I nostri gesti quotidiani e le scelte che facciamo per i nostri figli possono avere un impatto enorme sull'ambiente, la loro salute e le nostre tasche. Ma come muoversi nel mare magnum dei prodotti che gli spot pubblicitari definiscono "indispensabili"? Lo abbiamo chiesto a Lisa Casali, dottoressa in scienze ambientali, esperta di rischi e danni ambientali e referente per l’Italia presso la Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione Europea.
L’amore per l’ambiente, il desiderio di fare il possibile per tutelare la Terra e il clima sono parte di lei da quando era ancora una bambina ed ora che è mamma cerca di trasmettere tutto questo al suo piccolo Filippo. Certo non è facile in una città caotica come Milano, con i tempi serrati e la frenesia della vita da genitore e lavoratrice, ma non impossibile.
Visitare parchi naturali, spiegare ai bimbi che non si strappano i fiori, invitarli a collezionare sassolini o pigne, basta per far capire loro l’importanza della tutela dell’ambiente. Come genitori ci si può impegnare per fare scelte sostenibili e riuscire così a impattare meno sull’ambiente. «Le famiglie arrivano a spendere più di 20.000€ nei primi due anni di vita del bambino, acquistando prodotti inutili e che fanno male a lui e al pianeta, con dei piccoli accorgimenti si può impattare di meno e arrivare a risparmiare fino al 70%».
Cosa significa essere una famiglia green
Essere una famiglia che ha a cuore l’ambiente in realtà dovrebbe essere una prassi, poiché l’interesse a lasciare un Pianeta il più pulito possibile ai nostri figli, perché vivano sereni e a lungo dovrebbe sempre essere la priorità. Anche se spesso non lo è, perché crediamo erroneamente che acquistare tantissimi oggetti per il nostro bimbo, nuovi e non riutilizzati, sia indispensabile alla sua crescita e un enorme gesto d’amore.
«Vivere una vita green significa imparare a mettere in discussione ciò che riteniamo normale. Per esempio acquistando solo ciò che soddisfa un bisogno effettivo e si predilige sempre ciò che è riparabile, lavabile e riutilizzabile, rispetto a ciò che è usa e getta». In particolare Lisa Casali ha svolto un’indagine che le ha permesso di individuare 118 categorie di prodotti superflui e inquinanti che le famiglie acquistano convinte dalle logiche di marketing, senza sapere che addirittura possono essere nocive per il bambino.
Importantissimo per essere una famiglia che ha a cuore l’ecologia è che venga insegnata fin da subito ai bambini, con l’esempio. I piccoli vanno invitati a spegnere l’acqua mentre si lavano i denti, oppure a non sprecarla, riutilizzandola quando possibile per bagnare le piante. Gli si deve spiegare perché usciti da ogni stanza è bene spegnere la luce, e che ogni rifiuto va nel suo apposito bidone, così che interiorizzino l’importanza di prendersi cura del Pianeta.
«Noi, nonostante viviamo a Milano, cerchiamo di passare più tempo possibile a stretto contatto con la natura, visitiamo parchi, aree incontaminate, insieme al nostro bimbo. Filippo ha soli 2 anni e mezzo, ma lo invogliamo a toccare con mano le foglie cadute a terra, le pigne, i sassi e a collezionarli» dice Lisa Casali.
Quali sono i prodotti superflui che le famiglie acquistano
La dottoressa Lisa Casali quando ha scoperto che sarebbe diventata mamma ha letto molti libri riguardo l’accudimento dei bambini in modo sostenibile. Ha deciso poi di iniziare lei una ricerca che avesse come scopo quello di scrivere un testo con dei consigli utili per impattare meno sull’ambiente.
Sensibilizzare le famiglie sull'argomento è essenziale affinché possano fare sempre scelte consapevoli. «La cosa più frustrante è sapere di aver speso tanti soldi in qualcosa che al bambino non serve, magari è anche dannoso per lui e che il nostro pianeta impiegherà tantissimo tempo a smaltire». Ecco i prodotti che dovremmo imparare a non utilizzare più.
Le salviettine usa e getta
Non esiste un fasciatoio che non abbia a fianco una confezione di salviettine profumate. Queste sono molto utili quando si è in viaggio o si sa che non ci saranno fonti d’acqua con le quali poter lavare il nostro bimbo, ma non devono essere usate come prassi per ogni cambio. «Ho stimato che mediamente si usano 2 salviette per ogni cambio, dunque le famiglie spendono da un minimo di 80€ a un massimo di 450€, solo nei primi due anni di vita del bambino. Producendo 22 kg di rifiuti» spiega Lisa Casali.
Senza contare che le salviette sono imbevute spesso di prodotti chimici, profumi, additivi che poi rimangono sulla pelle del piccolo.
I cosmetici
Tantissimi sono i cosmetici proposti per la cura del bebè e della mamma, creme, oli, profumi addirittura venduti in pratici kit. Tra i tanti la crema allo zinco, che si suggerisce di utilizzare ad ogni cambio del bebè, quando invece andrebbe usata non per prevenire ma per curare un’irritazione.
«La cosa migliore nei primi mesi sarebbe non usare nulla, basterebbero l’acqua, l’amido di riso, al massimo l’olio di mandorle dolci. La pelle del neonato ha una sua protezione naturale, non servono detergenti che spesso sono aggressivi e irritanti».
Girello e box
Questi due oggetti, il primo ormai in disuso, il secondo ancora utilizzato, si trovano nelle case di tantissime famiglie, ma Lisa Casali ci parla della loro inutilità, anche nell’ottica del corretto sviluppo del bambino: «Il girello ha come obiettivo quello di accelerare la capacità del bimbo di stare in piedi. Il box, invece, usato come posto in cui lasciare il piccolo per tante ore, gli impedisce di esplorare il mondo che lo circonda, e questo è un suo bisogno primario»
Set di posate e bicchieri per il bambino
Molte famiglie acquistano set di piatti, bicchieri e posate ad hoc per i loro bimbi. Questo perché noi genitori siamo spesso spaventati dal fatto che i bimbi, ancora incerti nei movimenti, usando i nostri stessi utensili possano farsi male.
«Piatti, posate e bicchieri per bambini sono fatti di plastica, bambù e melamina, e possono rilasciare sostanze tossiche per i piccoli, quando sono riempiti con cibo caldo, particolarmente acido o grasso» dice Lisa Casali.
Inoltre ci invita ad essere un po’ meno apprensivi e più montessoriani: «Noi genitori possiamo supervisionare i bambini ma è inutile dare in mano a loro un coltello che non taglia, non comprenderanno mai come si maneggia un coltello affinché non sia pericoloso».
Meglio usare bicchieri di vetro, piatti in ceramica e le posate che utilizziamo anche noi quotidianamente.
Quanto inquina una famiglia con un neonato
I risultati della ricerca svolta dalla dottoressa Casali si concentrano solamente sui primi due anni di vita del bebè, eppure sono sconcertanti: «Ho stimato che mediamente le famiglie, dall'arrivo di una gravidanza al compimento dei 2 anni del piccolo possono arrivare a spendere più di 20.000€, producendo mediamente 2273 kg di rifiuti».
All'interno di queste 22 tonnellate ci sono anche 42 kg di rifiuti definiti RAE, per intenderci oggetti elettronici, batterie e lucine rientrano in questa categoria e hanno un impatto ambientale maggiore rispetto ai normali rifiuti urbani, poiché impiegano molti più anni per essere smaltiti. Oltre a questi rifiuti ci sono anche tutti quei prodotti che fanno viaggi lunghissimi per arrivare nelle nostre case: «Pensiamo che il passeggino più usato in Italia arriva dalla Cina, oltre alla sua produzione che prevede l'utilizzo di metalli, plastiche, gas serra, ad impattare sull'ambiente è anche il viaggio».
Riflettere su questi dati è importantissimo perché compiamo tutti i giorni azioni che ci sembrano normali, anzi volte a garantire una vita serena al nostro bambino e invece stiamo facendo tutti il contrario.
L'obiettivo di questa ricerca è quello di far comprendere a tutte la famiglie quanto fare scelte diverse sia ottimale per il Pianeta, la salute del bambino e per le proprie tasche. Conclude la dottoressa Casati: «Vorrei che imparassimo, senza stravolgere le nostre vite, che non occorre fare sacrifici per essere una famiglia in cui tutela dell'ambiente, salute e risparmio sono al centro, solo imparare a fare delle scelte giuste. Piccole accortezze possono ridurre il nostro impatto ambientale del 90%. Pensiamo ai nostri bambini, meritano di sicuro un mondo più pulito».