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2 Febbraio 2024
14:00

La Provincia di Trento alle scuole: «Niente compiti per Carnevale». Ma scoppia il caos

Mercoledì Francesca Gerosa, neoassessora all’Istruzione della Provincia di Trento, ha annunciato l’invio di una doppia circolare alle scuole per invitare gli insegnanti a non assegnare compiti per le vacanze di Carnevale, che a Trento durano dall’8 al 13 febbraio. Le dichiarazioni tuttavia non sono piaciute all’opposizione e alla scuola, che hanno rivendicato l’autonomia dei singoli istituti.

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La Provincia di Trento alle scuole: «Niente compiti per Carnevale». Ma scoppia il caos
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«Mamma, puoi togliere i compiti a casa?». La richiesta dei figli è stata presa sul serio dalla madre e assessora all’Istruzione della Provincia di Trento, Francesca Gerosa, che mercoledì ha annunciato l'invio di una doppia circolare alle scuole per invitare gli insegnanti a non assegnare i compiti per le vacanze Carnevale. L’idea di Gerosa, da dicembre vicepresidente della giunta, di rispettare il «diritto alla disconnessione» degli alunni tuttavia non è piaciuta né ai docenti né all’opposizione, che hanno rivendicato l’autonomia della scuola.

Mercoledì 31 gennaio Gerosa, davanti alla Consulta provinciale degli studenti, ha comunicato l'arrivo di una doppia circolare “no compiti per le vacanze” negli istituti del territorio. L’obiettivo dell'iniziativa, secondo quanto dichiarato dalla neoassessora, è preservare un sano equilibrio tra studio, tempo libero e socialità nei giorni di stop dalle lezioni ed «evidenziare che le ragazze e i ragazzi hanno il diritto di staccare durante i periodi di vacanza», come riporta il Corriere della Sera.

Le dichiarazioni di Gerosa tuttavia hanno attirato aspre critiche da parte dell'opposizione, che ha bacchettato l’assessora di Fratelli d’Italia perché la circolare «impone ai docenti il divieto di dare i compiti ai ragazzi» nonostante l'assegnazione, o meno, dei compiti delle vacanze non rientri nelle competenze della politica. «Forse il tutto è dettato da inconfessabili nostalgie dei bei tempi – ha attaccato la consigliera Lucia Maestri (Pd) – quando il “partito” stabiliva cosa e come dovesse essere insegnato nelle scuole del regno, “libro e moschetto”, oppure da un’esagerata coltivazione del consenso».

Sono emersi malumori pure nel mondo della scuola: «Sono i docenti i responsabili della didattica e non l’assessore» ha commentato Filippo Degasperi (Onda), docente in un istituto professionale trentino.

Gerosa dal canto suo ha risposto sottolineando che le due note «non hanno alcuna caratteristica imperativa, ma uno spirito collaborativo nell’interesse dei ragazzi» e chiarisce che le circolari si riferiscono «a Carnevale, in estate è diverso. Non si può pensare di lasciare i ragazzi tre mesi senza fare niente perché si perde l’allenamento».

Nella Provincia autonoma di Trento le vacanze di Carnevale durano più giorni rispetto che altrove. Il calendario scolastico infatti cambia da Regione a Regione: nella Provincia trentina si resta a casa da scuola dall’8 al 13 febbraio, per un totale di sei giorni (inclusa la domenica), mentre la maggior parte delle Regioni chiude esclusivamente il 12 e 13 febbraio (in Lombardia il 16 e 17 febbraio per il rito ambrosiano). A eguagliare Trento è solo l’altra Provincia autonoma d’Italia, Bolzano, dove le vacanze di Carnevale durano dal 12 al 16 febbraio.

Se effettivamente gli insegnanti trentini rispetteranno la doppia circolare, quindi, gli studenti trascorreranno quasi una settimana all’insegna, oltre che di coriandoli, frittelle e travestimenti, del riposo, con il diario scolastico lasciato in bianco.

Il dibattito sui compiti delle vacanze è tornato a riaccendersi, puntuale come lo sono le vacanze nel calendario scolastico (che siano di Natale, Carnevale, Pasqua o estive). Lo scorso dicembre era rimbalzata da un sito d’informazione all’altro la notizia di una preside di Torino, Maria Teresa Furci, che aveva invitato i docenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado a non assegnare compiti agli studenti, a eccezioni di casi particolari. La dirigente aveva esortato gli alunni a sfruttare i giorni di chiusura per svolgere «attività complementari diverse da quelle della scuola» che «la frenesia della vita quotidiana non consente di vivere a pieno».

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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