Le emozioni non hanno età. Tutti le proviamo, da quando veniamo al mondo. E tutte sono fondamentali, come ci ha insegnato il fortunato lungometraggio a cartoni della Pixar, Inside Out. Saper gestire le emozioni da adulti non è facile, figuriamoci da piccoli. Le emozioni dei bambini spesso si presentano in modo dirompente e incontenibile, perché i più piccini non hanno ancora gli strumenti adeguati per comprenderle.
Le emozioni, però, sono fondamentali nella crescita dei bambini, perché permettono loro di esprimersi, di rappresentare in modo chiaro come si sentono, di avere un confronto con i coetanei o con le persone adulte di riferimento. Non vanno mai represse, ma vanno riconosciute, accettate e comprese in modo tale da essere funzionali alla crescita.
Cosa sono le emozioni
Spiegare cosa sono le emozioni non è così facile. Per la scienza è una reazione di fronte a un evento esterno o interno: una reazione che coinvolge corpo e mente e che può essere piacevole o spiacevole.
In pratica, le emozioni sono la risposta che gli individui danno a diversi stimoli che percepiscono. Secondo gli esperti, le risposte possono essere di tipo fisiologico (con alterazione del respiro e del battito cardiaco o della pelle), tonico posturale (con i muscoli tesi o rilassati), espressivo (con cambiamenti nella voce, gesti o scelte comunicative differenti), comportamentale.
Le emozioni, a loro volta, si suddividono in:
- Emozioni di base o primarie, comuni a tutti gli individui e presenti fin dall'infanzia, legate soprattutto alla sopravvivenza, a compiti semplici da portare a termine, ai rapporti con i simili (paura, rabbia, gioia, tristezza, sorpresa, disgusto). Secondo la teoria di Ekman queste sono le emozioni innate e universali, con le quali ogni bambino al mondo nasce (sono un numero limitato di emozioni, non complesse, ma semplici e indispensabili per la crescita e per la vita)
- Emozioni complesse o sociali, collegate alla società in cui si vive (senso di vergogna, senso di colpa, allegria, rammarico, delusione, orgoglio, gelosia, speranza, invidia, tra le altre)
A cosa servono le emozioni
Le emozioni rivestono un ruolo fondamentale nella vita di ognuno di noi. Ci aiutano a prendere decisioni, a dare giudizi, a ragionare, a relazionarci con gli altri e anche con noi stessi.
Darwin diceva che tutte le emozioni sono indispensabili per l'evoluzione delle specie, perché non sono altro che il frutto di un percorso di adattamento all'ambiente in cui si vive, che ha permesso agli esseri umani di sopravvivere. Grazie alla paura, ad esempio, evitiamo di metterci in situazioni di possibile pericolo, mentre grazie al disgusto siamo in grado di allontanarci da un cibo avariato che ci provocherebbe un fastidioso mal di pancia.
Le funzioni fondamentali delle emozioni sono essenzialmente tre:
- Ci spingono ad agire, a scegliere il comportamento più adeguato in ogni situazione, anche in caso di pericolo
- Permettono la comunicazione tra individui, anche per raccontare quali sono i nostri sentimenti e i nostri stati d'animo, sia attraverso le parole sia attraverso le espressioni facciali e i gesti
- Aiutano noi stessi a comprendere come stiamo, se va tutto bene o se c'è qualcosa che non va
Come esprimono le emozioni i bambini?
Come abbiamo visto in precedenza, tutti veniamo al mondo già con le emozioni primarie. I bambini esprimono già rabbia, tristezza, gioia, sorpresa, disgusto, paura.
Ad esempio, un bambino che sente un rumore improvviso prova paura, perché non sa cosa o chi lo abbia prodotto e quindi si mette sulla difensiva. Oppure un bambino che improvvisamente viene messo a dormire da solo nella sua cameretta potrebbe provare sia paura, perché non sa dove si trova, sia tristezza, perché non ha accanto le figure di riferimento che fino a quel momento gli erano state vicino durante la messa a letto.
Mentre i bambini fin da subito sono in grado di esprimere le emozioni, ciò non significa che le sappiano riconoscerle o ancor di più gestire. Le emozioni che il bambino ancora non sa gestire possono sembrare esagerate, sopra le righe, eccessive. Invece, è la normale risposta dei bambini a stimoli interni ed esterni che provocano stati d'animo differenti. Il pianto è di solito la manifestazione principale con cui il bambino comunica come si sente: può piangere sia quando ha paura, sia quando è triste o quando ha semplicemente fame o deve essere cambiato.
Gli esperti sottolineano che il modo con cui i genitori reagiscono alle emozioni dei bambini ha un impatto notevole su come in futuro i piccoli gestiranno le loro emozioni. Un genitore che non risponde in maniera adeguata e tempestiva alle emozioni del bambino genera nel piccolo inizialmente confusione, poi ansia e successivamente angoscia e tristezza. A tal proposito Edward Tronik, psicologo dello sviluppo statunitense ha condotto numerosi studi sulle difficoltà di regolazione emotiva, soprattutto a lungo termine, a cui va incontro un bambino il cui genitore non rispecchia emotivamente le sue necessità.
Come aiutare i bambini a riconoscere e gestire le emozioni
Compito dei genitori è aiutare i bambini ad affrontare il percorso di crescita attraverso innanzitutto il riconoscimento delle emozioni. Non sempre è facile, perché spesso sono gli adulti stessi a non avere idea di cosa stanno sentendo.
Fin da quando i bambini sono molto piccoli è importante innanzitutto che il genitore sia consapevole che le reazioni emotive che ha con il proprio figlio hanno una ripercussione sullo sviluppo emotivo e sociale del piccolo. Se il bambino ci vede spaventati proverà paura, se il bambino ci vede felici assocerà quella situazione, quell’avvenimento o quella persona alla gioia e alla serenità.
Quando sono più grandicelli sarà utile fornire alcune strategie utili per permettere ai bambini di imparare a riconoscerle autonomamente ed iniziare a gestirle in modo che sia uno strumento di crescita e non un ostacolo. Vediamoli:
- Parlare con i bambini di emozioni è il primo passo da fare per far capire loro che le emozioni sono risposte immediate, legittime, conoscibili e gestibili
- Il disegno può aiutare i bambini a rappresentare su un foglio bianco quello che provano
- Anche attraverso l'assegnazione di colori alle diverse emozioni si possono ottenere risultati utili nel riconoscimento delle emozioni: rosso per la rabbia, azzurro per la tristezza, giallo per la gioia, viola per la paura, verde per il disgusto
- Creare un gioco, usando anche i colori delle emozioni, può essere un modo per esprimere quello che si prova: invitiamo i bambini a cercare in casa un gioco o un oggetto del colore di quello che sentono
- Per gestire le emozioni, bisogna trovare un modo per incanalarle e farle sfogare, non reprimerle: per la rabbia, si può creare un angolo in casa dove il bambino può liberare le sue emozioni in libertà e in sicurezza, mentre per la tristezza può essere una canzone o un rituale il modo migliore per placarla
Infine, leggere libri sulle emozioni o vedere film dedicati e pensati per i bambini sono ottimi strumenti di dialogo costruttivo e di comprensione.