Dici "favola", leggi "Esopo".
Di chi si parla? Del famoso autore di favole dell'antica Grecia vissuto probabilmente tra il VI e il V secolo a.C., noto soprattutto per le sue fiabe dense di morale, ovvero racconti brevi che utilizzavano animali antropomorfi (ovvero dai tratti umani) per rappresentare la società civile e fornire un insegnamento educativo sui valori della vita.
Le favole di Esopo sono state raccolte e trascritte da numerosi autori antichi e sono ancora oggi molto popolari in tutto il mondo. Sono davvero moltissime, addirittura 358 (quelle riportate nell'edizione critica curata da Émile Chambry): al nucleo originario nel corso dei secoli se ne sono aggiunte altre, attraverso la tradizione orale. Alcune sono più dolci e divertenti, altre sono dure e piuttosto crude, oltre che dirette e pragmatiche (come per esempio "L'aquila e la volpe", che parla di vendette e tradimenti tra amici).
Ma quali sono le migliori? E quelle più conosciute?
Ecco una selezione delle più belle favole di Esopo da leggere a bimbi e bimbe per insegnare loro morale e valori della vita.
La volpe e l'uva
Si tratta di una breve e famosissima favola di Esopo, forse la più nota di tutte. Recita così:
Una volpe affamata, come vide dei grappoli d'uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi». Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze.
La morale? "La volpe e l'uva" di Esopo invita a non sminuire ciò che non possiamo avere, giustificando la nostra mancanza con l'idea che comunque non sarebbe stato buono. In altre parole, insegna che spesso ci convinciamo che qualcosa non è importante o desiderabile solo perché non possiamo averla, piuttosto che ammettere la nostra frustrazione e la nostra invidia.
La lepre e la tartaruga
Di questa fiaba esiste anche una divertentissima versione cartone animato (targata Disney).
Racconta la storia di una lepre arrogante che sfida una tartaruga a una gara di corsa. La lepre parte subito velocissima, staccando di molto la tartaruga. A un certo punto, però, si ferma e si addormenta, sicura di vincere. Nel frattempo, la tartaruga continua a camminare costantemente e, alla fine, riesce a superare la lepre che dorme. La tartaruga arriva prima del traguardo e vince la gara.
Questa favola ha una morale importante: insegna che la costanza e la determinazione possono portare al successo anche se si è meno veloci o meno abili degli altri. Inoltre, ci insegna anche a non sottovalutare gli avversari, perché la lepre non riesce a vincere nonostante la sua superiorità iniziale. La favola è spesso usata per trasmettere ai bambini e alle bambine l'importanza di perseverare e di non essere arroganti.
Il topo di città e il topo di campagna
Questa breve favola narra la storia di due topi che rappresentano due diversi stili di vita.
Quando il topo di città va a trovare il suo amico, il topo di campagna, lo invita a visitare a sua volta la città. Il topo di campagna accetta l'invito, ma quando arriva in città si rende conto che la vita nella città è molto più pericolosa rispetto alla tranquilla vita nella campagna. Il topo di città vive quindi in un ambiente lussuoso, dove c'è sempre cibo a sufficienza, ma allo stesso tempo zeppo di pericoli, come i gatti gironzolanti e le trappole per topi. Il topo di campagna si rende dunque conto che preferisce la vita tranquilla della campagna: anche se c'è meno cibo, almeno è al sicuro.
La morale della favola mette in luce gli aspetti positivi della vita modesta, sottolineando i pericoli del lusso e dell'agio.
L'aquila e la volpe
Come accennato, questa favola di Esopo è una tra le più dure e spietate.
Racconta dell’amicizia tra un'aquila e una volpe e del loro patto. Andarono a vivere l’una accanto all’altra, la prima su un albero altissimo, la seconda in un cespuglio a terra. Entrambe diedero alla luce dei cuccioli e, mentre la volpe era a caccia, l'aquila rapì i piccoli volpini per sfamare i suoi figli. Compreso l'accaduto, la volpe pensò a come vendicarsi, non potendo però arrampicarsi sull'alto ramo dell'aquila. Maledì quindi il volatile, e ben presto fu vendicata: quando l'aquila rubò un sacrificio fumante da un altare, questo bruciò il nido facendo cadere i pulcini e permettendo alla volpe di mangiarseli.
La morale? Tradire l’amicizia significa mettersi alla mercé della giustizia divina e cosmica, oltre che a quella degli amici traditi.
La cicala e la formica
"La cicala e la formica" è una delle più famose favole di Esopo e racconta la storia di una cicala che canta e suona durante l'estate, mentre una formica lavora duramente per immagazzinare cibo per l'inverno. La cicala chiede alla formica di condividere il suo cibo, ma la formica rifiuta, suggerendo alla cicala di pensare al futuro invece di divertirsi. Quando arriva l'inverno, la cicala non ha niente da mangiare e chiede aiuto alla formica. La formica, però, si rifiuta: secondo lei la cicala dovrebbe imparare a pensare al futuro senza dipendere sempre dagli altri.
La fiaba è dunque incentrata sull'importanza del duro lavoro e della previdenza. In particolare, insegna che è importante pianificare il futuro e fare sacrifici per garantirsi un domani migliore, invece di divertirsi e godere solo del momento presente. Si può quindi utilizzare "La cicala e la formica" nel caso in cui si vogliano stimolare nei bambini e nelle bambine capacità di risparmio e di gestione del tempo e delle risorse.