Tra la scuola, gli allenamenti di calcio, l'ora di musica, la piscina, la consolle dei videogiochi e gli amici, i nostri bimbi sembrano trottole che roteano velocemente da una parte all'altra e a volte, un po' come noi, avrebbero bisogno di giornate da 48 ore. Tra gli impegni bimbi e ragazzi devono anche trovare il tempo per fare i compiti. Il vero problema, però, è lo stesso che secoli fa narrava Seneca: "Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto".
Nell'era del digitale in cui siamo, perdere tempo e distrarsi è facilissimo. Basta una notifica dal pc, dal cellulare e dal tablet e in un attimo suona la sveglia ed è ora di cambiarsi per andare agli allenamenti. Ecco che allora negli anni '80 è stato brevettato un metodo per favorire la concentrazione di grandi e piccini: la tecnica del pomodoro.
Perché si chiama tecnica del pomodoro?
Ad arrivare in soccorso alla carenza di concentrazione dei nostri figli, e perché no, anche della nostra è "Il metodo del pomodoro" brevettato negli anni '80. A dare vita a questo metodo non è stato un pedagogista come ci aspetteremmo, ma Francesco Cirillo, uno sviluppatore di software che di digital devices, i nemici dell'attenzione dei nostri figli, se ne intendeva molto bene. La tecnica prende il nome dalla forma " a pomodoro" del timer da cucina che lo sviluppatore ha utilizzato per dare vita a questo metodo.
Come funziona la tecnica del pomodoro?
Innanzitutto bisogna munirsi di un timer, che sia quello da cucina, quello del telefono, o una radio sveglia l'importante è che qualcosa ci aiuti a scandire il tempo. La tecnica si basa infatti sulla capacità degli studenti di gestire il tempo dello studio in maniera schematica, ci sono dei minuti per la concentrazione e dei minuti di pausa.
L'idea di fondo di questa tecnica è che il cervello ha bisogno di fare delle pause, ma che non deve essere distratto mentre è nella fase di concentrazione massima. Per mettere in atto la tecnica basta seguire questi passaggi:
- Stabilire quante cose abbiamo da fare: dobbiamo capire quante pagine di studio, quanti esercizi e quante materie dobbiamo studiare, così sarà più semplice suddividere gli impegni per il tempo a disposizione
- Organizzare il lavoro: dividiamo le attività prima di iniziare, iniziamo per esempio dalle pagine di storia da studiare, passiamo poi ai compiti di analisi logica per chiudere con gli esercizi di geometria.
- Impostare il timer: il tempo va così scandito, 25 minuti di concentrazione(che possono essere anche di più se preferiamo) a cui seguono 5 minuti di pausa, e così via fino alla fine di tutti i compiti.
- Il tempo della concentrazione: durante i 25 minuti bisogna impegnarsi a non distrarsi. Via il cellulare, spenti tutti i dispositivi, la cosa importante
- Il tempo della pausa: la pausa può durare dai 3 ai 5 minuti e deve essere un momento in cui stacchiamo il cervello. Può sembrarci controproducente, perché magari eravamo proprio concentrati, ma saremo più produttivi se riusciremo davvero a riposare la nostra mente. Facciamo merenda, prendiamo una boccata d'aria sul balcone, ma stacchiamo veramente da ciò che stavamo facendo.
- 4 pomodori: questo procedimento fatto di concentrazione di 25 minuti e pausa di 5, va ripetuto per 4 volte. Dopo le 2 ore trascorse, avremo diritto a una pausa lunga, o da 25 o da 30 minuti.
Altri stratagemmi per non perdere la concentrazione
Per non perdere la concentrazione durante i compiti è importante innanzitutto che il bimbo si metta in un luogo tranquillo, magari alla scrivania della la sua cameretta. Ci deve essere la giusta luce e il piccolo deve avere tutto il materiale che gli occorre a portata di mano, così non continuerà ad alzarsi per cercare la gomma, il righello, il quaderno o la penna.
Se il ragazzino è più grande può farsi distrarre dal cellulare, possiamo suggerirgli di lasciarlo in un'altra camera in modalità aereo, in alternativa ci sono dei contenitori dove lasciare il telefono o il tablet, sui quali vi è uno schermo che permette di scegliere per quanto tempo vogliamo che il nostro dispositivo rimanga sigillato lì dentro. L'importante è che il bimbo abbia ben a mente l'importanza dei compiti, e sicuramente avere una routine fatta di scadenze e altre attività da fare nel pomeriggio, può aiutarlo ad essere produttivo ed evitare di distrarsi troppo. Infine ricordiamoci sempre di gratificarlo, dirgli che è stato bravo, anche se era molto stanco, a finire tutti i suoi compiti.
Il parere del pedagogista
Luca Frusciello, il pedagogista del comitato di Wamily, ci ha spiegato perché per molti ragazzini il metodo del pomodoro è fondamentale per fare i compiti:«Alcune persone non riescono ad autoregolarsi, hanno dunque bisogno di essere eteroregoalte, ossia di essere regolate dall'esterno. La tecnica del pomodoro si basa proprio su questo concetto e può essere un'ottima alleata».
I ragazzi spesso passano 2 ore sui libri ma solo per 20 minuti riescono a concentrarsi davvero, distratti da tantissimi stimoli: «Serve un timing esterno che contrasti il timing interno dei ragazzi, altrimenti presi dalla noia danno ascolto alla sete che li porta in cucina, alla fame che li porta a cucinarsi un panino, alla tv, che è impostata proprio sul loro canale preferito».
Quindi il timer della cucina è utilissimo soprattutto a chi è poco disciplinato dal punto di vista dello studio, ma utilizzarlo una sola volta servirà a poco, dobbiamo fare del pomodoro il nostro alleato sempre: «Questo metodo va messo in pratica ogni volta che ci approcciamo allo studio, così il cervello si abitua a isolare gli stimoli esterni, aumentando le sue capacità attentivo-cognitive. Si crea infatti un focus di concentrazione che si attiva al suono del timer. Se non si è costanti il rischio è che il timer suoni ma il nostro cervello sia altrove».
Il problema più grande può essere fare fatica a rispettare il tempo della pausa, per farlo servono impegno e qualche trucchetto: «Innanzitutto durante la pausa non si deve usare il cellulare, lasciamo lo sguardo libero di spaziare guardando fuori dalla finestra. In alternativa possiamo fare uno spuntino, ma evitiamo gli zuccheri che creano dei picci glicemici difficili da smaltire. Infine bisogna rispettare i tempi, rimandare di 5 minuti in 5 minuti la pausa, si traduce nel lasciare i compiti a metà».