Affrontare l’ospedalizzazione non è facile per un adulto, figuriamoci per un bambino. Se a questo si somma che in Italia ancora più di 100 mila minori ogni anno vengono curati in reparti non pediatrici, riusciamo a farci un’idea della problematicità della situazione.
Le cure specifiche pediatriche, l’ambiente accogliente, la possibilità di giocare, seguire le lezioni, avere come compagno di letto un coetaneo sono diritti che non dovrebbero essere negati ai bambini che sperimentano al primo accesso in ospedale forti situazioni di stress, date dall’ambiente nuovo, dal loro approccio al dolore e dalla rottura con la routine quotidiana.
Gli ultimi dati che riguardano l’Italia sono emersi da una presentazione avvenuta il 22 febbraio in Regione Lombardia di una ricerca commissionata da Abio (Associazione per il bambino in ospedale) la quale ha evidenziato che in 8 ospedali meneghini nell’ultimo anno il 22% dei pazienti pediatrici non ha trovato posto in reparti specifici. I dati sono preoccupanti anche a livello nazionale: lo scorso dicembre, in occasione della presentazione del Libro Bianco dell’assistenza pediatrica in Italia della FIARPED (Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica) è emerso che 1 minore su 4 in Italia viene ricoverato in un reparto per adulti con percentuali che si alzano seguendo le fasce d’età. Tra i 15 e i 18 anni è il 70% dei minori a finire nei reparti per adulti, anche perché salvo specifiche situazioni in cui i ragazzi possono rimanere sotto cure pediatriche fino ai 16 anni, in Italia dai 14 anni un paziente non è più considerato pediatrico. Nonostante ciò i piccoli pazienti di età compresa tra i 5 e i 14 anni nel 36% dei casi finisce per avere un adulto come vicino di letto in ospedale e il 15% dei bambini tra 1 e 4 anni.
Fino a che età si può essere ricoverati in un reparto pediatrico?
Ai reparti pediatrici possono accedere sia bambini che adolescenti, tra gli 0 e i 16 anni. Il ricovero è obbligatorio nei reparti di pediatria tra gli 0 e i 6 anni, tra i 6 e i 14 è caldamente raccomandato. Mentre gli accessi dei ragazzi fino ai 16 anni sono concessi in caso di malattie croniche già precedentemente in cura.
Queste normative italiane legate all’età sono fortemente contestate dalla SIP, Società italiana di pediatria, poiché secondo l’OMS e la legge italiana quando si parla di infanzia si fa riferimento a quella fascia di età che va dagli 0 ai 18 anni, e impedire ai ragazzi poco più che 14enni le cure specificatamente pediatriche significa inficiare con le loro dinamiche evolutive e modificazioni corporee legate alla pubertà.
Perché è importante che i bimbi vengano ricoverati in reparti pediatrici?
La soluzione migliore per il ricovero di una bambino sarà sempre il reparto pediatrico o una struttura pediatrica, questo perché il piccolo vive per la prima volta situazioni che lo caricano di stress, come il dolore, la lontananza da casa, dagli amici, dai suoi giocattoli. Poter trascorrere la malattia in un luogo su misura per lui lo aiuterà a superare il trauma della paura della struttura ospedaliera o del personale sanitario. Tra i benefici dei reparti pediatrici vi sono:
- Il bimbo ha diritto a cure specifiche: bambini e adulti possono avere le stesse patologie, ma queste vanno affrontate però in maniera diversa a seconda che a dover essere curato sia un paziente pediatrico o un adulto.
- I bambini necessitano, per gli interventi, di specifici strumenti, della giusta grandezza, del giusto dosaggio di farmaci.
- Il bimbo ha diritto a personale specializzato: i medici di competenza pediatrica hanno confidenza con le problematiche dei bambini e non rischiano di ricorrere a tecniche invasive che potrebbero causare infezioni o complicanze. Sanno anche come agire con lo specifico paziente in caso di infezioni post-operatorie o emorragie. Inoltre il personale della pediatria conosce le tecniche specifiche per non spaventare il bambino, e approcciarsi a lui con la giusta cura.
- Il bimbo non si sente solo: in un reparto in cui il piccolo può condividere la degenza con bimbi della sua età, non si sentirà solo o a disagio come quando in un reparto non specifico, condivide la stanza con un adulto.
- L’ambiente circostante: gli ospedali pediatrici sono sempre caratterizzati da disegni sui muri, colori tenui e rappresentazioni fantastiche o naturali. Permettere al bambino di vivere all’interno di un architettura che lo stimola sensorialmente, vuol dire consentirgli di vagare con la fantasia distraendosi dal dolore che prova.
- Gli spazi ludici: giocattoli, giochi di società, attività manuali, animazione e spettacoli. Questi sono elementi che caratterizzano le strutture pediatriche e permettono ai bambini di continuare a giocare anche durante le cure.
- Un’ambiente simile a casa: gli ospedali con specifici reparti pediatrici tendono ad avere zone che evochino gli spazi domestici. Ci sono sedie e tavoli su misura di bambini, ambienti per riscaldare il cibo, televisione e divano, così che il piccolo non viva il trauma di un ambiente diverso da casa propria. Esistono anche strutture ospedaliere che riproducono vere e proprie abitazioni, per rendere meno difficile la degenza.
- Avere il genitore vicino: il bimbo durante la degenza vive molte limitazioni, soprattutto prova per la prima volta il dolore e il distacco, causato dalla malattia, da casa propria. Per questo le strutture pediatriche, generalmente hanno spazi anche per i genitori che dovendo stare com il bambino hanno però modo di vivere una situazione che non li porti a sentirsi di troppo.
La carta dei diritti del bambino in ospedale
Forse non tutti sanno che esiste una specifica carta dei diritti per i piccoli pazienti. Nata da un'idea della rete italiana degli ospedali pediatrici, questa carta mira a garantire che venga rispettato l'articolo 24 della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza:
"Gli Stati riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi"
Art.24 Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha elaborato nel 2014 questa carta, che con i suoi 15 punti mira a offrire al bambino le migliori soluzioni di cura ospedaliera, che possano arrecargli il minor stress possibile. Tra i principali diritti che vengono assicurati al bimbo ci sono quello al raggiungimento del massimo stato di salute, delle migliori cure specifiche per la sua età, ma anche il diritto a manifestare il suo dolore, ad essere a conoscenza del proprio stato di salute e ad essere educato all'autocura.