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4 Febbraio 2024
18:00

Le canzoni di Sanremo dedicate a genitori, figli, nonni: da “Portami a ballare” a “Ovunque sarai”

Sono tanti i cantanti che hanno scelto di cantare l’amore (o, al contrario, il risentimento) nei confronti della famiglia al Festival di Sanremo. Figli, genitori, nonni sono stati le Muse ispiratrici di artisti come Luca Barbarossa, Francesco Renga, gli Stadio, Fabrizio Moro, Mahmood, Irama.

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Le canzoni di Sanremo dedicate a genitori, figli, nonni: da “Portami a ballare” a “Ovunque sarai”
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Amore è la parola più utilizzata in settantantatré edizioni e duemilacentoventidue canzoni della storia del Festival di Sanremo. Cupido è stato chiamato in causa nel 49,57% dei brani intonati (e a volte stonati) sul palcoscenico più ambito d’Italia, secondo quanto riporta la banca dati Le parole di Sanremo: quasi la metà. Quando si pensa al dio Eros, l’associazione immediata è all’amore di coppia. Poetico, passionale, struggente, distruttivo, corrisposto o non ricambiato, deludente, rimpianto, sofferto. Ma l’amore riempie, colora e caratterizza pure rapporti che esulano da quello tipicamente romantico: l’amore per un figlio, per il padre, per la madre, per un nonno o una nonna, per un amico, per una figura vicina. Sono stati parecchi gli artisti che hanno scelto di cantare l’amore (o, al contrario, il risentimento) per la famiglia sul palco dell’Ariston, con riferimenti più o meno espliciti. Figli, genitori, nonni sono stati le Muse ispiratrici di tanti degli artisti italiani che hanno calcato il palco in oltre 70 anni di musica sanremese, da Luca Barbarossa a Francesco Renga, dagli Stadio a Fabrizio Moro, Mahmood e Irama.

Le canzoni di Sanremo per la famiglia

Andiamo in ordine cronologico, elencando le più struggenti e iconiche canzoni di Sanremo sulla famiglia.

Gino Latilla – Tutte le mamme (1954)

Torniamo indietro fino alla quarta edizione del Festival di Sanremo. Siamo nel 1954, la kermesse dura tre giorni, non viene trasmessa in televisione (il primo anno in bianco e nero fu il 1955) e gli artisti si esibiscono al Salone delle feste del Casinò di Sanremo, non all’Ariston. A trionfare è Gino Latilla con la canzone Tutte le mamme, che racconta l’amore delle madri per i loro figli. Le figure materne nel brano sono descritte come delle Madonne che vegliano sui loro piccoli.

Son tutte belle le mamme del mondo
quando un bambino si stringono al cuor
Son le bellezze di un bene profondo
fatto di sogni, rinunce ed amor

Anna Oxa e Fausto Leali – Ti lascerò (1989)

Forse uno dei duetti più memorabili della storia della musica italiana. La voce graffiante di Fausto Leali si mescola con quella piena di Anna Oxa nella canzone Ti lascerò, un brano che  racconta il distacco genitore e figlio negli anni dell’adolescenza. Trasmette un messaggio agrodolce di amore e supporto e abbraccia l’idea che lasciare andare a volte è un atto d’amore. Il protagonista invita l’adolescente a prendersi i suoi spazi per crescere, sbagliare, imparare dagli errori e trovare la propria strada nella vita.

E lascerò ai tuoi occhi
Tutta una vita da guardare
Ma è la tua vita
E non trattarla male
Ti lascerò crescere
Ti lascerò scegliere
Ti lascerò
Anche sbagliare

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Da Wikimedia Commons

Luca Barbarossa – Portami a ballare (1992)

Luca Barbarossa presenta Portami a ballare al Festival di Sanremo del 1992, vincendolo. Il brano è dedicato alla mamma Annamaria. Barbarossa si è reso conto di aver trascurato la madre a causa della carriera e degli impegni e la invita a ballare «uno di quei ballo antichi che nessuno sa fare più».

Dai mamma dai
Questa sera fuggiamo via
È tanto che non stiamo insieme
E non è certo colpa tua

Carmen Consoli – In bianco e nero (2000)

L’ultima partecipazione come concorrente di Carmen Consoli al Festival di Sanremo risale al 2000. È l’anno in cui la kermesse, presentata da Fabio Fazio insieme a Luciano Pavarotti e Teo Teocoli, compie cinquant’anni. Consoli si qualifica solo settima con In bianco e nero, una canzone parzialmente autobiografica dedicata alla madre, anche se il brano diventa un successo radiofonico. Attraverso la voce e la musica racconta di quando, sfogliando un album di foto, si è imbattuta in vecchie immagini della madre e si è riconosciuta nei suoi occhi e nel suo sorriso. Nonostante la somiglianza fisica, sono entrate in confitto diverse volte, rimanendo vittime di malumori e incomprensioni.

E pensare a quante volte l'ho sentita lontana
e pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi e momenti di noncuranza puntualmente
mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo una sciocca rivalità

Marco Masini – L’uomo volante (2004)

Una canzone dedicata alla famiglia – una famiglia mai arrivata – è tornata a vincere la gara nel 2004, quando Marco Masini calca il palcoscenico dell’Ariston per interpretare L’uomo volante, aggiudicandosi la vittoria. Si tratta di un brano autobiografico in cui il cantautore accarezza il desiderio di paternità e si rivolge al figlio che non è mai nato.

Così mi immagino già il tuo sorriso
E vedo accendersi noi
Allo stadio, in un bar, in un gesto affettuoso
Che non ci capita mai

Francesco Renga – Angelo (2005)

Jolanda Renga, figlia del cantautore Francesco e dell’attrice Ambra Angiolini, è nata il 4 gennaio 2004. Un anno e due mesi dopo il suo papà le ha dedicato la canzone Angelo sul palcoscenico di Sanremo, vincendo la cinquantacinquesima edizione del Festival. Nel brano il cantautore si rivolge a una creatura angelica, chiedendole di prendersi cura della figlia e aiutarla a superare gli ostacoli e le difficoltà della vita.

Angelo, prenditi cura di lei
Lei non sa vedere al di là di quello che dà
E l'ingenuità
È parte di lei
Che è parte di me

Stadio – Un giorno mi dirai (2016)

Con Un giorno mi dirai, la commovente dedica di un padre alla figlia, gli Stadio hanno vinto la sessantaseiesima edizione del Festival di Sanremo. Un trionfo inaspettato, visto che l’anno precedente la band, che si era candidata alla gara con il medesimo brano, era stata scartata. Il protagonista è un padre che si immagina il dialogo con la figlia, che ha amato dal suo primo giorno di vita e per la quale ha fatto rinunce e sacrifici.

Un giorno ti dirò
Che ho rinunciato alla mia felicità per te
E tu riderai, riderai, tu riderai di me
Un giorno ti dirò
Che ti volevo bene più di me
E tu riderai, riderai, tu riderai di me
E mi dirai che un padre
Non deve piangere mai

Ermal Meta – Vietato morire (2017)

Vietato Morire ha valso a Ermal Meta la medaglia di bronzo e il Premio della Critica. Siamo nel 2017 e l’artista, al suo primo esordio al Festival sanremese nella categoria Big, sceglie di riaprire una vecchia ferita e raccontare un pezzo di vita, complesso e delicato, quello della violenza domestica subìta in famiglia quando lui era piccolo. La destinataria del brano è la madre, che trovò il coraggio di troncare la relazione violenta con il marito e trasferirsi in Italia con i figli.

Non ho dimenticato l'istante
In cui mi sono fatto grande
Per difenderti da quelle mani
Anche se portavo i pantaloncini
La tua collana con la pietra magica
Io la stringevo per portarti via di là

Fabrizio Moro – Portami via (2017)

Fabrizio Moro presenta Tu portami via al sessantasettesimo Festival della musica italiana, qualificandosi settimo. È una canzone a metà tra una dolce ninna nanna che tocca le corde più intime dell’animo umano e un’appassionata e graffiante dichiarazione d’amore, come lo è la voce di Moro. La destinataria è la figlia Anita di 3 anni. La piccola nella canzone è un’ancora di salvataggio, la luce in fondo al tunnel, la ragione per la quale è valsa la pena combattere contro le difficoltà della vita.

Portami via dalla convinzione di non essere abbastanza forte,
quando cado contro un mostro più grande di me,
consapevole che a volte basta prendere la vita così com'è,
amore mio portami via

Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood (2019)

Nonno Hollywood di Enrico Nigiotti si classifica decima al Festival di Sanremo del 2019, eppure la canzone piace alle radio, dove scala le classifiche, e piace alla gente, che ritrova nelle parole semplici e immediate del testo un ricordo sincero e nostalgico del nonno. È il cantautore a spiegare il perché della città americana nel titolo: «Hollywood era il soprannome di mio nonno da giovane. Glielo avevano dato gli amici perché quando andava a ballare si vestiva in modo così elegante da sembrare un divo del cinema».

Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile
Centri commerciali al posto del cortile
Una generazione con nuovi discorsi
Si parla più l'inglese che i dialetti nostri
Mi mancano i tuoi fischi mentre stai a pisciare
Mi manca la Livorno che sai raccontare
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò, non dormirò, non dormirò

Mahmood – Soldi (2019)

Quella di Mahmood con Soldi è stata una vittoria inaspettata, rivoluzionaria, sismica. Ha creato un terremoto nella classifica prevista dai media e ha aggiunto alla teca dei vincitori una canzone dai suoni e dal ritmo inediti e moderni. All’interno del brano si trova una frase in arabo (Waladi waladi habibi ta’aleena) che significa «Figlio mio, figlio mio, amore, vieni qua», che Mahmood sentiva ripetersi dal padre. Come ha spiegato il cantante, il pezzo racconta come a causa dei soldi “possono cambiare i rapporti all’interno di una famiglia”.

Volevi solo soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Lasci la città ma nessuno lo sa
Ieri eri qua ora dove sei papà

Giordana Angi – Come mia madre (2020)

Giordana Angi partecipa per la prima volta a Sanremo in occasione della settantesima edizione con il brano Come mia madre. È un abbraccio caldo e commosso alla madre, che segna la deposizione delle armi dopo gli anni conflittuali della giovinezza e un’ammissione di scuse per quei “ti voglio bene” mancati.

Ti chiedo scusa se non ti ho mai detto
quanto ti voglio bene
tu che hai trovato sempre un posto
dove nascondere le mie paure
è che l’orgoglio a volte è un mostro
che ci fa solo allontanare

Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia (2022)

Giovanni Truppi ha esordito al Festival di Sanremo del 2022 arrivando diciannovesimo con Tuo padre, mia madre, Lucia. Racconta la storia di una famiglia comune e l’amore dei genitori per i figli, e viceversa. Lucia è il nome della figlia del cantautore.

E anche se a volte litighiamo solo per la paura di metterci a letto
lo so che per quello che vogliamo fare noi un per cento
È amore e tutto il resto è stringere i denti.

Irama – Ovunque sarai (2022)

È il Festival di Sanremo 2022 e Irama sceglie di presentare Ovunque sarai, un brano indirizzato alla nonna scomparsa, a cui aveva già dedicato la vittoria ad Amici nel 2018. È un ricordo delicato, struggente e puro per una persona cara che non c’è più fisicamente, ma che continua a vivere nel cuore di chi resta.

Ovunque sarai, ovunque sarò
In ogni gesto io ti cercherò
Se non ci sarai, io lo capirò
E nel silenzio io ti ascolterò

Levante – Vivo (2023)

Alla settantreesima edizione del Festival Levante presenta sul palcoscenico dell’Ariston Vivo. È una canzone che racconta il periodo buio della depressione post parto, vissuta sulla propria pelle dall’artista dopo la nascita della figlia Alma Futura e tradotta in musica, tagliente e struggente come sa essere Levante. «L’ho scritta al pianoforte a tre settimane dal parto – ha spiegato l’artista a Rolling Stone Italia –. Era un momento difficile. In quanto madre ti è detto che non devi che gioire di quello che ti è accaduto, ma in verità c’è tanta solitudine e tanto buio dopo il parto».

Dentro a questo pianto
Ho voglia di credere di poter farcela
A costo di cedere parti di me
Ho voglia di cedere a questa speranza

Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato (2023)

Nel 2023 Gianluca Grignani torna al Festival di Sanremo in qualità di concorrente con una canzone dedicata al travagliato e sofferto rapporto con il padre. Durante la kermesse rivela: «Mio padre vive in Ungheria e non ci vediamo da 15 anni. Non ha ancora sentito la canzone e non vorrei che gli scoppiasse il cuore».

Ciao papà o addio papà io ti perdono
le mie lacrime sono sincere
ma c'è chi non lo farà tu accettala la verità
e in mezzo a chi finge cordoglio
sarò il tuo orgoglio

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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