Se chiediamo a bambine e bambini di tutte le età la risposta è scontata: contro, senza esitazione.
Genitori e insegnanti? Be', lì si scatena il dibattito. Che ogni estate torna prepotentemente nei discorsi di tutti.
I compiti delle vacanze fanno bene o fanno male? Il discorso non può essere appiattito a una guerra tra due opinioni diametralmente opposte: l'assegnazione di compiti durante l'estate ha lati negativi e benefici innegabili. Eccoli tutti.
I benefici dei compiti delle vacanze
Chi sostiene i benefici dei compiti delle vacanze sottolinea diversi pro di questa attività:
- La consolidazione delle conoscenze acquisite durante l'anno, che non cadono così nel vuoto e non rischiano di andare perse.
- La garanzia di continuità dell'apprendimento.
- L'insegnamento della responsabilità.
- Lo stimolo dell'autonomia.
- La preparazione per il nuovo anno scolastico, per non arrivare totalmente impreparati.
Le ragioni del "contro"
D'altro canto, non si possono negare i lati meno positivi dei compiti estivi, che spesso vengono tacciati di essere un ostacolo alla vita vera e alle esperienze. Lo disse, per esempio, l'allora ministro dell'istruzione Marco Bussetti, che nel 2018 si rivolse agli insegnanti durante l’incontro con il Garante per l’Infanzia chiedendo di dare meno compiti durante le vacanze invernali, per lasciare tempo agli studenti e alle studentesse di trascorrere tempo in famiglia, al cinema, a una mostra, a fare sport…
Alcuni pedagogisti e pedagogiste, insieme a tanti e tante insegnanti, sono con lui. Sostengono che l'istruzione e l'educazione debbano avvenire a scuola e a scuola soltanto, mentre il tempo libero sia preziosissimo perché permette a ragazzi e ragazze di sviluppare tutte le altre competenze collaterali.
Per farlo, sarebbe però necessario ampliare l'orario scolastico per dare agli studenti il tempo effettivo di studiare, rivedendo meglio l'organizzazione scolastica quotidiana e annuale nella sua totalità.
La giusta via di mezzo
Se la verità sta nel mezzo, l'ideale sarebbe assegnare la giusta quantità di compiti delle vacanze, né troppi, né troppo pochi, contando che il resto del tempo bimbi e bimbe potranno trascorrerlo e riempirlo con attività altrettanto educative, perché sociali, culturali e pratiche.
E per quanto riguarda i libri da leggere? Anche qui si aprirebbe un dibattito molto corposo, ma basti partire dal presupposto che obbligare qualcuno ad aprire un libro è sempre controproducente.
Già nel 1993 l'esperta Kathryn Perkinson nello studio Helping Your Child Use the Library spiegava come una delle regole principali per far sì che bambini e bambine leggano sia scegliere libri che piacciano a loro e che li appassionino. Più che una lista di libri da leggere, quindi, sarebbe meglio fornire un elenco di letture suggerite, lungo e corposo, che comprenda tanti generi (anche fumetti e graphic novel, così come audiolibri per bambini con DSA che preferiscono l'ascolto e altri supporti). Da lì, bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze potranno scegliere ciò che preferiscono, non sentendo la lettura come un peso ma come un'opportunità.