Celebrità e maternità sono due realtà difficilmente conciliabili e stando alle parole dell'ex stella del Pop Lily Allen la scelta di una strada esclude automaticamente l'altra.
Durante una lunga intervista al podcast di Radio Times, la cantautrice britannica ha raccontato la propria parabola discendente che dal successo mondiale ottenuto con hit come Fuck You o The Fear (entrambe del 2008) l'ha condotta ad una graduale esclusione dalle scene del panorama internazionale, individuando nella nascita delle proprie figlie – Ethel Mary e Marnie Rose, entrambe nate dalla relazione con l’ex marito Sam Cooper – il punto di svolta dove tutto è cambiato per sempre.
«Le adoro e mi completano – ha affermato la cantante – ma le mie figlie mi hanno completamente rovinato la carriera».
Non usa mezzi termini la Allen, la quale non nasconde una certa dose di rimpianto per quegli anni ruggenti a cui ha dovuto – anzi, voluto – rinunciare per veder crescere le proprie bambine senza doverle condividere con tour massacranti, impegni continui e orde di fan ficcanaso.
«Mi dà veramente fastidio quando la gente dice che puoi avere tutto perché, francamente, non è possibile» ha continuato la 38enne londinese. Per Allen, la scelta tra i figli e la propria carriera è una decisione che non ammette compromessi, soprattutto in certi ambiti, e lei stessa ha provato sulla propria pelle i disagi di un'infanzia passata con genitori assorbiti dalla propria arte.
Lily Allen è infatti figlia della produttrice cinematografica Alison Owen e dell'attore Keith Allen, il quale ha lasciato il tetto coniugale quando la figlia aveva quattro anni.
«I miei genitori rano abbastanza assenti quando ero bambina e sento che questa cosa ha lasciato delle brutte cicatrici, che non sono disposta a ripetere sulle mie figlie» ha spiegato la cantautrice prima di rincarare la dose: «Nei miei primi 30 anni di vita ho passato più tempo a passeggiare con i miei cani che con mio padre».
Da qui il desiderio di regalare alle proprie figlie un'infanzia più serena, differente dalla sua.
«Non voglio che passino il weekend in una camera al Groucho Club con un Toblerone a far loro compagnia».