La storia dell’educazione civica nelle scuole quest'anno compie 65 anni. Sì perché in Italia il primo a introdurre l’insegnamento nei programmi didattici fu Aldo Moro, nel 1958. L’insegnamento riguardava però solo le scuole medie e superiori e ad occuparsene doveva essere il docente di storia. 2 ore al mese, senza voti o verifiche, per far conoscere agli adulti di domani le responsabilità del vivere insieme nel mondo.
Da settembre 2020 tutti noi genitori abbiamo trovato sui diari dei nostri bimbi, al posto di “cittadinanza e costituzione”, materia introdotta qualche anno prima dalla Ministra Gelmini, “portare il quaderno di educazione civica”, perché con la pubblicazione della Legge 92 del 20 agosto del 2019 e le linee guida del MIUR prontamente redatte l’estate seguente, la materia è diventata obbligatoria per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Ma cosa fanno i nostri bimbi nelle ore di educazione civica e chi insegna loro ad essere cittadini orgogliosi e consapevoli?
Cos’è l’educazione civica
L’educazione civica è una materia trasversale, che ruota attorno a tre nuclei principali, la conoscenza della Costituzione, il concetto di sviluppo sostenibile e la cittadinanza digitale. Per spiegare bene cosa sia una materia trasversale, dobbiamo tornare anche noi tra i banchi di scuola, quando sbuffavamo davanti a una domanda complessa del professore di lettere che ci chiedeva di inquadrare il periodo storico dell'opera. Noi non facevamo nemmeno in tempo a pensare: “Uffa ma non è l’ora di storia” che lui prontamente rispondeva “Non dovete ragionare per compartimenti stagni, tutto ciò che studiate ha un filo conduttore”.
Ecco l’educazione civica non vuole inserirsi, per quanto in alcuni istituti accada, come materia a sé nei programmi didattici, ma vuole sottolineare la sua stretta correlazione con diverse discipline. Questo per spiegare che la scuola, con l’insegnamento della geografia, della storia, del diritto, persino della matematica, sta preparando i cittadini consapevoli di domani.
Cosa prevede l’insegnamento dell’educazione civica?
La materia, da settembre 2020 è nei programmi di scuole elementari, medie e superiori. I ragazzi tra lezioni e iniziative nel corso dell'anno devono svolgere almeno 33 ore di educazione civica.
La materia va dunque a sostituirsi all’insegnamento del docente, che in quella settimana ha il compito di approfondire un argomento di educazione civica, o meglio a integrare l'insegnamento, perché come abbiamo già detto, l’educazione civica è pensata per essere trasversale a più materie. In alternativa le scuole possono insegnare la materia chiedendo agli studenti di presentarsi a scuola fuori dall’orario scolastico, perché ogni scuola gode di un 20% di monte ore da sfruttare autonomamente. L’importante è che sia sempre chiara agli studenti l'interdisciplinarietà della materia.
A seconda dell'età dei bambini o dei ragazzi, i docenti hanno il compito di sviluppare un piano didattico multidisciplinare che ruoti attorno a 3 temi cardine:
La Costituzione
I ragazzi dovranno essere sensibilizzati su tematiche quali la legalità, i diritti, la solidarietà. Per farlo è essenziale conoscere la Costituzione e la sua applicazione a ogni aspetto della vita quotidiana. Lì, infatti, risiede il fondamento di diritti e doveri che stanno alla base della convivenza nel nostro Paese.
Ma non solo, i ragazzi dovranno imparare a conoscere l’ordinamento dello Stato, delle Regioni, degli Enti e delle Associazioni territoriali. Infine approfondiranno le regole della strada, il regolamento scolastico, e tutti quei limiti da conoscere e applicare per una buona convivenza civile.
Lo sviluppo sostenibile
In accordo con i 17 obiettivi da perseguire entro il 2030, fissati dall’Agenda 2030 dell’ONU, i ragazzi devono essere sensibilizzati sulla salvaguardia dell’ambiente e il patrimonio culturale che il loro territorio nasconde.
Non solo, devono essere invitati a costruire un ambiente sano in cui vivere, fatto di alimentazione sana, libero accesso ai servizi che favoriscano la salute mentale, e imparare a promuovere l’uguaglianza tra individui.
La cittadinanza digitale
Il cyberbullismo è ormai una piaga sociale, per contrastarlo serve una corretta educazione all’utilizzo di piattaforme digitali. Oggi non serve insegnare ai nuovi nativi digitali, come funzionano i dispositivi, quanto più che questi vanno usati con il giusto approccio, sempre consapevole. In questo percorso gli studenti, in base all’età e alle competenze, dovranno imparare ad analizzare le fonti, riconoscendo quelle attendibili da quelle false, imparare a creare profili utenti e conoscere le responsabilità del mondo online.
Chi è il docente referente di educazione civica?
Ma chi si occupa di insegnare una materia tanto importante? Innanzitutto ogni scuola si deve organizzare in modo da avere un docente referente di educazione civica per l'istituto. Generalmente, nelle scuole in cui si insegnano materie come diritto ed economia, i docenti che hanno questa cattedra saranno quelli designati per questo ruolo, nel caso in cui non ci fosse, a scegliere a chi spetterà questo ruolo sarà il Dirigente scolastico. Il docente referente, che sarà formato per svolgere il suo compito, dovrà incentivare la collaborazione tra i professori, favorire la realizzazione di progetti multidisciplinari, tutoring e accompagnamento degli alunni.
Ogni classe avrà un coordinatore, scelto dal consiglio di classe, che farà sempre riferimento al docente referente, ma la materia, essendo appunto trasversale, dovrà essere integrata ai propri programmi da più docenti possibili per ogni classe, dopo aver scelto insieme un programma che coinvolga quante più materie possibili. Gli alunni riceveranno da ogni insegnante una valutazione nelle attività specifiche di educazione civica, dalla media risulterà il voto finale dello studente.
L’educazione civica nelle scuole dell’infanzia
Un buon cittadino, un individuo che ami e rispetti il Pianeta sul quale si trova, che sia sempre accogliente, che si batta per i diritti di tutti, proprio perché ha imparato l’importanza dei propri, inizia a formarsi già dalla nascita. Per questo è indispensabile che già le scuole elementari si applichino nell’insegnare, con le giuste modalità, i concetti cardine dell’educazione civica.
Come sappiamo i bimbi apprendono molto grazie all'imitazione, vanno promosse dunque attività, anche giochi che trasmettano loro il valore delle regole, del rispetto del pianeta e dell'utilizzo consapevole dei dispositivi digitali. Per tanto è bene portare i bambini in parchi naturali, far fare loro attività che li sensibilizzino sull’importanza di mantenere pulito l’ambiente in cui viviamo, che li interessino sui beni comuni. Bisogna impegnarsi a coinvolgerli in attività che insegnino il rispetto degli altri, la tutela della propria salute e del proprio benessere psicofisico.
Perché è importante studiare educazione civica a scuola?
Come specifica il testo di legge all’articolo 1, l’educazione civica è fondamentale, perché contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi, che partecipino alla vita civica in maniera consapevole. Ragazzi che imparino dunque a rispettare le regole, conoscano i propri diritti ma anche i doveri, sono gli studenti che vogliamo escano dalle scuole oggi.
L’unico modo perché questo accada è insegnare ai giovani l’importanza delle leggi, abituarli alle diversità del mondo che li circonda, renderli consapevoli dei loro diritti fondamentali, come l’istruzione e la salute e innamorarli dell’ambiente in cui vivono, perché lo trattino sempre con rispetto. L’intento dell’introduzione dell’educazione civica è più che nobile, crea un fil rouge tra le materie, ricordando a tutti che la scuola svolge un ruolo primario nell’educazione e nella formazione delle persone, molto prima che essere il luogo dove si collezionano sufficienze e insufficienze.