Spesso si tende a valutare il lavoro degli insegnanti solo sulla base delle esperienze vissute come studenti, ignorando gran parte delle molteplici responsabilità che caratterizzano la professione docente. Questo ha contribuito alla diffusione di numerosi pregiudizi e stereotipi sul lavoro degli insegnanti, come l'idea che essi godano di tre mesi di vacanza all'anno o abbiano tutti i pomeriggi liberi e pause, durante le festività di Natale e Pasqua.
Tuttavia, tali percezioni non tengono conto del fatto che l'impegno dei docenti si estende ben oltre il semplice orario dedicato all’insegnamento vero e proprio e, in termini di ore, è molto di più delle 18/25 ore di lavoro in classe.
Infatti, le attività che gli insegnanti svolgono in aula sono soltanto la punta di un iceberg che nasconde, sotto il mare, la montagna di impegni lavorativi che caratterizza la professione docente.
Diverse indagini hanno provato a quantificare, al di là delle ore di lezione frontale, il lavoro “sommerso e invisibile” effettuato dai docenti, ma contare con precisione le ore effettive di servizio è molto complesso; numerosi studi sono concordi, però, nell’affermare che l’orario medio di lavoro di un insegnante, comprensivo delle ore di lavoro sommerso è pari a 36 ore settimanali, in linea, pertanto, con quelle del pubblico impiego.
Al di là delle lezioni: relazioni e interazioni
Durante l'anno scolastico, gli insegnanti si trovano costantemente ad interagire con le famiglie, con gli studenti, con i colleghi, con i rappresentanti delle case editrici, con gli esperti esterni, con le figure dirigenziali. Si occupano di organizzare incontri, fornire feedback, supportare situazioni delicate e affrontare problemi improvvisi.
In alcuni casi, le date e gli orari degli incontri sono fissati preventivamente, in altri, sono legati a situazioni contingenti che necessitano di disponibilità immediata fuori dall’orario di servizio.
Diverse volte capita, ad esempio, di risolvere problemi e criticità, la sera, al telefono, con i colleghi di classe.
La sfida delle procedure burocratiche
Il 40% delle attività sommerse dei docenti è legato alle procedure burocratiche che via via diventano sempre più complesse e laboriose. Ad esempio, occupano molto tempo, domestico e individuale, le stesure dei PdP (Piano Didattico Personalizzato) dei PEI (Piano Educativo Individualizzato), la redazione di relazioni sulla classe e sui singoli studenti, la compilazione di schede di progetto o di verbali di tipologie differenti.
Dietro le quinte: le riunioni che modellano la scuola
Molte e diversificate sono le riunione collegiali alle quali il docente deve obbligatoriamente prendere parte.
Queste riunioni includono la partecipazione agli organi collegiali, ai consigli di classe, di intersezione e di interclasse o dipartimentali. Dal momento che sono parte integrante del Piano Annuale delle Attività scolastiche, queste riunioni, obbligatorie, si svolgono solitamente dopo le 16:30 per permettere a tutti e tutte di partecipare, e molto spesso si protraggono oltre l'orario stabilito.
L’organizzazione della didattica
Un’altra serie di attività extra-insegnamento riguarda la preparazione delle lezioni quotidiane, il reperimento e la costruzione di materiali autentici, con un occhio alle esigenze degli studenti con Bisogni Educativi Speciali, la progettazione e successiva correzione dei compiti in classe e di quelli assegnati per casa.
Queste attività richiedono tempo e impegno considerevoli, ma spesso non vengono riconosciute come parte essenziale del lavoro degli insegnanti.
Gli impegni telematici
Oltre alle responsabilità in aula, il personale docente si trova ad affrontare numerosi impegni telematici, spesso utilizzando la propria connessione internet e i propri dispositivi.
Questi includono ad esempio la compilazione del registro elettronico, la gestione delle e-mail, la compilazione di documenti digitali.
La formazione obbligatoria
Gli insegnanti hanno l’obbligo di stare al passo con i tempi e di provvedere al proprio aggiornamento e questo comporta la lettura di libri e riviste specializzate, la partecipazione a conferenze e workshop e un costante impegno nella formazione continua.
Essa è obbligatoria, avviene al di fuori del proprio orario di servizio e a spese proprie.
Organizzazione delle uscite didattiche
Altre attività svolte “fuori dall’aula” riguardano l'organizzazione e la partecipazione a viaggi di istruzione, uscite didattiche ed eventi vari. Quando la partecipazione a queste impegni si protrae oltre l'orario di insegnamento, i docenti non vengono retribuiti per il tempo extra, dedicato. Nonostante tutte le responsabilità che implicano le uscite didattiche, ancora tantissimi insegnanti si rendono disponibili a offrire esperienze educative significative per i loro studenti.
Questi impegni sommersi dei docenti, indispensabili per costruire una scuola su misura per l’alunno, rappresentano un tempo prezioso che andrebbe riconosciuto e valorizzato.
Far emergere e rendere pubblico il lavoro sommerso che svolgono gli insegnanti, è fondamentale per restituire loro dignità e prestigio e fare in modo che nessuno possa più dire che lavorano poco o pochissimo rispetto alle altre categorie.