Il numero di mani alzate a Bruxelles ha superato ampiamente quello delle braccia incrociate. Il Parlamento Europeo ha approvato, per alzata di mano, l’emendamento che condanna il Governo italiano per l’interruzione della registrazione dei figli di coppie omogenitoriali.
Un messaggio chiaro e inequivocabile quello che arriva da Bruxelles, che disapprova le istruzioni impartite dal Governo del tricolore al Comune di Milano di non riconoscere più i figli delle coppie gay. Nello specifico, il Parlamento Europeo «ritiene che questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli» – si legge nell’emendamento, presentato da Renew Europe, con il supporto di Sinistra, Verdi e Socialisti – e «che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989».
Nei giorni scorsi il sindaco di Milano, Beppe Sala, si era rivolto direttamente all’Europa, chiedendo di prendere una posizione netta sul tema. Una richiesta che non è caduta nel vuoto e che oggi è stata accolta. Il testo dell’emendamento conclude esprimendo «preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia» e invitando «il Governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione».
La delegazione di Forza Italia nella capitale belga avrebbe votato all'unanimità in difesa del Governo, mentre le delegazioni dei Paesi nordici e quella portoghese si sarebbero schierate a favore delle famiglie omogenitoriali. La delegazione popolare tedesca avrebbe concesso la libertà di voto ai suoi.
Una vittoria a supporto delle famiglie Lgbtq+, quella che si è consumata per alzata di mano all’Europarlamento, tanto schiacciante da non richiedere il conteggio elettronico dei voti. La battaglia intrapresa dal sindaco della città meneghina cinque anni fa, non è terminata, anzi, pare proseguire più feroce di prima. Appena lo scorso luglio Sala aveva ricominciato a formulare i certificati anagrafici con due padri o due madri, dopo i rallentamenti dei mesi precedenti dovuti a una serie di sentenze contrarie. Poi, lo scorso 13 marzo l’iter dei riconoscimenti aveva subìto una nuova battuta d’arresto, in seguito alla richiesta del prefetto di Milano, Renato Saccone, di sospendere le registrazioni dei nuovi atti di nascita dei figli delle coppie omosessuali, per volere del Ministero dell’Interno. Oggi, a due settimane di distanza, gli scenari cambiano di nuovo e l’Europa chiede al Governo del Belpaese di fare un passo indietro.