel volume “Nuove fiabe”, è ad oggi una delle fiabe più famose dello scrittore danese, insieme alla Sirenetta, al Brutto Anatroccolo, al Soldatino di stagno e ai Vestiti nuovi dell’imperatore.
Trama
È il 31 dicembre, e una fanciulla povera e avvolta negli stracci si aggira per strada nel disperato tentativo di vendere dei fiammiferi e racimolare qualche soldo. Nonostante rabbrividisca per il freddo pungente dell’inverno, viene derisa e trattata in malo modo dai passanti, che si rifiutano di acquistare i fiammiferi da una disgraziata mendicante come lei. La giovane, tuttavia, preferisce rimanere al gelo, accovacciata sul marciapiede impervio, piuttosto che rincasare, e ricevere le botte dal padre per non aver guadagnato nulla.
A causa delle basse temperature, inizia a battere i denti, e decide, quindi, di accendersi un fiammifero nella speranza di riscaldarsi. Ad ogni scintilla, le compare un’immagine, che sparisce quando la fiamma si spegne. Le balenano davanti una stufa che emana tepore, un tavolo imbandito con prelibatezze di ogni genere e, per finire, un rigoglioso e maestoso albero di Natale, agghindato con palline e luci colorate.
Ad un certo punto, l’attenzione della Piccola Fiammiferaia viene rapita da una stella cadente che attraversa il cielo. Un evento che riaccende in lei il ricordo della cara nonna morta, che era solita raccontarle che ogni stella cadente è un’anima che vola in Paradiso.
La fanciulla, tremando ed emettendo “fumo” dalla bocca, si accende un nuovo fiammifero, e all’improvviso vede la nonna: che immagine rassicurante! La Piccola Fiammiferaia ne accende subito un altro, per prolungare quella visione tanto dolce e cara. È a quel punto che la nonna si materializza e porta con sé in cielo la nipote.
Il corpo esanime della Piccola Fiammiferaia viene rinvenuto il mattino seguente, nel giorno di Capodanno, immerso nella soffice neve. Sul viso, ha ancora l’espressione beata che aveva assunto alla vista della nonna, e in mano tiene un mazzetto di fiammiferi spenti. Intorno a lei si forma una calca di persone che, dispiaciute, piangono la sua morte, nonostante fino al pomeriggio prima l’avessero respinta brutalmente.
Cosa ci insegna?
La Piccola Fiammiferaia è una storia a “cattivo fine”. Senza dubbio, non è una fiaba che mette di buon umore, anzi, una volta letta, lascia il lettore con l’amaro in bocca, intento ad asciugarsi le lacrime. Finisce, infatti, con la morte di una giovane e innocente vita, vittima di abusi e di noncuranza. Tuttavia, la conclusione rispecchia l’inconfondibile stile di Andersen, autore dal vissuto personale travagliato, noto per scrivere storie dal finale infelice. Che cosa insegna, dunque, una storia che racconta solo di sofferenza e penuria?
Ad un bambino la fiaba della Piccola Fiammiferaia insegna ad apprezzare le piccole cose e a rendersi conto che non tutti sono fortunati come noi.
In più, a una lettura più profonda, emerge chiaramente un’aspra critica sociale: la storia è ambientata nel periodo più frenetico dell’anno, quello natalizio, in cui la gente, presa dalle compere, dai regali, dalle cene abbondanti, si dimentica il vero spirito delle Feste: quello dell’altruismo.
Curiosità
La storia della Piccola Fiammiferaia ha ispirato più di un compositore musicale. La vicenda triste e drammatica della fanciulla che muore di freddo per strada è stata tradotta in musica dal composito tedesco Helmut Lachenmann, che l’ha rappresentata dapprima ad Amburgo (1997) e in seguito, in una versione modificata, a Tokyo (2003).
Di recente, nel 2013, il compositore italiano Claudio Varia ha attinto alla fiaba di Andersen scrivendo parole e musica in una composizione che è andata in scena al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno.
Un'altra versione musicale, intitolata The Little Match Girl Passion, è stata scritta dal compositore statunitense David Lang, per la quale ha anche vinto il Premio Pulitzer per la musica nel 2008.
Caparezza ha preso ispirazione dalla Piccola Fiammiferaia, come è evidente dalla copertina dell’album dell’artista Il sogno eretico.