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27 Febbraio 2023
15:00

«La nostra famiglia? Un bellissimo casino». Antonio e Betty ci raccontano la loro vita di genitori separati in una famiglia allargata

Organizzazione e collaborazione con gli ex sono gli ingredienti giusti per una famiglia allargata con i fiocchi. Il tutto, condito da uno spiccato spirito di sacrificio e da un amore incondizionato per i figli. Con questi presupposti, dividersi fra due case, due scuole, tre famiglie, anche se faticoso, funziona. Ce lo insegnano Antonio e Betty, che convivono da un anno, condividendo a settimane e giorni alterni la casa e la vita familiare con la figlia di lui, Alice, e la figlia di lei, Giorgia.

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«La nostra famiglia? Un bellissimo casino». Antonio e Betty ci raccontano la loro vita di genitori separati in una famiglia allargata
Famiglia allargata Longo

Un gioco ad incastro. Si può riassumere così la vita di Antonio Longo e di Elisabetta Marcon (chiamata Betty), genitori separati che – dopo essersi frequentati e innamorati – hanno deciso di costruire una nuova famiglia insieme. Reduci da una convivenza lui e da un matrimonio lei, entrambi finiti male, da quasi un anno vivono sotto lo stesso tetto, condividendolo a settimane alterne con la figlia di lei, Giorgia, di 9 anni, e la figlia di lui, Alice, che di anni ne ha 5.

Essere una famiglia allargata non è semplice. In cucina è appesa la lavagnetta che ricorda i giorni di Antonio e Betty, quelli di Antonio, Betty e Alice, quelli di Antonio, Betty e Giorgia, e, finalmente, quelli di tutti e quattro insieme. Conciliare la vita di due famiglie che diventano una sola non è una passeggiata, ma con amore e spirito di sacrificio (e una buona memoria) diventa una sfida arricchente.

Il segreto sta nel dialogo con gli ex compagni per il benessere principe, quello delle figlie. E pure in una tabella di marcia studiata alla perfezione. Tra pranzi in coppia, cene in quattro, compleanni in sette (ex e rispettivi nuovi compagni inclusi), attività sportiva di una, scuola di entrambe, in casa vige un'organizzazione d'acciaio. Fortuna che «Betty in questo è una maga».

«Siamo felici. Potremmo fare ancora di più, ci stiamo lavorando… La nostra storia è tutta da scrivere» ci rivelano alla fine della nostra chiacchierata, sorridenti, prima di salutarci: è l’ora di correre a scuola a prendere Alice e Giorgia. Oggi è uno di quei giorni di festa, che capita una settimana sì e una no, in cui si trascorre del tempo prezioso tutti e quattro insieme. Forse, per questo lo si apprezza ancora di più.

Come è nata la vostra storia?

Betty: Già ci conoscevamo di vista tramite amici in comune: ci vedevamo due volte all’anno per i compleanni. Quando lui (Antonio, ndr) era nel periodo più difficile della separazione, uno di questi amici gli ha detto: «Guarda Betty… Si è separata, ha sofferto, ma oggi è felice, chiamala, magari ti può raccontare la sua esperienza». Io c'ero già passata e ormai stavo bene da sola, non avevo nessuna intenzione di trovare qualcuno. Cercavo di dargli consigli o almeno di infondergli un pizzico di fiducia nel futuro. Pian piano, parlando, è nata la nostra relazione.

Antonio: Alice aveva appena 2 anni quando mi sono separato, era piccolina, voleva la mamma, prendeva ancora il latte, era un momento buio della mia vita. Ho pensato di mandare un messaggio a Betty, per trovare supporto in qualcuno che aveva già vissuto l'esperienza della separazione. Le prime volte che andavo a parlare con lei non mi faceva neanche entrare in casa, stavamo fuori in terrazza… Fortunatamente era agosto!

Come vi organizzate?

Antonio: Siamo al 50% tutti e due, teniamo le bambine a metà. Giorgia è qui a settimane alterne, una sì e una no. Io e la mamma di Alice, invece, ci siamo accordati per giorni alterni, sia perché la bambina era piccola al momento della separazione, sia per esigenze lavorative della mia ex compagna: Alice è con me il lunedì, il mercoledì, il venerdì e il sabato.

Un gioco a incastro: o siamo in 4, o in 2, o in 3 in casa

In casa o siamo in quattro, o in due, o in tre: è tutto un incastro, dalle cene, ai pranzi, alle attività nel weekend. Ora siamo ben strutturati e organizzati, però capita l’imprevisto per il quale siamo costretti a rivoluzionare tutto. Magari la mamma di Alice mi dice: «Puoi tenerla perché ho un cambio turno?», o viceversa, e ci accordiamo.

Immagine
La lavagnetta in cucina su cui Antonio e Betty segnano i giorni in cui Giorgia e Alice sono con loro

Come sono i rapporti con gli ex partner?

I rapporti sono buoni: vengono qua a prendere le piccole e festeggiamo i compleanni tutti quanti insieme. Abbiamo lottato tanto per creare questo equilibrio. Ogni tanto la gente, stupita, ci chiede come abbiamo fatto, e noi rispondiamo: «Non è stato così dal nulla, ma è stato creato tutto pian piano, con sacrifici». È stato un percorso lento, abbiamo spiegato alle piccole che stavano entrando persone nuove nelle loro vite, diverse dalla mamma e dal papà, abbiamo buttato giù dei rospi per il bene delle nostre figlie. Certo, capita di avere screzi con gli altri compagni, ma sono cavolate che risolviamo nel giro di un giorno.

Non siamo la famiglia perfetta, abbiamo raggiunto la felicità passo a passo, per il bene dei figli

Quello che vogliamo trasmettere è che non siamo la famiglia perfetta, ma che, passo dopo passo, abbiamo costruito la nostra felicità per il bene dei figli. Quando ti separi, devi farti forza e mettere da parte i malumori con l'ex, non vedendolo come una minaccia. Poi, senza dubbio, siamo bravi nell'organizzazione quotidiana. La Betty è una maga in questo.

Una famiglia 3 cognomi

Come avete annunciato alle bambine di stare insieme?

Antonio: Inizialmente ci siamo frequentati da soli, poi con calma abbiamo coinvolto le piccole. Una volta una cena in più, una volta il pigiama party, una volta "Andiamo al mare con Giorgi"… E alla fine abbiamo annunciato che io e Betty eravamo fidanzati. Loro sono scoppiate a ridere, esclamando: “Come fidanzati?”. E così l’hanno accettato.

La nostra famiglia è composta da me, Alice, Betty, Giorgia, la mamma di Alice e il papà di Giorgia

Io ad Alice non ho spiegato il motivo della rottura con sua mamma, le ho spiegato che la mamma e il papà sono molto più felici adesso e vanno più d'accordo di prima. Le ho detto: "La tua mamma e il tuo papà saremo sempre noi, anche da non fidanzati, adesso però la nostra famiglia siamo io, te, Betty, Giorgia, la mamma di Alice, il papà di Giorgia".

Betty: È una famiglia allargata nel senso che tutti fanno parte di questo nuovo nucleo familiare che gira intorno a loro, che sono le protagoniste: la priorità sono Giorgia e Alice.

Antonio e Betty
Betty e Antonio

Alice e Giorgia come chiamano i nuovi compagni dei genitori?

Antonio: Anche se ogni tanto scappa a Giorgia un «papà Tonno» e ad Alice un «mamma Betty», non abbiamo mai voluto etichette. Non ho mai detto a Giorgia di chiamarmi papà o di non chiamarmi papà, solo così ho conquistato la sua fiducia.

A volte scappa un «papà Tonno» o un «mamma Betty», non ci imponiamo etichette

Betty: Noi siamo delle figure di riferimento per loro. Ad Alice, che è più piccolina, è sfuggito più volte un «mamma», e subito mi ha guardata come per dire «Cavoli, ho sbagliato». Io in quel momento ho avuto la prontezza di risponderle: «Non ti preoccupare, lo so che io non sono la tua mamma e che la tua mamma è la mamma Ilaria, anche se ti scappa non succede nulla». Nessuno dei due vuole sostituirsi a un genitore. Se c’è da fare una coccola ci siamo. L’affetto che gli dai è come quello che puoi dare a un figlio.

Famiglia allargata Longo

Cosa consigliereste a dei genitori che stanno affrontano la separazione con dei figli di mezzo?

Antonio: La cosa che mi ha insegnato Betty quando ero fuori dalla sua terrazza, fumavo mille sigarette una dietro l'altra ed ero nervosissimo è: "Cerca di volere bene prima a te stesso e pensare a tuo figlio, poi verrà il resto". Io avevo timore, Alice era piccolissima e voleva essere allattata, si nascondeva sotto il letto perché cercava la mamma. Non è stato semplice, ero distrutto, anche perché la separazione non era voluta da me, ma grazie a Betty e alle sue parole sono rinato.

Betty: Un grande problema di quando ci si separa è l’orgoglio ferito del tradito. Ma sono comportamenti adolescenziali del genitore. Quando il genitore diventa adulto e accetta di essere il punto di riferimento del figlio, non servono giochetti, non hai bisogno di ricattare l'ex a livello emotivo. Hai sofferto, e in ogni sofferenza c’è sempre qualche spunto che ti può portare a capire che forse non era la persona adatta per te. Comportandoti con maturità, dai un ottimo esempio a tuo figlio, cioè che anche se le cose vanno male, si può andare avanti in modo sereno. L’importante è lavorare su di sé.

Convivete o siete sposati?

Betty: Ci frequentiamo da 3 anni, ma conviviamo da marzo 2022. Abbiamo iniziato la convivenza solo quando eravamo pronti, non volevamo deludere le bambine o farle star male. Anzi, sono state loro a chiedercelo: mia figlia mi ha chiesto se potevamo aggiungere un letto per Alice.

Qualche giorno fa Giorgia, che ha imparato a fare i calcoli, mi ha perfino detto: «Il primo marzo sono con te e Alice, possiamo festeggiare l'anniversario». È la loro vita, per loro è normale avere questi turni.

Nei nostri giorni diventiamo matti, è tutto un via vai, ma la felicità ci ripaga

Antonio: È un bellissimo casino. Abbiamo una lavagnetta con i giorni segnati per organizzarci con il cibo, le attività sportive. Non facciamo tutto noi, sono fondamentali gli ex compagni. Nei nostri giorni siamo matti, è tutto un via vai… Ma siamo felici. Potremmo fare ancora di più e di meglio, ci lavoriamo ogni giorno. Abbiamo in mente tanti progetti. La nostra storia è tutta da scrivere, siamo solo all’inizio.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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