Dopo il parto, moltissime donne devono fare i conti con le lacerazioni perineali. Ne esistono di diversi tipi, a seconda dell'estensione e del coinvolgimento dei tessuti. Sono lesioni molto comuni: 8-9 donne su 10 le subiscono mentre mettono al mondo i loro figli. La maggior parte delle lacerazioni riguarda proprio il perineo, la zona che si trova tra la vagina e l'ano. Qui, ostetrica o ginecologo potrebbero essere costretti, in casi selezionati, a dover praticare l'episiotomia, un'incisione che permette di allargare il canale del parto per far nascere più velocemente il bimbo.
Le tecniche per prevenire tali lacerazioni sono davvero molte. La riparazione avviene invece tramite applicazione di punti di sutura che accostano i lembi delle stesse e ne favoriscono la guarigione. Prima di suturare vengono applicati degli anestetici locali per non sentire dolore.
Cosa sono le lacerazioni da parto
Le lacerazioni perineali sono delle lesioni che interessano la zona del perineo, tra la vagina e l'ano, e che possono verificarsi durante il parto. Infatti, sono delle lesioni ai tessuti perineali conseguenti a un evento traumatico, che si presentano in modo relativamente frequente e, se pur molto spesso di facile riparazione, possono risultare molto fastidiose.
Le tipologie di lacerazioni sono diverse: una di queste è l'episiotomia (unica lacerazione provocata appositamente dal personale sanitario), l'incisione che viene praticata da ostetrica o medico ginecologo nel perineo, la zona che si trova tra la vagina e l'ano. In casi molto selezionati potrebbe risultare una scelta necessaria per velocizzare la nascita del bambino.
Come si classificano le lacerazioni perineali
Le lacerazioni perineali sono di diversi gradi. Ecco la classificazione prevista dall'American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), dalla lacerazione più lieve alla più grave:
- grado 0: integrità totale o abrasione superficiale
- grado 1: lacerazione della sola mucosa vaginale o della cute del perineo. Può richiedere alcuni punti di sutura o essere trattata con prodotti appositi che ne favoriscono una guarigione spontanea
- grado 2: lacerazione che interessa anche i muscoli del perineo e richiede necessariamente applicazione di punti di sutura
- grado 3: lacerazione che coinvolge lo sfintere anale (anello muscoloso che circonda l’orifizio anale)
- grado 4: lacerazione che coinvolge la mucosa rettale.
Le lacerazioni di terzo e quarto grado colpiscono in misura molto minore le donne partorienti rispetto agli altri tipi di lacerazione (si stima una media del 2.9% con variazioni dallo 0% all'8%).
Cause e fattori di rischio
Le cause delle lacerazioni perineali possono essere diverse e presentarsi insieme. Pressioni meccaniche eccessive e non consone sui muscoli perineali possono provocare lesioni più o meno gravi in questa zona delicata del corpo.
Sono diversi i fattori di rischio che aumentano le possibilità di dover affrontare le conseguenze di una lacerazione. I più significativi sono:
- nulliparità
- dimensioni fetali aumentate
- posizione occipitoposteriore
- durata del secondo stadio superiore a due ore
- distocia di spalle
- parto vaginale operativo
- etnia materna
Come evitare lacerazioni perineali
Per evitare le lacerazioni perineali, bisogna allenare il pavimento pelvico prima del parto, con un po' di sana ginnastica, ma anche essere consapevoli di quello che potrebbe succedere in sala parto. Per la prevenzione, ecco i suggerimenti degli esperti:
- praticare in gravidanza il massaggio perineale
- seguire corsi pre parto e chiedere un'assistenza ostetrica durante tutta la gravidanza
- fare attività fisica lieve o moderata durante i 9 mesi di gestazione
- imparare le tecniche di rilassamento come la respirazione profonda
Al momento del travaglio e del parto, ecco alcuni consigli:
- evitare la posizione ginecologica, che aumenta il rischio di lacerazioni: meglio muoversi durante il travaglio e il parto, cambiando posizione tra una spinta e l'altra
- il parto in acqua può ridurre il rischio di lacerazioni, perché l'acqua calda non solo riduce il dolore, ma favorisce anche la distensione del pavimento pelvico
- evitare il travaglio a letto, camminare può aiutare la circolazione del sangue e sfrutta la gravità per favorire la discesa del bimbo
- vocalizzare durante le spinte, mentre si espira, così da far rilassare il pavimento pelvico
- evitare la manovra di Valsalva durante le spinte
- ascoltare il corpo per favorire spinte spontanee e fare in modo che il pavimento pelvico non sia sollecitato troppo
- chiedere al personale sanitario di eseguire l'episiotomia solo se strettamente necessario
- rispettare i tempi del parto e del bambino
Come curare le lacerazioni perineali
Le lacerazioni di ogni tipo devono essere curate dopo il parto. In casi gravi può essere necessario eseguire il tutto in sala operatoria. Alla donna vengono applicati subito dei punti di sutura, che solitamente impiegano alcune settimane prima di riassorbirsi spontaneamente: anche il dolore e il fastidio possono permanere per una settimana o più. Nelle prime settimane dopo il parto si deve cercare di riposare molto ed evitare di fare sforzi.
Di solito ostetriche e medici consigliano alla donna di curare molto bene l'igiene intima con una detersione quotidiana eseguita usando detergenti neutri, delicati, senza profumi per evitare irritazioni. Ogni volta che si va in bagno è possibile sciacquare la zona con acqua tiepida e durante il giorno cambiare spesso l'assorbente che si usa dopo il parto. Bisogna anche bere molta acqua per evitare la stitichezza e prevenire infezioni urinarie.
Il processo di guarigione può essere aiutato anche da esercizi per migliorare il tono del pavimento pelvico.
Il consiglio dell'ostetrico
Il parto è certamente un evento traumatico per i muscoli del perineo: sarebbe pertanto una buona pratica eseguire una valutazione del pavimento pelvico post partum da un professionista esperto con l'obiettivo di valutare la necessità di un eventuale percorso riabilitativo.
Per quanto riguarda il trattamento delle lacerazioni, invece, può risultare utile l'applicazione locale di spray all'argento colloidale o alla calendula, entrambi prodotti che favoriscono la cicatrizzazione e la guarigione spontanea dei tessuti.