Le sezioni primavera sono una tappa fondamentale durante l'infanzia. Sono nate con l'obiettivo di evitare gli anticipi alla scuola dell'infanzia da parte di bimbe e bimbi ancora troppo piccoli per la materna, ma troppo grandi per il nido, e rappresentano quindi una sezione preparatoria con un progetto educativo ad hoc.
Le bambine e i bambini interessati dalle sezioni primavera sono quelli dai 24 ai 36 mesi (compiuti entro il 30 aprile di ogni anno): si tratta di una fascia d'età delicata dal punto di vista educativo, ricca di cambiamenti e di tappe di sviluppo, che necessita quindi una cura più specifica.
Cosa sono le sezioni primavera
Come riporta il Ministero dell'Istruzione,
Con l’art. 1 c. 630 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per fare fronte alla crescente domanda di servizi educativi, sono state attivate in via sperimentale le cosiddette “sezioni primavera”, progetti educativi rivolti ai bambini tra i 24 e i 36 mesi d’età per lo più associati alla scuola dell'infanzia per favorire un'effettiva continuità del percorso formativo.
E ancora:
Con il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, le sezioni primavera sono entrate nel Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino ai sei anni.
Rispetto al classico percorso della scuola dell'infanzia e rispetto alla possibilità di iniziare precocemente il percorso scolastico, queste sezioni rispondono quindi a un progetto specifico e dedicato, che deve sottostare ad alcuni criteri pedagogici e di flessibilità che si rivolgono prettamente alla fascia d'età 24-36 mesi.
Le differenze con il nido d'infanzia
Il classico nido d'infanzia è un servizio educativo per bimbe e bimbe dai 3 mesi ai 3 anni d'età nel quale i bebè (oltre ad essere curati adeguatamente) sono spronati a giocare ed esplorare abbastanza liberamente per conoscere il mondo e sperimentare le proprie attitudini. Di solito vi sono due sezioni, i "piccoli" (fino all'anno d'età) e i "medi" o "grandi" (fino a 36 mesi).
Le sezioni primavera, invece, si rivolgono esclusivamente a bambine e bambini dai 24 ai 36 mesi d'età e oltre alla cura e al gioco libero propongono strumenti educativi tipici della scuola dell'infanzia (quella che veniva chiamata "asilo" o "scuola materna").
Anche se i propri figli e le proprie figlie rispondono ai requisiti, non è obbligatorio iscriverli alle sezioni primavera. Scegliere l'anticipo alla scuola dell'infanzia è legittimo e spesso legato a questioni economiche (la scuola dell'infanzia costa meno rispetto a nido e sezioni primavera) oppure a sensazioni dei genitori (che vedono i propri bambini già grandi rispetto agli altri nati qualche mese dopo, considerandoli quindi pronti alla scuola, evitando anche che si "annoino" con i bimbi più piccoli).
Tuttavia, essendo un passaggio fondamentale tra il nido e l'infanzia la sezione primavera è spesso consigliata dalle insegnanti e dagli educatori.
A cosa servono le sezioni primavera
Le bambine e i bambini tra i 24 e i 36 mesi d'età potrebbero potenzialmente accedere alla scuola dell'infanzia a settembre, senza avere compiuto i 3 anni. Ma sarebbero più piccoli dei "piccoli". Per esempio: una bambina nata a marzo 2021 potrebbe andare alla scuola dell'infanzia a settembre 2023, ovvero a 2 anni e 6 mesi. Sarebbe però inserita con i "piccoli" del 2020, concretamente di un anno più grandi.
Le sezioni primavera sono state quindi create ad hoc con un progetto educativo per evitare questi anticipi, rispondendo ai bisogni specifici di questa fascia d'età, che sono diversi rispetto a quelli dei bambini e delle bambine che già frequentano la scuola dell'infanzia avendo compiuto i 3 anni. L'abbandono del pannolino, la conquista del linguaggio…: le tappe vanno affrontate con le loro specificità e la scuola dell'infanzia non lo permetterebbe, al contrario di una sezione primavera specificatamente creata con questi obiettivi.
I requisiti
Le sezioni primavera accolgono un massimo di 20 bambine e bambine, che devono essere seguiti da una educatrice o da un educatore e da due figure provenienti dalla scuola dell'infanzia.
Devono poi essere preparate in spazi e locali sicuri, funzionali e specifici per le esigenze dei bambini e delle bambine, in termini di gioco, riposo, alimentazione, cura e accoglienza, costruiti con materiali e arredi "adatti alle esperienze di relazione e di apprendimento continuità educativa e raccordo con i percorsi precedenti e successivi".
L'orario deve infine essere flessibile, compreso tra le cinque e le otto ore giornaliere.