Arlecchino è una delle maschere più amate della commedia dell’arte. Nata nel 1550, è di origine bergamasca, anche se la sua storia ha radici molto antiche e pagane. Qualcuno sostiene che sia un personaggio diabolico. Il suo nome, di matrice germanica, è composto da due parole “Hölle König”, “Re dell’Inferno”. Questa espressione nel tempo si è evoluta in “Helleking” e successivamente in “Harlequin". La maschera che conosciamo oggi e che tutti amiamo è però quella descritta da Carlo Goldoni nella commedia "Arlecchino servitore di due padroni" del 1745.
Storia e origini di Arlecchino
La storia di Arlecchino racconta di bambino un po’ birichino, nato a Bergamo in una famiglia poverissima, che non aveva un vestito per la festa di Carnevale a scuola perché la sua mamma non aveva denaro per comprarglielo. I compagni di classe, con l’aiuto delle loro madri, hanno donato ad Arlecchino ritagli di stoffa colorata con cui la sua mamma ha potuto cucire l’abito più bello del Carnevale.
Il personaggio, così come lo conosciamo e lo raccontiamo ai nostri bambini, risale alla metà del Cinquencento, ma il primo a pubblicare la leggenda della Mesnée d’Hellequin, la masnada di Arlecchino, è lo storico normanno Orderico Vitale nella sua Historia Ecclesiastica, terminata nel 1141. Nel centro e nord Europa, a quei tempi, si credeva che in alcune notti invernali una sorta di diavolo guidasse un corteo di folletti, bestie e spiriti in una caccia selvaggia senza fine, tra cielo e terra. Chi capitava in mezzo a questa corsa, poteva essere stato rapito e portato nel Regno dei morti.
Questa leggenda, in Scandinavia, aveva caratteri leggermente diversi. Si credeva che a capo della Caccia selvaggia ci fosse la dea della morte Hel e le sue valchirie Herlequins, mentre in Germania Herla King (re dell’Aldilà) e in Inghilterra Herla Cyning. L’avvento del cristianesimo trasformò gli dei pagani in demoni e gli spettri in anime dannate.
Arlecchino da diavolo spaventoso si è evoluto in un personaggio comico prima in Francia e poi in Italia, grazie anche a Dante Alighieri che inserisce un personaggio di nome Alichino nella Divina Commedia (XXI canto dell’Inferno). Bisogna però attendere la metà del 1500 per incontrare l’Arlecchino moderno. Pare sia un adattamento del personaggio bergamasco Zani, per il pubblico francese, fornito con la maschera demoniaca di Herlequin. In quest’epoca è un servo codardo, ma nel Settecento diventa lo scaltro e avido servitore di un nobile. Una storia complessa, che ha mille risvolti, proprio come i colori dell'abito del suo protagonista
Il vestito di Arlecchino
Il vestito di Arlecchino è l’abito più colorato di Carnevale. In realtà, in origine la maschera era vestita di bianco, ma pare sia diventato colorato a seguito dei rattoppi fatti con una moltitudine di stoffe. Era un uomo povero, che non poteva permettersi di acquistare vesti nuove. Esiste poi un’altra teoria, che sottolinea ulteriormente le difficoltà economiche di Arlecchino, che sostiene che il vestito sia frutto della carità di alcune famiglie che, portando ciascuna una stoffa, riuscirono a far partecipare Arlecchino al Carnevale con un costume tutto suo che divenne il più bello. Il personaggio indossa poi una maschera nera perché discendente di Zanni (Gianni) bergamasco e ha con sé un bastone, il "batocio", e una tasca "scarsela".
Il carattere di Arlecchino
Arlecchino non è una brava persona. È povero, ma non umile. E soprattutto è infedele al suo padrone, che imbroglia e deride continuamente sperando di diventare ricco. È però molto simpatico, buffo e goloso. Parla in dialetto e usa un linguaggio volgarotto. É famoso per essere innamorato di due persone: se stesso e la bella Colombina.
Il significato della maschera di Arlecchino
Nonostante Arlecchino non sia proprio buono d’animo, la sua maschera è un simbolo di amicizia e di carità, perché il suo abito così colorato è frutto di un gesto d’amore. In molti, avendo compassione della sua povertà, hanno donato delle stoffe affinché il servo potesse partecipare al Carnevale con un abito tutto suo.
Alcune curiosità su Arlecchino
Sono diverse le curiosità su Arlecchino. Di questa maschera che si è trasformata ed evoluta nel corso della storia è noto che:
- Il suo miglior amico è Brighella, un altro personaggio famoso per combinare guai
- Sua moglie è Colombina, ma spesso si lascia sedurre dalle attenzioni di Pantalone creando un triangolo amoroso
- Il suo vestito in origine era bianco come quello di Pulcinella
- A Oneta, borgo medievale in provincia di Bergamo, si trova ancora la casetta di Arlecchino.
- Arlecchino si ispira allo Zanni, un servitore generalmente sciocco, ingenuo e dispettoso.