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8 Marzo 2023
16:00

L’Islam spiegato ai bambini

L'Islam è una delle principali religioni del mondo ed è molto praticato anche in un'Italia sempre più multietnica. Conoscere i principi e gli aspetti più importanti di questa Fede diventa dunque fondamentale per stimolare i bambini alla curiosità e, soprattutto, al rispetto della diversità.

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L’Islam spiegato ai bambini
Islam

Agli occhi di noi occidentali il mondo islamico è apparso per secoli come distante, esotico, quasi alternativo al nostro modo di vivere e concepire la società. Negli ultimi decenni però le due realtà sono entrate sempre più in contatto e nonostante le reciproche diffidenze, oggi in Italia l'Islam viene praticato da circa 2,7 milioni di persone (fonte: Openopolis) e negli asili, nelle scuole e nei luoghi d'aggregazione è sempre più frequente trovare bambini e bambine di religione musulmana le cui abitudini non di rado accendono la curiosità dei loro stessi compagni di classe.

Spiegare ai bambini cosa sia l'Islam e metterli di fronte all'esistenza di usi e credenze diverse dalle nostre può dunque rivelarsi importante non solo per educare i più piccoli al confronto con le altre culture, ma soprattutto per indirizzarli alla via del rispetto del prossimo, chiunque esso sia e qualunque sia la sua fede.

In questo articolo dunque non vogliamo dare lezioni di religione o teologia, ma solo offrire un rapido sguardo verso un modo di concepire la vita e la spiritualità di cui potremmo apprezzarne la diversità.

L'Islam, una religione non così distante

Benché possa apparire così diversa e lontana dalla nostra cultura, la religione islamica mostra moltissimi aspetti comuni con il Cristianesimo. Innanzitutto le origini: entrambe derivano dall'Ebraismo e dal suo sistema di valori, condividendone anche alcune regole di comportamento e parecchie figure venerabili. Lo stesso Gesù, che i cristiani considerano il Figlio di Dio, è ritenuto un importante profeta sia dagli ebrei che dai musulmani, così come i personaggi biblici di Mosè e Abramo.

Cristianesimo e Islam hanno in comune molto più di quanto ci si possa aspettare

Come il Cristianesimo poi, anche l'Islam è una religione monoteista – che crede nell'esistenza di una sola divinità onnipotente, Allah ("Dio" in arabo) – e rivelata, ossia manifestatasi agli uomini attraverso un'apparizione divina. Secondo i musulmani infatti Maometto, il primo e più importante profeta, venne raggiunto dall'arcangelo Gabriele (suona famigliare?), il quale gli annunciò il volere di Allah attraverso una serie di dettami che poi vennero trascritti nel testo sacro dell'Islam, il Corano.

Un altro punto d'incontro riguarda i luoghi di culto. Sia i cristiani che i musulmani, seppur con profonde differenze nei rispettivi riti, si ritrovano in specifici edifici dedicati alla preghiera e alla venerazione del loro dio: i primi vanno in chiesa, i secondi alla moschea.

In cosa credono i musulmani?

Coloro che credono nella religione islamica – d'altronde la parola musulmano deriva proprio dall'arabo muslim, "credente"  – sono tenuti a vivere seguendo i precetti imposti da Allah.

Ciò si traduce nella famosa Sharia, la legge sacra della "dritta via" che, se rispettata, garantisce al buon musulmano l'accesso al paradiso e alla beatitudine eterna. Anche qui, un po' come avviene con i cristiani che, se rispettosi della volontà divina, potranno salvarsi l'anima e vivere in eterno nell'Alto dei Cieli.

Ma quali sono allora le regole dell'Islam? Dipende, perché non si tratta religione monolitica dove tutti i fedeli la pensano allo stesso modo. Esistono infatti diverse correnti (i Sunniti, gli Sciiti, i Kharigiti, i drusi ecc…) che, pur aderendo alla medesima Fede, seguono interpretazioni dei principi religiosi talvolta molto differenti tra loro e che spesso sono causa di veri e propri conflitti tra le varie fazioni.

Ad ogni modo, esistono alcuni dogmi validi per tutta la Umma, la comunità dei fedeli. I principali sono cinque, così fondamentali da essere considerati generalmente i "pilastri" dell'Islam.

  • La shahāda (testimonianza di fede): la dichiarazione con cui il musulmano afferma la sua appartenenza all'Islam ed entra a far parte della comunità dei fedeli.
  • La salāt (preghiera): ogni musulmano è tenuto a pregare almeno cinque volte al giorno prostrandosi in direzione della Mecca, la città santa dell'Islam. Queste preghiere sono annunciate dal canto del muezzin, un addetto religioso che richiama i fedeli alla moschea.
Islam-moschea
La Moschea Blu di Istanbul, in Turchia, con i suoi caratteristici minareti (le alte torri dalle quali i muezzin richiamano i fedeli alle preghiere giornaliere).
  • La zakāt (l'elemosina rituale): per i musulmani la ricchezza personale può compiacere Allah solo se ne condivide una parte con i più bisognosi. Per questo la donazione di somme di denaro da destinare ai poveri non solo è incoraggiata, ma è addirittura obbligatoria, tanto che nei secoli molti Paesi islamici hanno spesso trasformato la zakat in una tassa riscossa direttamente dallo Stato (ma questa è un'altra storia).
  • Ṣawm ramaḍān (il digiuno): conosciuto più semplicemente come "ramaḍān", questo digiuno rituale deve essere compiuto ogni anno durante il rispettivo mese lunare (che cambia annualmente) e prevede l'astensione da cibo e bevande – ad eccezione di un po' acqua – dall'alba fino al tramonto. Quando il sole è calato del tutto, allora il buon musulmano può rifocillarsi. Da questo importantissimo precetto sono dispensati i bambini piccoli, i più anziani e le persone malate
  • Ḥajj (il pellegrinaggio):  l'ultimo "pilastro" riguarda infine il  pellegrinaggio verso la Mecca che qualsiasi musulmano che si rispetti deve compiere almeno una volta nella vita. Tale viaggio va affrontato durante il mese di Dhū l-ḥijja e non dev'essere una gita turistica, ma un vero momento spirituale di preghiera e raccoglimento.

Oltre a questi dogmi imprescindibili però, la Sharia prevede moltissime altre prescrizioni che nei secoli i dottori della scienza religiosa islamica (gli ulema) hanno codificato interpretando il Corano e la Sunna, l'altro grande testo sacro dell'Islam che contiene un'insieme di norme di comportamento stabilite dallo stesso Maometto. Tra queste leggi, ad esempio, la più conosciuta da noi occidentali è il divieto di mangiare carne di maiale, animale considerato impuro.

L'imposizione del velo alle donne, invece, è molto diffusa, ma non citata espressamente nei testi sacri. Questo può essere un argomento piuttosto controverso da spiegare a dei piccoli ma prima di esprimere i nostri giudizi, possiamo raccontare come per una certa parte della cultura orientale ritenga che nascondere allo sguardo ciò che è prezioso sia il modo più gousto per valorizzarlo.

Ovviamente possiamo essere o non essere d'accordo (e dunque farlo sapere ai nostri bimbi), tuttavia fornire anche questo elemento può aiutare a fornire un quadro più completo della questione.

Qualche curiosità

Le religioni però non sono solo dogmi e regole teoriche, ma anche tanti rituali che scandiscono la vita quotidiana e, spesso, rappresentano l'aspetto più interessante per un osservatore esterno. Quando ci troviamo a raccontare l'islam ai più piccoli, ad esempio, possiamo spiegare loro che i musulmani tengono molto al fatto di mostrarsi ad Allah puliti sia nell'anima che nel corpo. Per questo prima di pregare o di entrare in moschea è buona norma lavarsi mani e piedi per purificarsi.

Un altro elemento che potrebbe catturare la curiosità dei bambini e che ben riflette la concezione musulmana della divinità riguarda poi l'aspetto artistico legato alla religione islamica. Se infatti chiese e monasteri cristiani sono pieni di dipinti, affreschi e statue, le mosche sono assolutamente spoglie di raffigurazioni artistiche. Il motivo? Per l'Islam la magnificenza di Allah è tale da non poter essere riprodotta in nessuna forma concepita dall'uomo e provare a imitarne l'essenza in un quadro equivarrebbe ad una grande blasfemia.

Perché parlare dell'Islam ai bambini?

Conoscere significa capire e sconfiggere il pregiudizio. L'Islam, complice la complicata situazione geo-politica che interessa  Medio Oriente, Paesi arabi e comunità musulmane degli ultimi 40 anni, l'Islam ci appare spesso molto più distante di quanto effettivamente sia.

La religione islamica è ormai parte della nostra società: conoscerla significa non chiudersi a ciò che ci circonda

Certo, le differenze sono molteplici ed evidenti, ma al di là del fondamentalismo e delle devianze sfociate nel terrorismo, come si può non trovare punti di contatto in elementi come l'attenzione alla solidarietà verso il prossimo o all'aiuto dei più poveri? In un mondo dove troppo spesso si tende (o si vuole) identificare il diverso con il nemico, la minaccia al nostro stile di vita, fermarsi a osservare senza preconcetti potrebbe regalarci un altro punto di vista senza tuttavia rinunciare alla propria identità. Il bello di aprirsi al prossimo è proprio quello di scoprire qualcosa di nuovo senza tuttavia cambiare ciò che siamo o quello che pensiamo.

Come spiegare l'Islam a scuola

Molte delle nostre scuole sono ormai dei melting pot di lingue culture. Perché dunque non sfruttare tale ricchezza? Nelle classi dove sono presenti alunni musulmani, incoraggiamo i bambini e le bambine a raccontare le loro esperienze, le loro feste e le loro tradizioni, magari partendo dalle curiosità che più saltano all'occhio nella vota di tutti i giorni (perché non mangiano il prosciutto? Perché questa settimana non scendono a mensa? etc…).

Anche l‘ora di religione può diventare un importante momento di confronto per conoscere la storia dell'Islam e la sua filosofia.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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