Chi non ha mai sentito nominare "la regola dei 5 secondi"? Quella secondo la quale se un biscotto cade a terra e ci rimane per meno di 5 secondi, basterà soffiarci sopra per poterlo addentare come se nulla fosse. Ma siamo sicuri che sia davvero una pratica sana per i nostri bimbi?
Il caso della principessa Charlotte di Inghilterra
La regola dei 5 secondi è tornata alla ribalta perché un video apparso sul web ha reso chiaro che contro questa credenza non può nulla neanche l'etichetta reale. Infatti la piccola Charlotte figlia di William e Kate del Galles, eredi del trono d'Inghilterra, nel weekend ha trascorso con mamma e papà e i fratelli una giornata dagli scout.
Per merenda l'aspettavano marshmallow abbrustoliti, così la piccola principessa, facendo per sbaglio precipitare a terra una gustosissima caramella, si è guardata intorno furtiva e poi l'ha addentata, come se nulla fosse.
Cos'è la regola dei 5 secondi?
Quando la legge di Murphy non si avvera e il pane con la marmellata cade dalla parte giusta a terra, sembra un peccato gettarlo via semplicemente perché ha toccato il pavimento per un attimo. Da qui la credenza popolare dei 5 secondi, che a volte diventano addirittura 10.
La regola infatti si basa sull'idea che i batteri impieghino del tempo per intaccare il cibo e che dunque una brevissima permanenza al suolo, non possa danneggiare veramente la leccornia della quale stiamo per cibarci.
Il tipo di cibo
Diversi studi si sono interrogati sul tema, nel 2016 un gruppo di ricercatori dell'Università Statale Rutgers del New Jersey ha testato cibi di diversa consistenza e umidità, un'anguria prima, del pane secco, del pane farcito con il burro e le caramelle gommose, poi.
I risultati sono stati sempre identici, a infettarsi maggiormente sono i cibi particolarmente appiccicosi o con maggior presenza di liquidi. Infatti i batteri non si spostano con le gambe ma grazie a condizioni favorevoli, prima tra tutte l'umidità, infatti l'anguria era il primo cibo a infettarsi, mentre il pane secco e i biscotti risultavano molto meno infetti.
La superficie su cui cade il cibo
Un altro elemento importante nella ricerca svolta nel tentativo di verificare la veridicità o la falsità della regola dei 5 secondi è stata la tipologia di superficie. É risultato che i batteri si trasferiscono con maggior rapidità dalle superfici lisce, rispetto a quelle ruvide e un pezzo di pane che cade su un tappeto o sulla moquette, rispetto che su una superficie liscia si infetta del 70% in meno. Poiché il tessuto è in grado di trattenere i batteri tra le sue fibre.
Inoltre spesso pensiamo che la superficie più pericolosa per la contaminazione del cibo sia il pavimento, certo se ci muoviamo per casa con le scarpe che siamo soliti usare all'esterno potrebbe essere, ma ci sono superfici ben più a rischio. Per esempio l'asse sulla quale prepariamo della carne cruda o del pesce crudo. Lì si possono trovare listeria, escherichia coli, salmonellosi, che attaccano l'uomo causando crampi, vomito e dissenteria. Lo stesso vale per il lavello se lo laviamo con prodotti chimici e magari sempre con la stessa spugna.
Quindi possiamo applicare la regola dei 5 secondi?
Sarebbe meglio di no, con questo non vogliamo certo promuovere gli sprechi alimentari, tutto dipende da dove la fetta di pane imburrata è caduta, se lasciamo che il piccolo si prepari le pietanze in cucina dove laviamo le superfici con i giusti prodotti ed evitiamo di entrare con le scarpe sporche, nessun problema.
Lo stesso vale se la merenda cade sul tappeto, quei 5 secondi sono sicuri, e il piccolo potrà mangiare la sua merenda in serenità.