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16 Giugno 2023
18:00

La violenza durante il parto è anche psicologica. Ce ne parla l’ostetrica

Purtroppo tante donne e mamme non si oppongono alla violenza ostetrica perché impreparate o sole. È importante essere informati sulle pratiche non autorizzate e non necessarie in determinati momenti per riconoscere la violenza ostetrica, che non è soltanto fisica.

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La violenza durante il parto è anche psicologica. Ce ne parla l’ostetrica
Ostetrica
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Se ci toccassero senza consenso o ci obbligassero a fare qualcosa che non abbiamo voglia di fare, come ci sentiremmo? Oggi affrontiamo insieme il tema della violenza ostetrica. Purtroppo si parla poco di questo argomento e molte mamme non conoscono realmente i loro diritti e/o non vengono spiegati correttamente. Molte pratiche vengono considerate “normali” ma non dovrebbe assolutamente essere così.

Che cos’è la violenza ostetrica?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara fondamentale: la prevenzione ed eliminazione dell’abuso e della mancanza di rispetto durante l’assistenza al parto presso le strutture ospedaliere. Nella dichiarazione afferma: “Abuso, negligenza o mancanza di rispetto durante il parto possono condurre alla violazione dei fondamentali diritti umani della donna […] In particolare, le gestanti hanno il diritto a pari dignità, ad essere libere nel cercare, ricevere e rilasciare informazioni, ad essere libere dalla discriminazione, e ad usufruire del più alto standard raggiungibile di salute fisica e mentale, inclusa la salute sessuale e riproduttiva.

Non è una pratica riferita alla professione ostetrica ma alla materia ostetrica

La violenza ostetrica è quell’insieme di pratiche mediche ostetrico-ginecologiche praticate dai professionisti sanitari che, non essendo clinicamente necessarie, assumono la forma di abuso. Non è una pratica riferita alla professione ostetrica ma alla materia ostetrica. È una pratica che tantissimi professionisti sanitari e medici possono attuare.

Con violenza ginecologica/ostetrica ci si riferisce alla violenza che si declina in tutta la vita della donna e in particolare a quella che riguarda le fasi della gravidanza, del parto e del dopo parto.

Quali pratiche sono considerate violenza ostetrica?

Per "violenza ostetrica" s'intendono quelle pratiche non autorizzate e non necessarie in quel momento:

  • Episiotomia
  • Manovra di kristeller
  • Massaggi uterini
  • Negazione dell’analgesia epidurale
  • Attesa per ore in reparto senza assistenza
  • Digiuno totale
  • Cesareo senza consenso
  • Interventi chirurgici non necessari
  • Taglio del cordone ombelicale precoce

Troppo spesso queste pratiche vengono eseguite senza consenso, giocando sull’"ignoranza buona” delle mamme. Molte mamme non si oppongono perché impreparate o sole. Per questo motivo ritengo che il corso di accompagnamento alla nascita sia fondamentale.

La violenza ostetrica è anche psicologica!

Non dobbiamo e non possiamo pensare alla violenza ostetrica come soltanto fisica. Molti comportamenti vanno a danneggiare psicologicamente la mamma. Ad esempio:

  • Sostenere esclusivamente l’allattamento al seno e giudicare le mamme che non se la sentono di allattare
  • Sminuire il dolore della mamma e negare l’epidurale. Portare allo sfinimento una mamma che desiderava un parto senza dolore è una crudeltà. Perché farlo?
  • Far sentire incapace la mamma. Non supportarla, deriderla, non aiutarla.

Cosa può fare una mamma?

Molte mamme non se la sentono di denunciare la violenza ostetrica. Credo questo succeda per diversi motivi: vergogna, timore, paura.

Le mamme vanno supportate, non violentate

Se una mamma vuole denunciare un atto di violenza ostetrica può farlo contattando la sezione del Tribunale del Malato dell’ospedale e infine la Direzione Generale dell’ASL di riferimento. La mamma segnalerà i nomi di colori che hanno attuato questi comportamenti violenti. Questa denuncia può aiutare le mamme ma anche gli ospedali.

Non è corretto approfittarsi delle mamme. Le mamme andrebbero supportate, non violentate.

Fonti mediche
OMS
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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