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27 Ottobre 2023
16:31

Laura Chiatti: «A casa dormiamo tutti insieme». Ma i pediatri sconsigliano il co-sleeping per la sicurezza dei bambini

Laura Chiatti in un'intervista si è detta favorevole al co-sleeping, lei e il marito fanno dormire i figli nel lettone insieme a loro. La pratica è fortemente sconsigliata dai pediatri, poiché rientra tra i fattori che aumentano il rischio di SIDS. Abbiamo chiesto un parere sul valore educativo di questa pratica al pedagogista Luca Frusciello.

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Laura Chiatti: «A casa dormiamo tutti insieme». Ma i pediatri sconsigliano il co-sleeping per la sicurezza dei bambini
In collaborazione con il Dott. Luca Frusciello
Pedagogista
Laura Chiatti

Laura Chiatti, attrice e modella italiana, in una recente intervista rilasciata al magazine F, è tornata a far parlare della sua famiglia. La showgirl, sposata dal 2014 con il collega Marco Bocci, mamma di Pablo di 8 anni e Enea di 7 anni, ha spiegato che i suoi bambini dormono nel lettone con lei e il marito. L'attrice si è detta favorevole al co-sleeping: lei e i figli dormono tutti insieme in un lettone oversize. La pratica del co-sleeping, dormire cioè nello stesso letto con i figli, è però fortemente sconsigliata dai pediatri, poiché aumenta il rischio di SIDS, soprattutto entro i 6 mesi di vita dei bambini.

«Stiamo tutti in un letto oversize»

Laura Chiatti, intervistata da F magazine, ad una domanda sugli acciacchi dell'età  ha risposto che si sente più bella che mai e che dei suoi vent'anni rimpiange solo l'assenza dei dolori alla schiena. Questi dolori deriverebbero però non dall'età, quanto più dalle scomode posizioni assunte durante il sonno, a causa del fatto che nel lettone, lei e Marco Bocci condividono lo spazio con i loro bambini:

«Sono a favore del co-sleeping. Si può dire o quelli che non lo sono si offendono? I bambini non sono grandi per dormire con voi? Stiamo tutti in un letto oversize con un lettino attaccato vicino. Sono calci, botte, ma poi cresceranno e quest’intimità finirà, per cui intanto ce la godiamo» ha detto l'attrice, risentita dalle recenti critiche ad alcune sue uscite riguardo a come lei e il marito gestiscono in casa il lavoro di cura.

Cos'è il co-sleeping e perché è sconsigliato?

Una commistione tra co-sleeping e room-sharing, quello che, si presume dalle parole dell'attrice, la famiglia Chiatti-Bocci mette in pratica tutte le sere da quando i piccoli sono nati. L'attrice afferma infatti che tutti dormono nello stesso lettone oversize, e specifica poi che a fianco vi è un altro lettino.

Le due pratiche, però, sono ben distinte. Il co-sleeping, dunque la pratica di dormire tutti insieme nello stesso letto, è fortemente sconsigliata dai pediatri dell'American Academy of Pediatrics, poiché rientra tra le pratiche che espongono maggiormente i bambini al rischio di SIDS. Gli esperti, soprattutto nei primi 6 mesi di vita, suggeriscono invece ai genitori il room-sharing, ossia la pratica di far dormire il neonato nella loro stessa stanza, ma ognuno nel proprio letto, così da poter comunque intervenire in caso di necessità e prevenire il rischio di un'improvvisa morte in culla.

Nel caso specifico dell'attrice, però, i due figli sono ormai grandi, e non incorrono più nel rischio di SIDS, cui i bimbi sono sottoposti nei primi mesi di vita.

Il parere del pedagogista

Pablo ed Enea, i figli di Laura Chiatti hanno 8 e 7 anni, e l'attrice afferma, durante l'intervista, di aspettarsi già una reazione da parte di chi le dirà che sono troppo grandi per dormire con lei. Nonostante ciò afferma che i suoi genitori, invece, le hanno permesso di dormire con loro durante tutta l'adolescenza: «Io ho dormito con i miei fino ai 14 anni. Tornavo da una serata con le amiche e mi infilavo nel loro letto». In effetti, non esiste un manuale che specifichi fino a che età è bene che i bimbi dormano con i genitori, o che invece dica che da un'età in poi questa pratica diventa diseducativa.

Luca Frusciello, pedagogista e membro del comitato socio-scientifico di Wamily ci ha spiegato, il valore, a livello educativo, di questa pratica:

«Dal momento che l’obiettivo di ogni azione educante è l’autonomia emotiva e relazionale del bambino, è naturale che i benefici di far dormire i bimbi da soli, nella propria cameretta e nel proprio letto superino i rischi per i piccoli. Un bambino che impara presto ad autogestirsi in una notte in cui fa fatica a dormire perché è agitato, è un bambino che sta aumentando la sua autonomia e la capacità di essere una persona efficace verso se stessa, meno dipendente possibile.

«Qual è il beneficio che i genitori sentono di trarre nel far dormire il figlio di 7-8 anni nel lettone?»

Nonostante questo dovremmo un po’ spostare il focus, dai rischi-benefici dei bambini a quelli dei genitori. Qual è il beneficio che i genitori sentono di trarre nel far dormire il figlio di 7-8 anni nel lettone? E riescono invece a concepirne i rischi? Perché se un genitore vede solo i benefici del dormire nel letto con il suo bambino, è normale che lo lasci dormire a fianco a sé. 

Ma se è facile capire che azione educante stia compiendo un genitore che fa dormire anche forzatamente suo figlio in cameretta, renderlo autonomo, è più complesso capire cosa muova chi fa il contrario. Qual è l’azione educante di un genitore che fa dormire i figli nel proprio lettone? E soprattutto, si tratta di lasciar dormire un bimbo che chiede di poter dormire con i suoi genitori o di dormire insieme ai figli, come se fosse un loro bisogno dato per assodato?».

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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