La Giornata della Memoria che cade ogni 27 gennaio è il giorno in cui commemoriamo gli oltre sei milioni di ebrei uccisi dalla crudeltà del regime nazista. La data della ricorrenza è stata scelta per omaggiare quel 27 gennaio del 1945 nel quale avvenne la liberazione del campo di Auschwitz per mano dell’Armata Rossa. Ma chi erano i nazisti? E perché disprezzavano così tanto gli ebrei? Per aiutare i bambini a comprendere meglio cosa accadde, è doveroso fare un piccolo ripasso di Storia.
Cos’è la Giornata della Memoria?
A partire dagli anni Trenta del secolo scorso, in Germania si era instaurata una dittatura guidata dal leader del partito nazionalsocialista (o nazista) Adolf Hitler che, con un carisma ipnotico e i suoi discorsi infuocati, era riuscito ad ammaliare una nazione intera.
Alla base dell’ideologia propugnata da Hitler e dalla sua cricca di fanatici vi era la convinzione che il mondo fosse suddiviso tra la razza ariana superiore – cui naturalmente appartenevano i tedeschi – e tante altre razze inferiori che dovevano essere sottomesse o rese inoffensive. Tra questi popoli, considerati di serie B, i più odiati dai nazisti erano gli ebrei, accusati di essere malvagi, corrotti, subdoli, e di tramare alle spalle della Germania per arricchirsi in barba alla brava gente ariana.
Quando nel 1933 il nazismo prese il potere, gli ebrei iniziarono dunque a subire una terribile persecuzione, perdendo a poco ogni diritto fino ad essere confinati in ghetti o campi di prigionia.
Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, questo feroce trattamento venne esteso anche a tutti i territori conquistati dal formidabile esercito tedesco (Francia, Polonia, Cecoslovacchia etc…), tanto che il regime nazista si trovò in poco tempo a dover gestire milioni di cittadini “indesiderati” – soprattutto ebrei, ma anche omosessuali, rom, testimoni di Geova e oppositori politici – che cominciarono ad essere strappati dalle proprie case e spediti in massa dentro a enormi campi di concentramento, i lager.
In queste carceri a cielo aperto, i prigionieri erano costretti a massacranti giornate di lavoro forzato, esposti al freddo, alla fame e alle malattie, con il pericolo costante di perire per gli stenti o la brutalità delle guardie che li sorvegliavano. Dal 1942 poi, il folle piano di Hitler si concretizzò nella cosiddetta Soluzione Finale, l’ordine di uccidere sistematicamente tutti gli ebrei presenti in Germania e nei Paesi sotto il suo controllo.
Da quel momento, nei lager dell’Est Europa si cominciarono a radunare sempre più ebrei – uomini, donne, bambini, giovani, vecchi, senza distinzione alcuna – che dopo essere stati sfruttati fino allo stremo, venivano invitati a fare una doccia in ampie stanze murate: dai bocchettoni di quelle docce però non usciva più acqua, ma Zyklon B, un gas tossico che portava all’asfissia nel giro di pochi tremendi minuti.
Attraverso questo terribile inganno, la macchina della morte nazista riusciva ad eliminare migliaia e migliaia di prigionieri ogni giorno, trasformando i lager in veri e propri campi di sterminio che entro la fine della guerra portarono alla morte più di sei milioni di ebrei.
Quando nel 1945 il diabolico regime di Hitler vide la sua meritata fine, il mondo intero venne a conoscenza dei crimini nazisti e dei campi, trasformando Auschwitz-Birkenau (il vero campo di sterminio) nel simbolo di quell’orrore che è passato alla storia come Olocausto, dal nome di un antico rito di sacrificio presente sia nella cultura greca che in quella giudaica. Il popolo ebraico però si riferisce a questa sanguinosa pagina di Storia con un altro nome, altrettanto celebre ed evocativo: Shoah, che significa “vento di distruzione”, “tempesta devastante”, “catastrofe”.
Quando è nata la Giornata della Memoria?
In Italia la Giornata è stata istituita nel luglio 2000 dal Parlamento italiano (legge n. 211), mentre nel novembre 2005 fu l’Organizzazione delle Nazioni Unite a eleggere il il 27 gennaio come l’International Day of Commemoration in Memory of the Victims of the Holocaust , la “Giornata Internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto”.
Perché è importante celebrare la Giornata della Memoria
Quando ci troviamo a spiegare ai nostri figli l’origine e il senso Giornata della Memoria, un modo molto efficace per trasmetterne il profondo significato può essere quello di partire dal suo nome. La ricorrenza infatti contiene la parola “memoria” proprio perché il suo scopo principale rimane quello di ricordare. Ricordare perché quei milioni di innocenti perseguitati e sterminati in nome di un cieco odio razziale non vengano mai dimenticati ma, soprattutto, perché la Storia non possa ripetersi.
Il 27 gennaio dunque non serve solamente ad omaggiare le vittime, ma anche a riflettere sui carnefici, i quali poterono macchiarsi dei loro delitti anche grazie all’indifferenza di chi scelse di guardare dall’altra parte per non fare i conti con la propria coscienza.
Ricordare, dunque, ma anche agire. Contro le discriminazioni, contro l’esclusione, contro la paura del diverso. Agire perché la Giornata della Memoria non rimanga solo un nome segnato sul calendario.
Come celebrare la Giornata della Memoria a scuola
La Giornata della Memoria affronta argomenti molto cupi, ma ciò non significa che i più piccoli siano troppo piccoli per poter riflettere sul messaggio intrinseco di questa ricorrenza. Dalla seconda/terza elementare, anche i bambini possono iniziare a conoscere il significato della Giornata e avere un’idea generica di quanto accadde in quegli anni tragici. Basta solo utilizzare linguaggi e contenuti adatti per quell’età.
Giornata della memoria: film da vedere con i bambini
Meglio aspettare qualche anno per proporre loro capolavori come Schindler’s List (Steven Spielberg, 1993) o Il Pianista (Roman Polański, 2022) e concentrarsi su pellicole, documentari o libri dalle immagini meno cruente.
- La stella di Andria e Tati (2018): questo splendido cortometraggio animato tratto dall’omonimo libro edito racconta la vera storia di Alessandra e Tatiana Bucci, due sorelle di 4 e 6 anni deportate nel campo di concentramento di Auschwitz e che riuscirono a salvarsi perché, dopo essere state erroneamente scambiate per gemelle, furono selezionate per un programma di esperimenti. Il corto è disponibile gratuitamente su RaiPlay.
- Train de vie – Un treno per vivere (1998): film diretto da Radu Mihăileanu che ripercorre in chiave inaspettatamente ironica la vicenda della deportazione ebraica attraverso l’improbabile fuga di un intero paesino palestinese in seguito alle visioni di un lunatico (in Italia diremmo “lo scemo del villaggio”) che presagisce l’avvento dei nazisti.
- La vita è bella (1997): il celeberrimo film con cui Roberto Benigni vinse l’Oscar è l’ideale per introdurre la tragedia della Shoah ai bimbi attraverso lo sguardo ingenuo di Giosuè, il piccolo protagonista che grazie a papà Guido riesce a non farsi spaventare dalla brutalità del lager in cui è rinchiuso.
Giornata della memoria: i libri per bambini
Per quanto riguarda le letture, la scelta è ancora più ampia e comprende anche diversi fumetti.
- La bambina del treno (Lorenzo Farina; 2010): questo libro parte dal casuale incrocio di sguardi tra due bambini per raccontare due storie parallele toccate – ciascuna a modo suo – da ciò avviene dentro ad un campo recintato dal filo spinato. Consigliato dagli 8 anni in su.
- Solo una parola (Matteo Corradini; 2019): la storia è quella di un bambino veneziano che nel 1938 scopre di non poter più andare a scuola e frequentare i suoi amici come ha sempre fatto. Il motivo? L’introduzione delle leggi razziali da parte del regime fascista.
- Maus (Art Spiegelman; 1989): con questo fumetto l’autore ripercorre la storia del padre deportato e scampato all’Olocausto attraverso un racconto metaforico in cui i topi (gli ebrei), vengono perseguitati dai gatti (i nazisti).
- Il diario di Anne Frank: dalla quarta elementare, i bambini possono già avvicinarsi ad uno dei libri più famosi del mondo. Il linguaggio semplice e diretto aiuta i lettori ad immedesimarsi nel punto di vista della giovane Anne, costretta a vivere nascosta per sfuggire alle grinfie dei nazisti.