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25 Marzo 2024
15:00

La tecnoferenza: come interferiscono gli schermi nel rapporto tra genitori e figli?

La tecnoferenza è il modo in cui gli schermi e le tecnologie in generale interferiscono nel rapporto genitori-figli. Uno studio ha dimostrato che già a 3 anni, ogni minuto in più davanti agli schermi fa perdere 7 parole dei genitori e 5 che potrebbero pronunciare i bambini.

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La tecnoferenza: come interferiscono gli schermi nel rapporto tra genitori e figli?
bimbi schermi

La tecnoferenza è un termine che deriva dall’unione delle parole “tecnologia” e “interferenza”, indica infatti il modo in cui gli schermi e le tecnologie di cui tutti siamo dipendenti, possano, appunto, interferire nel rapporto tra genitori e figli. Il termine è stato coniato nel 2015 dallo psicologo statunitense Vincent McDaniel, per indicare proprio le interruzioni nel rapporto tra caregiver e bambino, dovute all’utilizzo della tecnologia.

Premesso che non bisogna mai guardare alle innovazioni con fare solo critico e che è normale, durante la giornata, lasciare che i bimbi si rilassino un po’ o si distraggano davanti agli schermi, è importante anche parlare però delle conseguenze che l’uso precoce o prolungato di tv, cellulari o tablet possono portare al loro sviluppo.

Lo studio sul linguaggio

Il 4 marzo 2024 sulla rivista scientifica Jama Pediatrics sono stati pubblicati i risultati di uno studio, effettuato  su 220 famiglie australiane, con bambini di età compresa tra un anno e i 3 anni, iniziato nel 2018 e conclusosi nel dicembre 2021.

bimbi sugli schermi

I dati sono stati raccolti posizionando in ogni casa un apparecchio tecnologico avanzato (LENA) in grado di catturare per 16 ore consecutive l’interazione tra genitori e figli, basandosi sui rumori della casa. Inoltre durante il giorno di registrazione, scelto dai genitori in modo che i piccoli fossero a casa il maggior numero possibile di ore, i bambini dovevano indossare una maglietta nel cui taschino si trovava un particolare strumento di processazione del linguaggio. In particolare, sono stati analizzati la vocina e i gridolini dei bimbi, quella dei genitori, i loro silenzi, il numero di conversazioni e il suono che cellulari, tablet e televisori producono. La registrazione è stata effettuata una volta ogni sei mesi nel corso dei 4 anni di durata dello studio. Così da avere registrazioni per ogni età dei piccoli, 12, 18, 24, 30 e 36 mesi.

I risultati

Oltre ai risultati registrati dagli apparecchi elettronici, è stato chiesto anche ai genitori di completare dei questionari che una volta ogni 6 mesi sono stati ritirati dai tecnici.

  • I bimbi di un anno nel giorno di registrazione sono risultati essere esposti mediamente ad 1 ora e 48 minuti di schermi. Hanno ascoltato una media di quasi 15.000 parole da parte degli adulti, hanno prodotto a loro volta mediamente 1394,7 vocalizzi e hanno assistito e preso parte a circa 369.4 conversazioni con i genitori.
  • I bimbi di 3 anni sono stati esposti a sempre più ore davanti agli schermi, quasi 3 ore davanti allo schermo, con una media di parole ascoltate molto simile a quella di quando erano più piccoli, circa 16.302. 6 parole, 3306. 7 vocalizzazioni da loro prodotte e 734.4 conversazioni ascoltate.

Dallo studio è dunque emerso che l’aumentare nel corso dei mesi del tempo trascorso davanti agli schermi da parte dei bambini è associato ad una diminuzione del dialogo tra genitori e figli. In particolare per i bimbi di 3 anni, ogni minuto aggiuntivo trascorso davanti agli schermi è stato associato a circa 7 parole in meno ascoltate dai genitori e 5 parole in meno dette dai bambini e 1.1 conversazione in meno.

bimbo schermo

Dunque è vero, stare davanti agli schermi, quando i bimbi sono piccoli e stanno imparando a dialogare e a rapportarsi agli adulti, diminuisce di minuto in minuto la possibilità di arricchire il loro vocabolario e interagire con i genitori. Perché sebbene in tv si ascoltino programmi adatti alla loro età e ricchi di conversazioni, suoni, colori e musica, a livello cognitivo questi non compensano la mancanza di dialogo con i genitori.

Quali sono le conseguenze di un’esagerata esposizione dei bambini agli schermi?

Sicuramente le conseguenze più evidenti per i bambini, di un’eccessiva e precoce esposizione agli schermi, che non rispetta dunque i tempi di utilizzo suggeriti dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), sono legati alle competenze di linguaggio. Ma un’ora in più davanti agli schermi non interferisce solo sulla loro parlantina, ecco le altre conseguenze della tecnoferenza durante i primi anni di vita dei piccoli:

  • i bimbi sono più distratti: proprio perché sottoposti agli stimoli forti e rapidi ai quali tv o altri schermi permettono loro di accedere.
  • i piccoli anche nella crescita tendono a parlare di meno: sono meno loquaci e meno capaci di relazionarsi agli altri, avendo anche avuto meno modo di partecipare alle conversazioni con i genitori.
  • ricordano meno:la memoria dei piccoli, fondamentale per conoscere, risulta compromessa
  • sono meno empatici
  • rischiano di sviluppare un’incapacità di dissociazione tra la realtà e quella mediata dagli schermi.
  • il loro QI e le loro funzioni cerebrali sono meno sviluppati di chi nella crescita ha prediletto il dialogo con gli adulti alla tv.
  • alterata percezione dei suoni
  • disturbi del sonno
Studio scientifico
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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