La stitichezza, chiamata anche stipsi, è un disturbo comune a tutta la popolazione mondiale, maschile e femminile. Avere difficoltà a espellere le feci, in altre parole, riguarda tutte e tutti: farne esperienza a un certo punto della vita è del tutto normale.
Anche gli ormoni influenzano questa situazione (lo notano anche le persone nelle diverse fasi del ciclo mestruale: per alcune è difficile andare in bagno), e per questa ragione la stitichezza in gravidanza è un disturbo abbastanza frequente (e fisiologico). Si parla addirittura dell'11-38% di gestanti che ne soffrono (come riporta la ginecologa Alessandra Graziottin).
Oltre all'attività ormonale, tuttavia, le cause sono da ricercare anche nell'alimentazione, nello stile di vita e nella dimensione del pancione, a seconda del trimestre in cui ci si trova.
Per fortuna esistono sia rimedi naturali che non, accostabili in tutto e per tutto a quelli che si adotterebbero al di fuori di una gravidanza.
Ecco dunque tutto ciò che c'è da sapere sulla stipsi in gravidanza, per combattere e gestire la stitichezza senza stress.
Cause della stitichezza in gravidanza
Come spiegano dall'Istituto Superiore di Sanità, la stitichezza è:
La difficoltà a espellere le feci o una frequenza di evacuazione delle feci inferiore a tre volte alla settimana. La stitichezza può essere presente per brevi periodi (stitichezza occasionale) o per periodi più lunghi (stitichezza cronica). Questa incapacità nel riuscire a svuotare l'intestino, può rendere le feci secche, dure e nodose, oltre che insolitamente grandi o piccole.
Questa definizione riguarda sia la stitichezza in periodi normali della vita, sia la stitichezza in gravidanza, che è piuttosto comune a causa di fattori specifici che riguardano la gestazione.
- Nel primo trimestre, per esempio, i motivi più accreditati della stipsi in gravidanza sono ormonali. Gli aumentati livelli di progesterone e aldosterone possono rallentare l'attività intestinale, causando una maggiore assorbimento di acqua dalle feci e rendendole più secche e difficili da espellere.
- Nel secondo trimestre, invece, quando l'attività ormonale ha meno effetto sull'intestino, a intervenire ci pensano l'alimentazione e lo stile di vita. Una dieta quotidiana povera di fibre, un'idratazione insufficiente e una scarsa attività fisica, infatti, rendono difficile andare al bagno con regolarità.
- Nell'ultimo trimestre la stitichezza potrebbe invece essere ricondotta all'aumento del peso dell'utero, che spesso comprime l'intestino ostacolandone e modificandone il normale funzionamento.
Infine, anche alcuni integratori che vengono prescritti in gravidanza potrebbero contribuire alla stipsi; per esempio, quelli a base di ferro.
Quando preoccuparsi della stitichezza in gravidanza
Come molti altri aspetti della gravidanza, anche la stitichezza può destare preoccupazione nella futura partoriente, ed è normale avere molti dubbi. Nella maggior parte dei casi essa non rappresenta un problema per la salute materna o fetale. In altri, però, potrebbe diventarlo, ed è quindi legittimo che salgano delle preoccupazioni. Per esempio: lo sforzo dovuto alla fatica a defecare è pericoloso per il nascituro? Quando è necessario contattare un medico? E quali sono i segnali che indicano che sarebbe necessario allarmarsi?
Lo sforzo diventa un problema principalmente per le emorroidi che causa. L'ingrossamento, l'arrossamento e la rottura dei vasi sanguigni attorno all'ano è infatti uno degli effetti della stitichezza e della durezza delle feci che ne consegue. In questo caso, è essenziale contattare ginecologo o ostetrica di riferimento, per sapere a seconda della situazione a che integratori alimentari o a che pomate topiche affidarsi.
Per quanto riguarda i segnali preoccupanti, essi sono comuni alla stitichezza nei periodi normali della vita e riguardano le complicazioni associate alla stipsi cronica, che non hanno ripercussioni negative sul nascituro, ma sul corpo della gestante. Quando compare uno di essi (o quando compaiono in associazione) è necessario rivolgersi al o alla curante:
- Dolore eccessivo
- Prurito
- Sanguinamento
- Gonfiore del retto
- Perdita di sensibilità dentro e intorno all'ano
- Incontinenza
- Prolasso rettale a seguito dello sforzo
- Emorroidi
- Ragadi anali
- Fecalomi (raramente), ovvero ammassi di feci che provocano vere e proprie occlusioni
In ogni caso, se il dolore addominale diventa eccessivo e se il fastidio della stitichezza in gravidanza è particolarmente debilitante, è opportuno rivolgersi a professionisti sanitari per sapere come muoversi (senza che per forza vi siano altri segnali preoccupanti).
Rimedi per la stitichezza in gravidanza
I rimedi contro la stitichezza in gravidanza sono per lo più gli stessi da mettere in atto per la stipsi in altre fasi della vita. La cosa importante da tenere a mente? Meglio prevenire che curare, adottando sempre una dieta ricca di fibre e acqua. E anche prendere per tempo la stipsi è essenziale, cominciando immediatamente con questi rimedi non appena si percepisce una difficoltà a scaricarsi.
Tra i rimedi naturali più efficaci vi sono l'idratazione (ovvero bere molto per ammorbidire le feci) e mangiare frutta cotta (con la buccia). Quest'ultima, infatti, è ricca di fibre idrosolubili, che non irritano la mucosa intestinale come invece potrebbero fare le fibre non solubili (quelle della crusca dei cereali). Anche le verdure a foglia verde sono ricche di fibre idrosolubili, e quindi molto raccomandate.
Alcuni rimedi immediati per la stipsi, poi, sono particolarmente apprezzati dalle gestanti, che spesso vedono la stitichezza sommarsi ad altri fastidi già in corso, come per esempio la nausea gravidica o il mal di schiena. Quando il cambiamento nella dieta (a favore di acqua e fibre) non basta, il o la curante potrà consigliare degli integratori naturali a base di fibre, concentrati e quindi efficaci in maniera diretta. A tal proposito, a essere solitamente utilizzati sono l'inulina, la gomma di Guar e lo Psyllium, ma anche i semi di lino e le tisane a base di malva, oltre ad altri lassativi per bocca o locali (come le supposte di glicerina), ma sempre e solo sotto controllo medico.
Infine, è possibile provare a stimolare la defecazione attraverso la posizione: a volte basta posizionare una scatola o uno sgabello sotto ai piedi mentre si è in posizione seduta sul wc, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e respirando profondamente per favorire il rilassamento della muscolatura addominale.